
Roma. Primo turno elettorale interlocutorio in tutte le città metropolitane chiamate alle urne. Almeno dal punto di vista sostanziale, anche perché le indicazioni emerse dai seggi offrono più di qualche spunto. A Roma, infatti, il Movimento Cinque Stelle diventa il partito più eletto, con oltre il 35% delle preferenze. La candidata alla massima poltrona del Campidoglio, Virginia Raggi, batte Roberto Giachetti del Pd (24,7%) in 13 municipi su 15, travolgendo la concorrenza soprattutto nelle periferie (Tiburtino, Tor Bella Monaca) e sul litorale ostiense. Giachetti riesce ad avere la meglio solo nel cuore di Roma, il centro storico, e nella circoscrizione pariolina. La Capitale, dunque, sarà chiamata nuovamente alle urne per il ballottaggio, dove la Raggi potrà contare su uno scarto di voti per nulla indifferente. "Un risultato storico", hanno commentato dal M5s. Solo tre anni fa, alle ultime elezioni comunali, il partito di Beppe Grillo racimolava il 12,82% delle preferenze. All'ascesa prepotente dei pentastellati fa da contraltare la parabola del Partito Democratico, che solo in punta di fioretto riesce a superare Giorgia Meloni nella corsa al ballottaggio. Crollo verticale per Forza Italia, che sosteneva il candidato Alfio Marchini (10,9%): un misero 4,2% che segna il punto più basso della storia recente per il movimento di centrodestra. Testa a testa e sfida apertissima anche a Milano, dove al secondo turno sarà sfida tra il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala (41,6%) e quello di centrodestra Stefano Parisi (41%). Exploit del M5s anche a Torino: la candidata Chiara Appendino sfiora infatti il 31% dei voti, impedendo a Piero Fassino del Pd (41,8%) di aggiudicarsi la corsa già al primo turno, come era invece successo nell'ultima maratona elettorale. Un risultato lusinghiero per i pentastellati, che portano il capoluogo sabaudo al ballottaggio dopo 15 anni. Note dolenti per il Pd anche da Bologna, dove il sindaco uscente Virgilio Merola si ferma al 39,6%, contro il 22,2% della leghista Lucia Borgonzoni, sostenuta in blocco da tutto il centrodestra. Decisivo l'apporto della Lega, che da sola racimola oltre il 10% dei voti, mentre Forza Italia galleggia intorno al 6,2%. Per il Pd, invece, si tratta del punto più basso della storia elettorale in una delle sue roccaforti simbolo: appena il 35,5% delle preferenze. A Napoli va invece in scena un fil già visto: il vis-à-vis tra il candidato arancione e sindaco uscente Luigi De Magistris e l'uomo del centrodestra Gianni Lettieri. L'ex magistrato si aggiudica il primo rush con il 42,5%, con l'avversario fermo al 24,1%. Deludono il Pd, crollato al 20% con Valeria Valente e fuori dal ballottaggio, ed anche il M5s, che non approfitta del vuoto lasciato dai partiti tradizionali: Matteo Brambilla resta sotto quota 10%. AFFLUENZA. Milano e Torino fanno registrare picchi bassissimi di affluenze. Nel capoluogo meneghino, infatti, alle urne si è recato solo il 54,6% degli aventi diritto, con una disaffezione piuttosto pronunciato nel cuore storico della città, dove di poco si è superato il 50%. Anche Torino perde oltre 9 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni comunali: l'affluenza infatti si ferma al 57,19%. Male anche Napoli con il 54,14% registrato alle 23 di ieri, mentre Roma si ferma, come Torino, al 57,19%. A Bologna ha invece votato il 59,72%, ma nessuna città metropolitana raggiunge la soglia del 60%, a fronte di una media nazionale del 62,14%, inferiore alle precedenti elezioni amministrative di oltre 5 punti.