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Cultura

Mostre, da Previati a Boccioni: Ferrara diventa la culla del dialogo artistico

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Category: Arte
By Rosanna Auriemma
Rosanna Auriemma
18.May
Hits: 848
Ferrara. La primavera non ci ha ancora lasciati e decide di addolcire l'aria con una ventata di arte e cultura in quel di Ferrara, esponendo il fascino della mostra "Stati d'animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni". L'evento, che terrà i suoi battenti aperti fino al 10 giugno, propone una freschezza di dialogo quanto mai inedito tra i più grandi artisti dell'Ottocento e del Novecento italiano. Culla di questo agglomerato di voci ed echi, che negli anni si sono confrontate e influenzate vicendevolmente, non poteva che essere l'imponente e maestoso Palazzo dei Diamanti, simbolo dello splendore rinascimentale della nostra Italia. L'aspetto che rende unica questa esposizione è racchiuso nello stesso tema intorno al quale ruota l'intero programma artistico ferrarese, ovvero gli stati d'animo. E' la psiche umana che viene messa in evidenza, è l'arte di guardare le cose, è il modo in cui percepiamo le vibrazioni che tutt'ora dalla tela giungono fino a noi, attraverso l'abile maestria con cui il genio dell'artista ha accompagnato il suo pennello. Sono i moti vorticosi dell'animo che prendono forma, si colorano di luci ed ombre, si mischiano esaltandosi a vicenda in un continuo gioco simbolico. La mostra "Stati d'animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni" è organizzata da Fondazione Arte e Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, a cura di Chiara Vorrasi, Fernando Mazzocca, Maria Grazia Messina, che scelgono di indagare la psiche degli artisti più illustri in questi 100 anni di storia. Si tratta di un momento importante non soltanto per gli appassionati e gli studiosi ma per l'arte in sé e, in particolare, per quella moderna e contemporanea, che tanto ha appreso dai grandi maestri fin de siècle. E' un evento prestigioso anche in virtù del periodo storico in cui siamo immersi. L'era del digitale, del web 3.0 ci crea un mondo parallelo di cui non possiamo fare più a meno ma, nonostante questo incessante bisogno di essere sempre interconnessi, emerge il forte desiderio di ritorno alle origini verso quell'idilliaca Arcadia che solo l'arte con le sue figure e il suo immaginario è in grado di offrire. Non va dimenticato che Ferrara vanta antichi natali. E' qui che Gaetano Previati nacque ed è qui che trascorse gli anni dell'infanzia. In questa mostra di così elevato taglio artistico e culturale, l'artista si cala nei panni di padrone di casa, pronto ad accogliere i più illustri nomi in cui in vita si è imbattuto o dai quali è rimasto fortemente attratto. In mostra sono presenti alcuni dei dipinti cardine per l'arte otto-novecentesca, divenuti un vero e proprio manifesto a livello mondiale. Si presenta come un viaggio alla scoperta dello spirito che muove l'artista in fase di creazione alla ricerca di quell'equilibrio tanto delicato quanto instabile tra luci ed ombre, chiaro e scuro, gioia e dolore. Dal capolavoro di Giovanni Segantini "Ave Maria a trasbordo" alla "Maternità" di Gaetano Previati fino a giungere al trittico degli "Stati d'animo" di Umberto Boccioni, per accennare solo ad alcuni capolavori che i visitatori potranno ammirare nella magia del Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Il simbolismo e il divisionismo tornano in scena nel XXI secolo con i suoi eccelsi esponenti, che di questi movimenti ne hanno fatto uno stile di vita. Ai già citati Segantini e Previati, si aggiungono Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, lo scultore impressionista Medardo Rosso, fino ad arrivare all'esordio novecentesco del Futurismo con Balla, Carrà e Boccioni. Quest'ultimo, in particolar modo, seppe creare con forte dirompenza un linguaggio totalmente nuovo, frutto di un attento studio delle testimonianze provenienti dalle generazioni precedenti, di cui egli stesso fu spettatore. All'interno di questo progetto bisogna ammettere che Gaetano Previati occupa un posto di rilevanza, in quanto ha fin da subito caratterizzato la sua arte per l'armonia con cui corpi e le forme comunicano tra loro, quasi come se una melodia facesse da tramite fra il soggetto e il suo spirito, che si trasforma in uno stato d'animo. Ed è proprio da questa figura di grande spicco che nasce l'idea della mostra. Previati, per il patrimonio artistico che ci lascia in eredità, rappresenta a tutti gli effetti l'esempio di catena che attanaglia a sé da un lato le ideologie dell'Ottocento e dall'altro i nuovi movimenti d'avanguardia novecenteschi. E' il tramite tra due epoche di forte rilevanza culturale, il ponte che congiunge due periodi storici totalmente differenti in un continuo dialogo grazie alla sua forza espressiva. Alle spalle della mostra "Stati d'animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni" vi è un intenso lavoro di ricerca e recupero di archiviazione, di analisi e revisione critica delle fonti, che non sarebbe stato facile ottenere senza l'essenziale contributo dei curatori della mostra, di autorevoli specialisti che collaborano alla rivista, oltre all'intervento di un comitato scientifico, composto da studiosi di fama internazionale. In questo percorso espositivo è stato importante soprattutto il sostegno da parte di grandi musei europei e americani e l'interesse di noti collezionisti privati, che hanno reso possibile la presenza di capolavori come "Beata Beatrix" di Dante Gabriel Rossetti delle National Galleries of Scotland, "Fugit Amor" del Musée Rodin, a cui si aggiunge "Ricordo di un dolore" di Pellizza da Volpedo dall'Accademia Carrara e "Risata" di Boccioni, proveniente dal MoMA. La mostra è un vero e proprio labirinto tra stili artistici differenti. Parte dal verismo psicologico, da cui man mano si distacca, andando incontro ad un processo di rarefazione che sfocia in quel dinamismo e astrattismo propri del movimento futurista. L'allestimento della location è stato curato con minuzia dallo Studio Ravalli, poiché diventa parte integrande della mostra stessa. E' l'oscurità a padroneggiare negli ampi saloni del Palazzo dei Diamanti per ricreare un luogo onirico, sospeso tra realtà e immaginazione. Il materiale si fonde con l'immateriale e si pone in un intimo rapporto con lo spettatore. Filmati e suoni in sottofondo accrescono quel senso di melanconia, che sprigiona la paura mista a desiderio di liberazioni delle proprie pulsioni, delle proprie emozioni per raggiungere l'aspetto più sublime dei propri stati d'animo.
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