IL COMMENTO. Ieri fiducia al Senato, oggi alla Camera, inizia il governo Monti. «Porremo pari attenzione alla disciplina finanziaria e alle politiche per la crescita. La distribuzione dei sacrifici sarà equa e tanto maggiore sarà l'equità della loro distribuzione, tanto maggiore sarà la loro condivisione », a cominciare dagli «ineludibili interventi sui costi del funzionamento degli organi elettivi ». Ha iniziato così il suo discorso, ieri al senato Mario Monti. Dunque si parte dall'equità sociale, come ho più volte ripetuto su queste pagine. Un'ottima premessa, purtroppo contraddetta da quello che dirà nei 44 minuti successivi del suo discorso programmatico, interrotto da 17 applausi, da cui sono emersi chiari elementi di continuità con il governo precedente. Un fatto prevedibile, dal momento che questo esecutivo tecnico nasce senza una vera maggioranza politica alle spalle. E' prevedibile ,anche, che per arrivare a fine legislatura sia indispensabile il sostegno dei due principali partiti presenti in Parlamento: PD e PdL, "Monti dura finché noi lo vogliamo" ha ribadito ieri Silvio Berlusconi. Forse sarà per questo che il nuovo premier, ieri ha accuratamente evitato di nominare la parola "patrimoniale", annunciando tuttavia la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa (l'esenzione dal pagamento di questa tassa, ha spiegato, «è una peculiarità se non una anomalia del nostro ordinamento ») e soprattutto la revisione del prelievo fiscale sugli immobili, probabilmente con un aggiornamento delle rendite catastali ferme a 15 anni fa e un aumento progressivo dell'imposta in rapporto al numero di appartamenti posseduti. Ci sarà anche un "monitoraggio" della ricchezza, spiega il professore Monti, ma non per tassarla ulteriormente (attenzione) ma nell'ambito della lotta all'evasione fiscale. Monti utilizza la parola "equità" in modo ipocrita e inappropriato, in particolar modo quando parla di lavoro e pensioni. La strada da seguire è la strada vecchia, ossia lo svuotamento del contratto nazionale: "Intendiamo perseguire lo spostamento del baricentro della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro, come ci viene chiesto dalle autorità europee e come già le parti sociali hanno iniziato a fare". Il nuovo governo interverrà anche sul sistema pensionistico italiano che pur essendo "tra i più sostenibili in Europa", rimane però "caratterizzato da ampie disparità di trattamento tra diverse generazioni e categorie di lavoratori, nonché da aree ingiustificate di privilegio". Resta da capire se "la disparità di trattamento tra diverse generazioni" si può risolvere abolendo le pensioni di anzianità. Uno strano concetto di equità, insomma. Ma non c'è tempo per i dettagli, la missione di super Mario è salvare l'Italia e far calare lo spread.
Resta da capire se gli italiani staranno meglio, però.
Resta da capire se gli italiani staranno meglio, però.