
Sono molteplici i focolai di protesta divampati in diverse città del Messico dopo la "scomparsa" di 43 studenti a seguito dei violenti scontri tra manifestanti e polizia avvenuti nello stato del Guerrero lo scorso 26 Settembre. Quei giovani viaggiavano su una carovana di bus che da Ayotzinapa, la città rurale dove studiavano per poter un giorno insegnare, era diretta ad Iguala per una raccolta fondi per il proprio istituto e la commemorazione del massacro degli studenti di Plaza de la Tres Culturas, avvenuta a Tlatelolco il 2 Ottobre 1968. Sulla via del ritorno, appena fuori dalle porte di Iguala, i pullman sono stati circondati ed attaccati da alcune pattuglie della polizia. Le forze dell'ordine, secondo il racconto dei testimoni, hanno iniziato a sparare contro gli studenti: tre vengono uccisi sul colpo, un altro paio gravemente feriti, gli altri tentano di sfuggire all'imboscata e si disperdono per le campagne circostanti. I superstiti, riunitisi nel corso della notte, vengono nuovamente sorpresi da alcuni agenti in borghese (secondo alcuni racconti, si tratterebbe di agenti della Policìa Municipal). Sei i morti in totale, oltre venti i feriti, 43 i desaparecidos tra ragazzi arrestati e fuggiaschi. Solo qualche giorno più tardi, a causa delle insistenti pressioni dell'opinione pubblica, i delegati del Governo Federale hanno fatto l'agghiacciante scoperta: sei fosse comuni con 28 cadaveri, tutti sfigurati e carbonizzati, assolutamente non riconoscibili. Un massacro in piena regola, una repressione ordita ed eseguita da forze dello Stato. Uno scenario che si ripete, dopo l'omicidio di soli tre anni fa di due studenti, trucidati dalla polizia durante le proteste contro i tagli alla scuola Normal di Ayotzinapa, e dopo la guerriglia rivoluzionaria che scosse il Guerrero negli anni '70, quando la rivolta popolare guidata da Lucio Cabanas, immortalata dall'indimenticato scrittore Carlos Montemayor, fu repressa nel sangue dall'esercito regolare. Il Governatore di Iguale si è nel frattempo reso latitante. La protesta contro l'annientamento di Stato è andata in scena in gran parte del paese ed ha visto la partecipazione unitaria di studenti, lavoratori pubblici, operai ed accademici. (foto AP/Lapresse)