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Milano. La Arnoldo Mondadori Spa acquista la divisione Libri di Rcs Group. Le trattative, ormai piuttosto intense da qualche mese, sono giunte ad un punto di svolta grazie ad un'offerta pari a 127,5 milioni su una valutazione complessiva di 130 milioni. L'accordo consentirà al Gruppo Mondadori di consolidare la propria presenza in Italia nel mercato dei libri trade e nell'editoria scolastica, nonché negli illustrati a livello internazionale. Il perimetro dell'operazione comprende l'intera quota del 99,99% posseduta da RCS MediaGroup S.p.A. in RCS Libri S.p.A. con le sottostanti partecipazioni - che al closing includeranno il 94,71% di Marsilio Editore S.p.A. - ed escluderanno il 58% posseduto in Adelphi Edizioni S.p.A. Tale perimetro ha registrato nell'esercizio 2014 i seguenti valori pro-forma: ricavi per 221,6 milioni di euro, Ebitda ante oneri non ricorrenti per 8,8 milioni di euro e investimenti per 11 milioni di euro, di cui 1,7 milioni destinati al rinnovo delle librerie Rizzoli. Con l'operazione Mondadori acquisirà la titolarità esclusiva di tutti i marchi in ambito librario, tra cui Rizzoli. L'accordo prevede inoltre che le testate di RCS MediaGroup possano continuare ad esercitare un'attività editoriale libraria in linea con quella attuale. Mondadori così, che già possiede Einaudi, Piemme, Frassinelli e Sperling & Kupfer, rileva anche Rizzoli, Bompiani, Fabbri e Marsilio. Il 58% di Adelphi detenuto da Rcs sarà invece ceduto a Roberto Calasso, socio di minoranza e direttore editoriale della casa editrice, che ha esercitato l'opzione di prelazione prevista nel caso di cambio di proprietà. Grazie a questo acquisto, Mondadori arriverà a controllare il 35% circa dell'intero mercato editoriale d'autore, escludendo l'editoria scolastica. Il perfezionamento dell'operazione è soggetto all'approvazione delle competenti autorità regolatorie, ossia l'Antitrust; eventuali provvedimenti di autorizzazione condizionata - come specifica lo stesso gruppo Mondadori - non pregiudicheranno il completamento dell'operazione.

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Washington. La Volkswagen nell'occhio del ciclone. La famosa casa automobilistica tedesca, già da qualche giorno, è finita nel mirino dell'Epa, l'Agenzia per la protezione ambientale statunitense, con l'accusa di aver alterato i dati relativi alle emissioni delle sue auto a diesel vendute negli Usa negli ultimi anni. Alcune accuse erano già state mosse da apparati dell'amministrazione americana; dopo che lo scandalo si è allargato a macchia d'olio, è stata la stessa azienda teutonica ad ammettere la violazione della normativa antismog. Come prima conseguenza il titolo Volkswagen ha perso in pochi giorni oltre il 20% della sua quotazione in Borsa (fino al -19% in un solo giorno su Francoforte). Come se non bastasse, inoltre, il gruppo rischia una pesante sanzione vicina ai 18 miliardi di dollari, oltre a plausibili conseguenze sul piano penale. Più a stretto giro di posta, poi, va sottolineato come ben più seri possono essere i danni che l'azienda di Wolfsburg può riportare a livello d'immagine e, quindi, come possano diventare serie le ripercussioni immediate sul mercato. La Francia, per bocca del ministro delle Finanze Michel Sapin, ha già chiesto una più ampia indagine "su scala europea" sul rispetto da parte delle case automobilistiche dei limiti sulle emissioni inquinanti, allo scopo di tranquillizzare i consumatori. In base alle indiscrezioni pubblicate da qualche giorno su alcune testate straniere, il numero delle auto truccate supererebbe gli 11 milioni. Secondo alcune fonti riportate dal Die Welt, inoltre, sia il governo tedesco che l'Unione Europea erano a conoscenza della magagna. La questione, dunque, oltre a portare sulla graticola la casa automobilistica, mette in discussione il mito dell'efficienza tedesca. Nel frattempo l'ad Volkswagen Martin Winterkorn, nonostante le scuse formulate in via pubblica, rischia di essere defenestrato.

