Riesce difficile metter giù qualche riga, o solo tentare di parlare d'altro, in questi giorni nefasti nei quali la terra trema non molto lontano da noi, seminando distruzione e disperazione, lasciando macerie, cumuli di terra e soprattutto morte. Una morte ingiusta almeno quanto improvvisa ed imprevedibile. Sebbene ben poco ci sia da dire su calamità di una simile portata (che molti di noi, dei più grandi, ben ricordano: andando indietro nel tempo, L'Aquila, l'Umbria fino al ricordo ancora troppo fresco della catastrofe dell'80 proprio nella nostra terra), non posso non esternare una qualche riflessione venuta d'impatto, cercando comunque di non strumentalizzare la faccenda e di non travalicare il limen, inviolabile, che separa ciascuno di noi da tutti quegli eventi che meritano, in un modo o in un altro, un dovuto e distaccato rispetto.
Non si può non notare come anche un evento del tutto esterno alla nostra volontà, alla nostra consapevole libera determinazione, abbia fatto una atroce selezione delle sue vittime: nella sola giornata di ieri, sono stati ben otto gli operai morti sul lavoro. Molte delle fabbriche interessate dai crolli, è vero, avevano ricevuto l'agibilità, sebbene molti lavoratori avessero manifestato tutte le loro remore in ordine ad un ritorno all'interno delle aziende; sospetti che, ai loro occhi, si sono palesati con la verità, troppo ingiusta e canaglia, della morte. Capannoni vecchi ed usurati, in alcuni casi, paure malcelate in molti altri casi, qualche disperso ancora sepolto dalle macerie: e la certezza, oggettiva, che di fronte alla morte tutti sono uguali. Ma anche che molto spesso il destino, o chi per lui, mieta sempre le stesse vittime.
Ecco perchè stonano, in modo piuttosto indecoroso, le parole ed i fatti provenienti da molti rappresentanti delle istituzioni: da un Esecutivo che vuole mettere mano al rapporto di lavoro quando, a garanzie ancora (formalmente) intatte, tanti operai non si sentono, a ragione, efficacemente tutelati dalle prescrizioni in materia di sicurezza; sino al decreto-legge in materia di disposizioni sul riordino urgente della Protezione Civile, ove si prevede il trasferimento al cittadino delle spese per la ricostruzione degli edifici distrutti dal terremoto (per fortuna, al momento, in fase transitoria). Passando, inoltre, per le parole di un Presidente della Repubblica ostinato a far celebrare una giornata, quella del 2 Giugno, che nulla avrà di festoso; ed i cui costi, magari, potevano essere almeno in parte destinati a finanziare la ripresa di una Regione colpita al cuore: una richiestq, quest'ultima, che si fa largo insistentemente in quasi tutti gli ambienti di lavoro. Insomma, insieme ai corpi di tante vittime innocenti, ciò che rischia di perire sotto le macerie sono le istanze sociali, le garanzie di un lavoro e di un'esistenza quantomeno in sicurezza.
Nel frattempo, proprio in questi giorni l'ex Presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, è stato posto agli arresti domiciliari per presunte tangenti, ammontanti a circa 5,7 milioni di euro. Ponzellini è, soprattutto, il numero uno della Impregilo Spa che, tra i tanti affari contratti, è stata tra i le imprese costruttrici della Casa dello Studente dell'Aquila. Quando si dice il caso. A volte sin troppo limpido, ed ingiusto.
Non si può non notare come anche un evento del tutto esterno alla nostra volontà, alla nostra consapevole libera determinazione, abbia fatto una atroce selezione delle sue vittime: nella sola giornata di ieri, sono stati ben otto gli operai morti sul lavoro. Molte delle fabbriche interessate dai crolli, è vero, avevano ricevuto l'agibilità, sebbene molti lavoratori avessero manifestato tutte le loro remore in ordine ad un ritorno all'interno delle aziende; sospetti che, ai loro occhi, si sono palesati con la verità, troppo ingiusta e canaglia, della morte. Capannoni vecchi ed usurati, in alcuni casi, paure malcelate in molti altri casi, qualche disperso ancora sepolto dalle macerie: e la certezza, oggettiva, che di fronte alla morte tutti sono uguali. Ma anche che molto spesso il destino, o chi per lui, mieta sempre le stesse vittime.
Ecco perchè stonano, in modo piuttosto indecoroso, le parole ed i fatti provenienti da molti rappresentanti delle istituzioni: da un Esecutivo che vuole mettere mano al rapporto di lavoro quando, a garanzie ancora (formalmente) intatte, tanti operai non si sentono, a ragione, efficacemente tutelati dalle prescrizioni in materia di sicurezza; sino al decreto-legge in materia di disposizioni sul riordino urgente della Protezione Civile, ove si prevede il trasferimento al cittadino delle spese per la ricostruzione degli edifici distrutti dal terremoto (per fortuna, al momento, in fase transitoria). Passando, inoltre, per le parole di un Presidente della Repubblica ostinato a far celebrare una giornata, quella del 2 Giugno, che nulla avrà di festoso; ed i cui costi, magari, potevano essere almeno in parte destinati a finanziare la ripresa di una Regione colpita al cuore: una richiestq, quest'ultima, che si fa largo insistentemente in quasi tutti gli ambienti di lavoro. Insomma, insieme ai corpi di tante vittime innocenti, ciò che rischia di perire sotto le macerie sono le istanze sociali, le garanzie di un lavoro e di un'esistenza quantomeno in sicurezza.
Nel frattempo, proprio in questi giorni l'ex Presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, è stato posto agli arresti domiciliari per presunte tangenti, ammontanti a circa 5,7 milioni di euro. Ponzellini è, soprattutto, il numero uno della Impregilo Spa che, tra i tanti affari contratti, è stata tra i le imprese costruttrici della Casa dello Studente dell'Aquila. Quando si dice il caso. A volte sin troppo limpido, ed ingiusto.