L'Italia farebbe ancora passi indietro, almeno secondo il giudizio delle agenzie di rating. La notizia è di ieri: una delle principali agenzie mondiali, Moody's, ha declassato il debito italiano dalla categoria A2 ad A3. Stessa sorte per Spagna (da A1 ad A3) e Portogallo (da Ba2 a Ba3). Questo è quanto raccontano in gran parte i quotidiani nazionali di questa mattina, ripetendo a go-go, con l'impeccabilità degna di uno scolaro alle prime armi, una cantilena che va avanti da mesi, senza degnarci di spiegare come funzionino questi giudizi, quali parametri adottino. E soprattutto, cosa sono e come possano permettersi di dare giudizi le agenzie di rating.
Le agenzie di rating sono diverse, per numero e qualità. Eppure a livello globale sono essenzialmente tre che fanno la differenza: Moody's, Standard & Poor's e Fitch Ratings. E basta esaminare l'assetto proprietario di ognuna di queste per capire di chi stiamo parlando. All'interno di Moody's a fare la voce grossa è la Berckshire Hathaway Inc. controllata da Warren E. Buffett, il secondo uomo più ricco al mondo, amico fraterno dei Rotschild, la secolare dinastia di banchieri che controlla l'Europa dalla testa ai piedi. La proprietà di Standard's and Poor è invece di McGraw-Hill Companies Inc., leader mondiale nel settore della comunicazione e dell'editoria.
Ma come funzionano i loro giudizi? Attraverso un filtro di massa, facilitato anche dal controllo delle agenzie sul sistema comunicativo mondiale (vedi Standard & Poor's), queste ultime sono state in grado di rendere le loro pagelle del tutto "obiettive e naturali". In realtà la necessità di avere un rating (una sorta di "voto") è prevista per regolamento da molti fondi di investimento. Accade così che un ente giuridico-economico che emette obbligazioni si rivolga all'agenzia per ottenere il rating, dietro pagamento di un lauto compenso. E, se il voto non lo soddisfa, può addirittura richiederne la revisione e il miglioramento, dietro la consultazione di ulteriore materiale documentario! Un giudizio, dunque, tranciante e senza repliche!
Le analisi di Moody's, S&P e Fitch dunque altro non sono altro che colossali bidonate. Cos'altro potrebbe provenire dunque da enti di dubbia affidabilità, coinvolti da clamorosi conflitti di interesse, controllati da dubbi fondi di investimento e in stretto contatto con la destra conservatrice americana? Sorpende, soprattutto, che non esistano meccanismi giuridico-sanzionatori in grado di controllare l'operato svolto dalle agenzie di rating. Il giudizio e il monitoraggio del debito mondiale viene in tal modo a dipendere dalle evanescenze arbitrarie di quattro cialtroni, in grado di promuovere o bocciare, sanzionare o premiare interi sistemi economici. Talmente "affidabili", inoltre, da non prevedere nemmeno il crollo di Lehman Brothers nel 2008, tanto da conservare la tripla A nell'esame sul debito americano. Ma è solo un caso che si fosse trattato della patria della libertà.
Loro si, che sono liberi di giudicare.
Le agenzie di rating sono diverse, per numero e qualità. Eppure a livello globale sono essenzialmente tre che fanno la differenza: Moody's, Standard & Poor's e Fitch Ratings. E basta esaminare l'assetto proprietario di ognuna di queste per capire di chi stiamo parlando. All'interno di Moody's a fare la voce grossa è la Berckshire Hathaway Inc. controllata da Warren E. Buffett, il secondo uomo più ricco al mondo, amico fraterno dei Rotschild, la secolare dinastia di banchieri che controlla l'Europa dalla testa ai piedi. La proprietà di Standard's and Poor è invece di McGraw-Hill Companies Inc., leader mondiale nel settore della comunicazione e dell'editoria.
Ma come funzionano i loro giudizi? Attraverso un filtro di massa, facilitato anche dal controllo delle agenzie sul sistema comunicativo mondiale (vedi Standard & Poor's), queste ultime sono state in grado di rendere le loro pagelle del tutto "obiettive e naturali". In realtà la necessità di avere un rating (una sorta di "voto") è prevista per regolamento da molti fondi di investimento. Accade così che un ente giuridico-economico che emette obbligazioni si rivolga all'agenzia per ottenere il rating, dietro pagamento di un lauto compenso. E, se il voto non lo soddisfa, può addirittura richiederne la revisione e il miglioramento, dietro la consultazione di ulteriore materiale documentario! Un giudizio, dunque, tranciante e senza repliche!
Le analisi di Moody's, S&P e Fitch dunque altro non sono altro che colossali bidonate. Cos'altro potrebbe provenire dunque da enti di dubbia affidabilità, coinvolti da clamorosi conflitti di interesse, controllati da dubbi fondi di investimento e in stretto contatto con la destra conservatrice americana? Sorpende, soprattutto, che non esistano meccanismi giuridico-sanzionatori in grado di controllare l'operato svolto dalle agenzie di rating. Il giudizio e il monitoraggio del debito mondiale viene in tal modo a dipendere dalle evanescenze arbitrarie di quattro cialtroni, in grado di promuovere o bocciare, sanzionare o premiare interi sistemi economici. Talmente "affidabili", inoltre, da non prevedere nemmeno il crollo di Lehman Brothers nel 2008, tanto da conservare la tripla A nell'esame sul debito americano. Ma è solo un caso che si fosse trattato della patria della libertà.
Loro si, che sono liberi di giudicare.