
Monteforte Irpino. Ancora non si sono spenti i riflettori su una delle tragedie più cruente che l'Irpinia ricordi dai tempi del terremoto dell'80, che già si fanno i primi bilanci sull'efficienza della macchina dei soccorsi, attivatasi pochi minuti dopo la segnalazione del servizio 118. Anche le indagini giudiziarie, condotte dal Procuratore avellinese Rosario Cantelmo, prendono piede, evincendo particolari che fanno riflettere. L'autobus che conduceva i 48 passeggeri - di cui 6 minori, fortunatamente tra i superstiti - sul viadotto Acqualonga, era di ritorno da una gita nel telesino, quando il conducente Ciro Lametta ha perso il controllo del mezzo, per cause ancora da accertare, travolgendo alcune macchine in carreggiata e costeggiando per diversi metri i "new jersey" - le barriere di cemento armato che delimitavano i bordi del viadotto - fino a sfondarne alcuni che sono crollati sul mezzo stesso una volta precipitato nella scarpata sottostante, dopo un volo di oltre 30 metri. Il bilancio è di 39 vittime e 11 feriti. Testimoni parlano della forte velocità con cui il conducente affrontava quel tratto di strada, che tra l'altro è stato già 3 anni fa protagonista di un incidente dai risvolti tragici - un autobus che si schiantò contro un tir che trasportava marmo - mentre altri raccontano della cattive condizioni in cui il mezzo versava: già 1 km prima avrebbe perso alcuni pezzi lungo il tratto dell'autostrada A16, che avrebbe ricondotto il gruppo, quasi tutto di Pozzuoli e delle zone limitrofe, a casa. Risulta inoltre, dalle prime verifiche degli inquirenti e dalle parole del Ministro Lupi, accorso a visitare i familiari delle vittime, raccolte nell'Istituto comprensivo "Aurigemma" di Monteforte per le operazioni di riconoscimento dei corpi, che l'autobus fosse stato immatricolato nel 1995 e revisionato nel 2008 e che non fosse in regola per effettuare spostamenti.
Le indagini per i reati di omicidio plurimo colposo e strage colposa proseguono: sono stati richiesti anche ad Autostrade Italiane i filmati provenienti dalle telecamere collocate in loco. La stessa società potrebbe essere indagata per le cattive condizioni in cui versava il tratto di strada: le barriere non erano fissate all'asfalto, sulla tratta c'erano lavori in corso e le misure di sicurezza erano pressoché inadeguate. L'autobus è precipitato intorno alle ore 22.00 del 28 luglio in un piccolo triangolo di terreno a ridosso della strada provinciale Taurano-Monteforte. I primi a trovarsi di fronte ad uno scenario apocalittico sono stati 4 giovanissimi di Lauro, di ritorno da una giornata di mare. Una volta allertati i soccorsi, hanno provveduto a mettere in salvo i bambini, i primi che sono stati caricati sulle ambulanze del 118 del capoluogo di provincia. I soccorritori, resisi conto della gravità dell'evento, hanno contattato immediatamente le squadre dei vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza la scena e chiesto l'aiuto di ambulanze provenienti dalle province limitrofe. Ad accorrere sul posto i volontari di Croce Rossa di tutta la provincia di Avellino, ma anche di Napoli, Caserta, Salerno, Battipaglia e Giffoni Valle Piana, per un totale di 120 risorse in campo e 10 autoambulanze. I superstiti e i feriti sono stati dirottati negli ospedali di Avellino, Nola e Napoli.
La macchina dei soccorsi si è mossa in maniera implacabile e instancabile: in coordinamento con la Misericordia, e il Comune di Monteforte Irpino, la Croce Rossa ha provveduto all'allestimento di un posto medico avanzato nell'Istituto Comprensivo "Aurigemma", messo a disposizione dal Primo Cittadino, De Stefano, il quale, grazie anche alla generosità dei suoi concittadini, ha potuto distribuire un pasto caldo ai familiari. Oltre 600 i litri d'acqua che sono stati distribuiti alla popolazione dai volontari, che si sono alternati incessantemente, oltre 50 interventi per malore sono stati effettuati a favore dei familiari delle vittime. I presenti sulla scena riferiscono di un dolore straziante ma allo stesso tempo composto e dignitoso. Toccanti le parole del Responsabile dell'Ufficio Stampa della Cri regionale Francesco Cimmino: "Queste persone oramai non ha più lacrime da piangere". Le 35 bare (4 persone sono decedute in ospedale) erano allineate in fila nella palestra dell'Istituto e le operazioni di riconoscimento sono state davvero strazianti, poiché molti dei cadaveri erano violentemente sfigurati. Una nota di merito va alla Croce Rossa, che ha messo in campo una risorsa ulteriore ovvero 2 squadre SSEP ( Squadre Supporto per l'Emergenza Psicosociale). Composta da esperti in Psicologia dell'Emergenza, la task force ha membri provenienti da Avellino, Napoli e Caserta e ha provveduto a supportare i parenti e i soccorritori stessi nel difficile compito di digerire le emozioni negative della giornata e facilitare il percorso di elaborazione del lutto. Gli stessi stanno attualmente seguendo i volontari con percorsi dedicati, per affrontare le conseguenze della sindrome da stress post-traumatico che generalmente colpisce chi ha vissuto in maniera ravvicinata situazioni emergenziali.
Una volta terminate le operazioni di riconoscimento, le salme sono state condotte al di fuori dell'Istituto, alla volta del Palazzetto di Pozzuoli, dove è stato celebrato ieri il rito funebre dall'Arcivescovo di Pozzuoli, Monsignor Pascarella. Un cordone umano, silenzioso, di volontari appartenenti a tutte le Associazioni intervenute, si è stretto e ha accompagnato il percorso delle bare, quasi a voler abbracciare ogni singolo defunto. Un lavoro encomiabile, fatto gomito a gomito, senza campanilismi e sull'onda dell'emozione, testimoniato dalle parole del Sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, che ha ringraziato tutti i volontari, e di quello di Monteforte Irpino, che ha scritto una lettera aperta affidata agli organi di stampa. Parole di cordoglio quelle del Vescovo durante l'omelia: l'invito è stato quello alla correttezza, al "rispetto delle regole", affinché episodi del genere non si verifichino mai più, e soprattutto a non abbandonare i superstiti e le famiglie colpite dal lutto, prossime a vivere non solo il dolore ma anche la difficoltà economica derivata dalla perdita di chi era economicamente produttivo. La Redazione di Irno.it si stringe al dolore e al lutto delle famiglie vittime di questa tragica fatalità, sperando che presto giustizia venga fatta.