Roma. Mentre prosegue il braccio di ferro tra il vicepremier Matteo Salvini e Malta sulla sorte dei 180 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti in balia del mare da cinque giorni, proseguono le intimidazioni nei confronti della Lega, anche questa volta al Nord, in casa propria. Dopo l'esplosione di una bomba nella sede della Lega di Treviso ed il disinnesco di un secondo ordigno da parte degli artificieri destinato ad esplodere durante l'intervento dei soccorsi, un nuovo atto intimidatorio è avvenuto lo scorso 18 agosto a Bergamo dove, sulle vetrate della sede locale del partito, sono state rinvenute delle frasi scritte con vernice rossa, un colore noto ai criminologi per essere utilizzato da cellule anarchiche e di estrema sinistra. Esse sono di contenuti diversi ma vi figurano insulti come "Salvini suino" e "cani", mentre altre presentano ovvi nessi con la politica di contrasto all'immigrazione, come si evince da "Salvini uomo senza cuore", fino a riferimenti alla strumentalizzazione politica del disastro del ponte Morandi, come riporta "Rispetto per Genova". Immediata la replica del ministro sulla propria pagina Facebook " Provano ad intimidirci ma non ci riusciranno. Noi andiamo avanti, più forti che mai", mentre il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, avverte "Così ci scappa il morto". Intanto, a Bergamo indaga la Digos, la Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali della Polizia di Stato, e a Treviso la Procura procede seguendo la pista terroristica dopo la rivendicazione dell'attacco da parte di una cellula anarchica che si è firmata Haris Hatzimihelakis/Internazionale. Questi episodi sono solo gli ultimi di una lunga spirale di odio e violenza iniziati nel periodo pre-elettorale. Pensiamo al corteo antifascista a Torino contro la presentazione dei candidati di Casa Pound - dove una professoressa non si trattenne dal criticare con toni forti perfino le forze dell'ordine in loco - e all'aggressione risalente a febbraio del segretario di Forza Nuova di Palermo, Massimo Ursino, oltre ai colpi esplosi da Luca Traini contro la vetrata della sede del Partito Democratico di Macerata. Queste tensioni, che hanno visto contrapporsi fanatici di estrema sinistra e di estrema destra, sembravano essersi placate ma a quanto pare la situazione è diversa. Ciò a cui stiamo assistendo è un ritorno ad un periodo che l'Italia ha già vissuto e che ancora oggi fatica a dimenticare, ovvero quello dello stragismo e del terrorismo degli anni di piombo, dove tra gli attacchi dei terroristi rossi e quelli neri a pagare le conseguenze erano cittadini estranei ed innocenti. Una violenza senza limiti e senza rispetto se si ricorda lo sfregio sulla lapide di Aldo Moro di qualche mese fa riportante le lettere B ed R, ovvero Brigate Rosse, anche queste di colore rosso. Ciò che si sta profilando, quindi, è un'escalation di guerriglia tra due ideologie contrapposte che sembravano essere soltanto un triste ricordo del passato, mentre il mondo è contemporaneamente flagellato dal terrorismo fondamentalista islamico.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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