Tre città piemontesi ospiteranno le opere dell'artista rinascimentale Gaudenzio Ferrari. Da Varallo a Vercelli fino a Novara, dove avrà termine l'esposizione delle realizzazioni dell'artista, scultore ed architetto. L'iniziativa è mirata alla riscoperta del gusto del bello, della luce e dei colori nonché della fede ad opera di un artista locale. I principali soggetti e committenti, come spesso accade, furono costituiti dal mondo religioso. Le città privilegiate per l'evento sono quelle dove sono già presenti alcune opere e dove ne arriveranno tante altre da musei nazionali ed internazionali, visto che rappresentano i luoghi principali del percorso artistico e della vita dell'autore. Infatti, i centri storici delle medesime costituiscono un'atmosfera sensazionale dove la morfologia urbana rinascimentale è rimasta intatta. Nato approssimativamente tra il 1470 e il 1488 nel Ducato di Milano, Ferrari arricchì il suo stile assimilando i caratteri tipici di Bramante e di Da Vinci, con influenze del Perugino e di Raffaello Sanzio, culminando così nella corrente del manierismo. In Valsesia Ferrari intraprese la sua carriera, in particolare fu a Varallo che ebbe inizio il suo cammino artistico. L'opera più caratteristica che realizzò fu la "Crocifissione" (1513) nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. L'opera si sviluppa verticalmente ed è molto suggestiva, infatti è possibile constatare la ricchezza dei dettagli: in basso sono presenti le tre Marie distrutte dal dolore mentre i soldati romani giocano ai dadi per vincere le vesti di Gesù. Sullo sfondo si nota la città di Gerusalemme, il cielo è raffigurato con demoni e angeli, questi ultimi soggetti molto ricorrenti. L'affresco trasmette indubbiamente le emozioni dei personaggi, dal dolore allo strazio. Successivamente Ferrari operò presso il Sacro Monte nella medesima città, dove realizzò sculture lignee molto pregiate oltre che le cappelle, manifestando così il suo talento come scultore e architetto. Altri lavori vennero realizzati nella Collegiata di San Gaudenzio e nella Cappella della Madonna di Loreto. A Vercelli l'artista proseguì con delle opere molto suggestive quali le "Storie della Vergine" e le "Storie della Maddalena" presso la Chiesa di San Cristoforo, dove raffigurò anche "La Madonna degli aranci". Messa da parte la scultura Ferrari si concentrò con gli affreschi, dove decorò il polittico presso la Congregazione di Sant'Anna caratterizzato dalla miriade di scene bibliche molto accurate nei dettagli e animate con tonalità molto vivaci. Fu in quel periodo (1508) che l'artista intraprese un viaggio formativo in varie cittadine italiane, in particolare a Roma, dove assimilò lo stile di Perugino. Un soggetto molto ricorrente è costituito dalle figure angeliche, presenti tra l'altro nella cupola del Santuario della Madonna dei Miracoli a Saronno. Gli angeli sono raffigurati in formazioni concentriche e con strumenti musicali, anche fantasiosi, descrivendo così un paradiso vivo e giocondo. A Novara, infine, culminò la sua carriera con il massimo dell'espressione artistica con gli affreschi nella basilica di San Gaudenzio dove vennero decorati altri polittici. Un esempio dello stile manierista che Ferrari assimilò in quel periodo è testimoniato da "L'ultima cena" della chiesa di Santa Maria della Passione. L'artista morì a Milano nell'anno 1537 dove visse gli ultimi anni. In sintesi Gaudenzio Ferrari investì costantemente sul proprio talento attraverso un viaggio durato tutta la vita. Un cammino formativo e ricco sia di esperienze che di passione artistica, per essere parte della fioritura rinascimentale italiana. Oggi il suo operato è ancora vivo e la sua impronta è immortale. Ogni giorno, lì, nelle chiese, le sue realizzazioni raccontano la sua storia, attraverso figure ed immagini di un mondo che non esiste più. Sarà possibile essere partecipi di queste testimonianze dal 24 marzo al primo luglio a Novara e Vercelli, mentre a Varallo la mostra sarà fruibile fino al 16 settembre.
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