Venezia. Dal 7 settembre al 6 gennaio la Serenissima ospiterà una mostra dedicata al rinomato artista locale Tintoretto ( 1519 - 1594 ). Il palazzo del Doge e le gallerie dell'Accademia di Venezia saranno le sedi di questa splendida mostra nata nell'ambito di un progetto di ricerca, che ha visto la sinergia della Fondazione musei civici di Venezia e della National Gallery of art di Washington, ideato per celebrare i 500 anni di nascita dell'artista grazie anche al sostegno di Save Venice Inc. e al supporto di Louis Vuitton.
La rassegna sarà a cura degli esperti internazionali Robert Echols e Frederick Ilchman e sarà diretta dalla storica dell'arte Gabriella Belli. Grazie a questa regia si potranno ammirare 50 dipinti e 20 disegni provenienti da collezioni private e musei internazionali tra i quali il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra e il Philadelphia Museum of art. L'artista Jacopo Robusti, meglio conosciuto con il nome di Tintoretto per via della professione di tintore del padre, iniziò il suo percorso artistico come apprendista presso la bottega del celebre Tiziano, abbandonata dopo pochi giorni per via di alcune divergenze che gli procurarono il soprannome di "furioso" da parte del Vasari. Dopo il brusco episodio Tintoretto proseguì lo studio presso altri maestri dove acquisì le tecniche manieriste ed un'ottima padronanza delle luci. Il suo stile si distinse per l'accurata elaborazione di figure e per i colori fortemente espressivi grazie al contrasto delle luci. La sua abilità deriva, come raccontato dall'artista Carlo Ridolfi, dalla consuetudine di realizzare prima di dipingere le medesime scene attraverso modellini tridimensionali in stoffa, legno e ceramica, ponendo delle candele come fonti luminose per studiare la diffusione delle ombre. L'artista si specializzò in particolare nella realizzazione di scene bibliche rivolgendosi quindi alle numerose comunità religiose della laguna. Nel 1564, infatti, la Scuola Grande di San Rocco, sede della confraternita dell'omonimo santo invocato durante le epidemie, gli commissionò la decorazione delle varie sale. Tra i principali dipinti realizzati all'interno figura "Il miracolo dello schiavo", conosciuto anche col nome "Il miracolo di San Marco", che ritrae l'evangelista che scende dal cielo in salvo di uno schiavo che rischia di essere ucciso per aver reso devozione alle spoglie del santo. Molto accurata risulta l'espressione allibita del padrone della vittima. Un'altra opera suggestiva risulta essere "La crocifissione" dove dal corpo del Cristo si diffonde a 360 gradi una luce che spiazza le tenebre mentre sullo sfondo una miriade di personaggi sono intenti in varie azioni: le tre Marie straziate dal dolore, i soldati al lavoro con le altre croci e così via. Infine, un'altra opera di particolare pregio di Tintoretto è "Il trafugamento del corpo di San Marco", custodito però presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, che ritrae un gruppo di veneziani intenti a salvare il corpo del santo mentre i turchi fuggono a causa dell'intervento divino che si manifesta sotto forma di fulmini e venti come suggerisce lo sfondo. Inoltre, il volto di uno dei protagonisti corrisponde a quello dell'autore.
Come si evince, Tintoretto riuscì ad emergere come artista grazie al suo spirito innovatore e, soprattutto, grazie alle numerose commissioni religiose che gli consentirono di farsi conoscere da un pubblico sempre più vasto. Tra i molteplici figli che ebbe (in matrimonio e non) ci furono alcuni che seguirono la sua strada di artista: Domenico, Marco e Marietta detta "la Tintoretta" che si specializzò nei ritratti. Tutto questo prezioso lascito, però, non sarà esposto soltanto a Venezia: infatti, dal 3 marzo fino al 30 giugno 2019, la mostra proseguirà per la prima volta in assoluto oltreoceano presso la National Gallery of art di Washington.