Probabilmente quello di essere contemporaneamente leader di due partiti è il sogno di ogni politico. Eppure c'è chi ci è riuscito, al di là di ogni dubbio e nonostante il carattere di eccentricità. Matteo Salvini, l'attuale Ministro degli Interni, oggi risulta leader di due partiti col dispiacere (o la gioia) dei suoi militanti, sempre che ne siano a conoscenza. Nelle settimane precedenti alle scorse elezioni nazionali il leader aveva ufficialmente dichiarato di aver cambiato il suo partito e di volerlo estendere al Sud lasciandosi alle spalle l'antimeridionalismo e l'indipendenza della Padania. Premesso che dimenticare gli insulti ai meridionali è difficile, ciò che nessuno si aspettava, però, è che costui desse vita addirittura ad un altro Carroccio lasciando inalterato il primo. Insomma, non una rapida e semplice riorganizzazione della vecchia Lega Nord di Bossi (come tutti avevano inteso) bensì la nascita di un suo gemello. Infatti, se un simpatizzante prendesse la decisione di tesserarsi dovrà farlo presso la Lega - Salvini premier. qualora fosse residente in una delle regioni comprese tra quelle del confine nord e l'Umbria. Invece, qualora il candidato risultasse residente in una delle regioni al di sotto dell'Umbria, dovrebbe tesserarsi presso la Lega per Salvini premier. I nomi sono simili ma non identici. Per la Lega del Nord bisognerebbe collegarsi al sito leganord.org mentre per quella del centro sud su tesseramento.legapersalvinipremier.it. Un'anomalia, questa, che emerge soprattutto se si pensa che i due partiti hanno differenti sedi legali e persino codici fiscali differenti. Quella del Nord è il partito ereditato da Umberto Bossi con sede a via C. Bellerio 41 a Milano, all'interno del cui statuto è presente ancora l'articolo secondo il quale il Carroccio avrebbe il fine di perseguire l'indipendenza della Padania, al contrario della "nuova" Lega, ubicata a via Privata delle Stelline 1 a Milano, nata per lottare all'insegna di un'Italia federale come riportato nello statuto pubblicato il 14 dicembre 2017 sulla Gazzetta Ufficiale. Ma il mistero è presto svelato: stando a quanto dichiarato dagli uffici del partito l'esigenza nasce per questioni "giudiziarie". Una risposta senz'altro ambigua e per nulla esaustiva anche se l'ipotesi più probabile è che si riferisca ai 49 milioni di euro che il Carroccio ricevette indebitamente dallo Stato come fondi dal 2008 al 2010 e che dovrebbe restituire, reato per il quale sono stati condannati l'ex leader Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito. Infatti, secondo alcuni osservatori l'escamotage di possedere un partito parallelo con un codice fiscale differente gli permetterebbe di ricevere donazioni (tra cui quelle del 2 per 1000) e quindi di far fronte alle varie spese senza il timore di eventuali sequestri soprattutto al sopraggiungere delle elezioni europee, anche se l'attuale tesoriere Giulio Centemero ha smentito queste insinuazioni. Ma il dato oggettivo dei due codici resta, così come questi sospetti. Certamente persiste un elemento imbarazzante per il suo leader: secondo l'articolo 33 dello statuto della Lega del Nord, infatti, sarebbe incompatibile la posizione di un associato ordinario militante con l'iscrizione presso altri partiti, movimenti o associazioni senza l'autorizzazione da parte dell'organo competente. Giuridicamente quindi la posizione di Salvini diventa complicata, anche agli occhi dei militanti e soprattutto dei vertici dirigenziali perché, si sa, le ostilità in politica sono soprattutto interne. Nel frattempo l'Italia resta troncata in due parti, ognuna con una propria Lega che ha il piacere di condividere lo stesso leader. Paradossalmente è ancora vivo lo spettro della Lega Nord che per anni ha denigrato i meridionali, in attesa della chiusura e del completo "assorbimento" da parte di quella del Sud.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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