
Vienna. E' stato siglato il 14 Luglio a Vienna, dopo diversi mesi di trattative, lo storico accordo sul programma nucleare iraniano da parte di Teheran e dei paesi del gruppo 5+1. L'intesa, raggiunta dopo lunghi e faticosi negoziati diplomatici, prevede che l'Iran riduca di due terzi le sue capacità di arricchimento dell'uranio, fermando l'impianto di Fordow e rimuovendo il nucleo del reattore della centrale nucleare di Arak. Teheran permetterà inoltre agli ispettori dell'Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) di visitare i propri siti nucleari e militari (a condizione che gli stessi provengano da paesi coi quali l'Iran ha relazioni diplomatiche). In caso di riscontri positivi, le sanzioni precedentemente imposte da Ue, Onu e Stati Uniti saranno rimosse. Iran e Aiea hanno già raggiunto un'intesa per un calendario comune di incontri tecnici e di discussioni sull'attività nucleare di Teheran, da condurre in porto entro la fine del 2015. "E' possibile muoversi in una nuova direzione", ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. "Porrò il veto - ha continuato - a qualsiasi legge che si opporrà all'attuazione dell'intesa sul nucleare iraniano". "L'accordo semina una nuova speranza per un processo di pacificazione regionale", ha chiosato il premier italiano Matteo Renzi. Reazioni contrastanti provengono invece da Israele. Se l'accordo è stato salutato con favore dalla stampa progressista (per Haaretz l'intesa è un "traguardo storico" che rompe la visione di un Iran come paese "insensato, guidato da retrogradi studiosi della legge islamica"), di parere diametralmente opposto è il primo ministro Benjamin Netanyahu: "Questo accordo rende il mondo molto più pericoloso", ha dichiarato, "mettendo a rischio il nostro futuro comune". Il "duro e onesto sforzo" compiuto dai negoziatori è stato invece salutato con favore dalla Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei.
(foto Associated Press)