
Pierluigi Bersani, invece, sceglie la via del silenzio, come gli imputati che si affidano speranzosi ai propri legali, e decide di non rispondere ai quesiti di Travaglio. Non domande di fisica quantistica, sia chiaro, ma due sole, semplici e secche: come mai il PD è favorevole alla costruzione di un'opera di dimensioni bibliche, inutile e dannosa? E quale è il ruolo della CMC, già condannata per disastro ambientale nell'ambito del processo ai cantieri Tav Bologna-Firenze, in tutto questo? Scolaro compunto, Bersani incrocia le zampette mefitiche e serba il silenzio, come chi non ha ripassato la lezione, ma sa che, oggi, domani e anche dopodomani, riuscirà pur sempre a farla franca.
Eugenio Scalfari, attempato fondatore ed editorialista di "Repubblica", il giornale degli italiani "per bene", si chiede come mai i giovani valsusini e non siano tanto accaniti nei confronti di un'opera che, pur essendo inutile, pericolosa, devastatrice dell'ambiente, gravosa per il bilancio, letale per la salute, è pur sempre...veloce. Porta d'accesso al futuro. "Perchè, o giovani, odiate la velocità?".
Bisognerebbe chiedere a tutti lorsignori, che sono stati eletti o addirittura si eleggono a coscienza civile del popolo di sinistra in Italia, se davvero sappiano, che cosa sappiano, e se davvero hanno intenzione di sapere qualcosa di questi cittadini. E la battaglia No Tav costituisce il terreno più fertile per un simile esperimento: perchè è di tutti e non peculiare di un unico territorio; perchè è la rivalsa dei territori contro l'arroganza del potere politico: quel potere centrale che, in un sistema che non funziona più come quello della democrazia rappresentativa, impone barbaramente le sue decisioni senza la minima cura delle realtà locali. E le impone con la pretesa forza di un'arma, la "legalità", che alle orecchie dei valsusini e di chi porta avanti queste lotte non ha più alcun valore.
Tante, troppe volte quella parola è stata sinonimo di ingiustizia.