Mae Sai (Thailandia). Sono cominciate ieri mattina le operazioni di salvataggio dei 12 ragazzi di una squadra di calcio intrappolati nella grotta di Tham Luan Nang Non, a Mae Sai, nel nord della Thailandia, insieme al loro allenatore. Contando i quattro recuperati nell'operazione di soccorso di domenica, al termine della seconda giornata sono otto i giovani calciatori salvati. Ad attenderli fuori elicotteri e ambulanze. Ricoverati in ospedale, non hanno ancora potuto riabbracciare genitori e amici, ma hanno avanzato le prime richieste: "Riso con il basilico e chili e pollo fritto" è il primo desiderio dei giovani rimasti per giorni bloccati nella grotta nel nord del Paese. Qualcuno è più allegro e in salute di altri, ma nessuno è in pericolo di vita. Per fare uscire i ragazzi dalla caverna si sta seguendo il metodo ipotizzato nei giorni scorsi: verranno messi in salvo uno per volta, e ognuno di loro verrà guidato da due sub nel passaggio che porta all'uscita. Il condotto è stato descritto come complicato da attraversare anche per sub esperti. Numerosi infatti sono gli ostacoli, in primis il fango, visto che dovranno nuotare per ore in acque mosse e fangose complicate anche per i più esperti sub. Non solo, i bambini dovranno passare da un punto noto come Sam Yak, che è molto stretto e tutto sott'acqua: sotto pressione e concentrati senza fare sbagli per almeno 6 ore, il tempo minimo per poter uscire dalla grotta dove sono ora. Da ultimo, il fattore panico potrebbe causare non pochi problemi: sarebbe difficile, anche se accompagnati, gestire quel panico in quelle condizioni. AGGIORNAMENTI IN CORSO.