Si è conclusa la prima parte del Festival di Sanremo, il Festival della canzone italiana. Ieri sera, dopo le quattro eliminazioni di mercoledì, ci sono stati i due ripescaggi. Niente di nuovo dal risultato emerso: come da pronostico vanno avanti Gigi D'Alessio & Bertè, Pierdavide Carone & Dalla. Come da pronostico, perché sono i più quotati al televoto, hanno un pubblico più vasto, i primi trainati dai fan di Gigi D'Alessio, e i secondi dal pubblico giovane e dei talent. Niente di male, intendiamoci, ma il meccanismo sanremese continua ad essere troppo lacunoso e prevedibile. La serata del giovedì segna lo spartiacque tra il primo ascolto delle canzoni e la fase di gara più dura e decisiva: stasera ci sarà il verdetto dei giovani ed, infine, sabato il verdetto finale della kermesse musicale. Ma la terza serata è stata caratterizzata dalla musica italiana famosa nel mondo: grandi canzoni della storia della musica, che hanno varcato i confini nazionali per essere incise dai più grandi interpreti mondiali. Nonostante le grandi aspettative, la serata è stata piuttosto deludente per vari motivi e tante lacune.
DUETTI POCO DUETTI. Non si può interpretare una canzone del passato e renderla attuale con uno o più altri artisti, senza provarla e riprovarla e riprovarla: ieri sera è stata la sagra dell'improvvisazione. Ecco alcuni esempi: Emma e Gary Go: Emma sbaglia un attacco nel corso della canzone e l'amalgama è assolutamente impalpabile. Come se non bastasse, a fine canzone, Morandi provoca una gaffe assurda chiedendo ad Emma "complimenti, siete davvero affiatati, vi conoscete da parecchio?" ed Emma risponde "no...abbiamo solo pranzato insieme". Evviva la sincerità. Arisa e Josè Feliciano: Dopo una bella performance con la canzone "Que serà", ecco Morandi che ne combina un'altra: Feliciano attacca con "C'era un ragazzo" e, per continuare la sagra dell'improvvisazione, le frasi della canzone sono intervallate da momenti di silenzio, nessuno dei due sa quale parte cantare. Grande emozione, si, ma soprattutto grande approssimazione.
CHI PRESENTA?!? Lo scorso anno Morandi con la sua genuinità e semplicità aveva conquistato il pubblico, quest'anno, le sue doti, si sono trasformate in debolezze: incapacità di presentare un artista e di andare al di fuori del gobbo, incapacità di interloquire con gli ospiti, soprattutto stranieri, e Papaleo prende il sopravvento. Eloquente è stato il tentativo di intervista a Gary Go: Morandi ed Emma, non riuscivano a chiedere al cantante britannico di cantare la sua canzone più famosa, spiaccicavano parole in inglese senza senso. Dopo secondi di imbarazzo, il povero cantante è riuscito (da solo) a capire cosa volevano i due "poveri idioti". Grande performance.
Naturalmente non c'è solo il male in queste prime tre serate. Mi riservo un giudizio sulle canzoni per la conclusione del festival. Tornando ai duetti, alcuni sono stati interessanti e piacevoli, come la versione di "Romagna mia" di Bersani - Goran Bregović, la performance di Renga, di Al Jarreau, Eugenio Finardi e Noa, Noemi e Sarah Jane Morris. Da dimenticare le performance di Shaggy (ha passato tutto il tempo della canzone a guardare il "di dietro" di Chiara Civello), e abbastanza inutili gli interventi di grandi della musica mondiale un po' attempati come Patti Smith e Brian May. Per entrambi, l'emozione nel vederli sul palco è tanta, ma diciamoci la verità, se mancano dalle scene da decine di anni ci sarà un motivo, non sono più nello splendore della loro maturità artistica. Sono certamente carismatici, ma niente di più. Che dire di Rocco Papaleo, bravo, divertente, simpatico, ma forse troppo "tecnico" parafrasando il suo motto sanremese, e delle volte eccede ed esagera lasciando il pubblico abbastanza interdetto. E Ivana?!? Beh non possiamo aspettarci di più. Ha imparato l'italiano da poche settimane, è già molto. Probabilmente non è lei che è sbagliata, ma la scelta di partenza. Come detto prima, mi riservo un giudizio sulle canzoni, dopo la serata di sabato. I primi ascolti sono spesso ingannevoli. Quindi, domenica, ci sarà un grande pagellone sul Festival della canzone italiana, sperando che lo sia ancora.
