
Berlino. Angela Merkel ha vinto, come ampiamente preventivabile sulla scorta dei sondaggi pre-elettorali, ma ancora una volta sarà costretta a tessere nuove alleanze per assicurare la stabilità governativa del suo paese. La Cdu-Csu della Cancelliera uscente ha totalizzato il 32,9% delle preferenze, in una tornata da boom partecipativo, con il 76,2% degli aventi diritto che ha votato alle urne. Un risultato che ha confermato la buona salute del sistema di democrazia partecipativa tedesco, a fronte della rottura di un equilibrio sociale che ha portato alla nascita di rilevanti sperequazioni economiche in seno alla popolazione tedesca. E se proprio un riflesso di questa crisi è riscontrabile nell'esito elettorale, esso va ricercato nell'adesione pressoché monolitica degli elettori (il 95% dei votanti) ai sei partiti maggiori del paese: oltre ai Cristiano Democratici, dunque, Spd - uscita piuttosto male dalle urne -, Linke, Verdi, liberali FDP e l'estrema destra dell'AFD. Non più 4, dunque, ma 6 i partiti che raggiungono il Bundestag, con lo spaventoso exploit di Alternative Fur Deutschland, che con il 12,6% si erge a terza forza politica della Germania. Ed è proprio il netto spostamento a destra uno dei dati pregnanti di queste elezioni politiche. AFD - che in Sassonia è risultato il primo partito - sottrae seggi sia ai Cristiano Democratici - che perdono il 15% rispetto all'ultima tornata - che ai socialdemocratici (-16,9%), il cui flop - persino nel feudo bavarese - fa ancora più rumore se si pensa che partito di Martin Schulz ha ottenuto il peggior risultato elettorale del secondo dopoguerra, mai realmente in corsa per impensierire anche solo timidamente la Merkel. La quale, dopo il "niet" della SPD ad entrare nuovamente nella Grosse Koalition, dovrà sondare il terreno con i Verdi - che sembrano pronti ad entrare nell'alleanza di governo in cambio di concessioni in materia ambientale - e soprattutto con i liberalconservatori di FDP, che insieme ad AFD rappresentano la verà novità del fosco panorama politico di Germania, il cui asse è mai come oggi pericolosamente orientato a destra. La Linke, nonostante un incremento dell'11,3%, non basta a mutare il segno dello spoglio, specie se i Verdi faranno da traino alla quarta epopea amministrativa della Cancelliera. Sono i frutti, non casuali, dell'incrinatura del welfare state che ha portato ad una nuova, cocente spaccatura nel paese, a nemmeno 30 anni dalla sua riunificazione.