DUETTI POCO DUETTI. Non si può interpretare una canzone del passato e renderla attuale con uno o più altri artisti, senza provarla e riprovarla e riprovarla: ieri sera è stata la sagra dell'improvvisazione. Ecco alcuni esempi: Emma e Gary Go: Emma sbaglia un attacco nel corso della canzone e l'amalgama è assolutamente impalpabile. Come se non bastasse, a fine canzone, Morandi provoca una gaffe assurda chiedendo ad Emma "complimenti, siete davvero affiatati, vi conoscete da parecchio?" ed Emma risponde "no...abbiamo solo pranzato insieme". Evviva la sincerità. Arisa e Josè Feliciano: Dopo una bella performance con la canzone "Que serà", ecco Morandi che ne combina un'altra: Feliciano attacca con "C'era un ragazzo" e, per continuare la sagra dell'improvvisazione, le frasi della canzone sono intervallate da momenti di silenzio, nessuno dei due sa quale parte cantare. Grande emozione, si, ma soprattutto grande approssimazione.
CHI PRESENTA?!? Lo scorso anno Morandi con la sua genuinità e semplicità aveva conquistato il pubblico, quest'anno, le sue doti, si sono trasformate in debolezze: incapacità di presentare un artista e di andare al di fuori del gobbo, incapacità di interloquire con gli ospiti, soprattutto stranieri, e Papaleo prende il sopravvento. Eloquente è stato il tentativo di intervista a Gary Go: Morandi ed Emma, non riuscivano a chiedere al cantante britannico di cantare la sua canzone più famosa, spiaccicavano parole in inglese senza senso. Dopo secondi di imbarazzo, il povero cantante è riuscito (da solo) a capire cosa volevano i due "poveri idioti". Grande performance.
Naturalmente non c'è solo il male in queste prime tre serate. Mi riservo un giudizio sulle canzoni per la conclusione del festival. Tornando ai duetti, alcuni sono stati interessanti e piacevoli, come la versione di "Romagna mia" di Bersani - Goran Bregović, la performance di Renga, di Al Jarreau, Eugenio Finardi e Noa, Noemi e Sarah Jane Morris. Da dimenticare le performance di Shaggy (ha passato tutto il tempo della canzone a guardare il "di dietro" di Chiara Civello), e abbastanza inutili gli interventi di grandi della musica mondiale un po' attempati come Patti Smith e Brian May. Per entrambi, l'emozione nel vederli sul palco è tanta, ma diciamoci la verità, se mancano dalle scene da decine di anni ci sarà un motivo, non sono più nello splendore della loro maturità artistica. Sono certamente carismatici, ma niente di più. Che dire di Rocco Papaleo, bravo, divertente, simpatico, ma forse troppo "tecnico" parafrasando il suo motto sanremese, e delle volte eccede ed esagera lasciando il pubblico abbastanza interdetto. E Ivana?!? Beh non possiamo aspettarci di più. Ha imparato l'italiano da poche settimane, è già molto. Probabilmente non è lei che è sbagliata, ma la scelta di partenza. Come detto prima, mi riservo un giudizio sulle canzoni, dopo la serata di sabato. I primi ascolti sono spesso ingannevoli. Quindi, domenica, ci sarà un grande pagellone sul Festival della canzone italiana, sperando che lo sia ancora.