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Roma. Dopo l'aumento dei francobolli, tocca ai bollettini subire un ritocco al rialzo. Poste Italiane ha infatti aumentato il costo della commissione per il pagamento dei bollettini postali: da oggi, infatti, quelli di conto corrente passano da 1,30 a 1,50 euro, le commissioni per Rav e F35 arrivano a 1,63 euro e quelli per le multe a 1,99 euro. Restano invariate, almeno per ora, le commissioni per bollettini pagati sui canali digitali, cioè web, Mobile e Atm, pari 1 euro, per gli over 70 e possessori di social card (€ 0,70), per Rav e F35 (€ 0,13) e multe (€ 0,45) pagati online. Il prezzo del bollettino era fermo dal 2012 e il ritocco è stato giustificato dall'aumento dei costi operativi e industriali, dall'accettazione da parte di Poste Italiane di carte di pagamento emesse da terzi senza aumentare costi e dagli investimenti tecnologici. Secondo l'associazione di consumatori, comunque, a conti fatti Poste Italiane rimane la via più economica per pagare i bollettini.

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Milano. C'è l'offerta del Gruppo Mondadori per rilevare la divisione libri di Rcs Mediagroup. La proposta è vincolante ed è stata partorita nella serata di ieri, lunedì 29 Giugno, termine ultimo del periodo di trattativa esclusiva concordata tra i due colossi editoriali. La palla passa ora al Consiglio di Amministrazione di Rcs, che nella prossima seduta dovrà decidere sul merito dell'offerta, il cui valore non è stato reso ufficialmente noto. Fonti private parlano di una proposta di 135 milioni di euro, al momento forse non soddisfacente per gli uomini Rizzoli, dal momento che le editrici Adelphi, Bompiani, Rizzoli, Marsilio, Sonzogno e Fabbri pesano attualmente a bilancio per 182 milioni di euro.

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Roma. Cassa integrazione automatica per chi ha chiuso, ossia lavoratori autonomi e partite Iva. La misura riguarderà anche precari e irregolari e si chiamerà Reddito di Emergenza, andando a incrementare con 6 miliardi il fondo per l'emergenza Coronavirus. Anche commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, giornalisti, ingegneri, avvocati e gli altri professionisti e autonomi, quindi, potranno chiedere 600 euro a partire dal primo Aprile presso l'ente di previdenza cui il lavoratore è iscritto. Il sostegno toccherà circa 10 milioni di lavoratori, ma non sarà un nuovo reddito di cittadinanza: "Non è il momento di riformare uno strumento ordinario, ma di far fronte a una situazione straordinaria - ha spiegato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri -. Erogare un aiuto a chi ne ha bisogno, perché non ha altre fonti di reddito ed è ancora fuori dai 600 euro, in modo ancora più rapido, efficace, universale, adeguato". Il reddito di emergenza andrà dunque a quelle categorie di "lavoro grigio": precari, irregolari e stagionali. Si tratta di badanti, baby-sitter, colf, bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici, chi ha finito il sussidio di disoccupazione e tutti coloro che lavorano con contratti brevissimi, dalla durata massima di qualche mese. Il bonus spetta a chi nell'anno di imposta 2018 ha percepito un reddito complessivo non superiore a 35 mila euro. Se ha avuto un reddito compreso tra 35 mila e 50 mila euro, deve aver cessato, sospeso o ridotto l'attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Intanto, il Governo sta lavorando per mettere in campo sostegni anche per gli altri lavoratori ancora esclusi, tra cui oltre 800 mila domestici.

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Roma. Il Presidente Conte ha firmato il Dpcm che introduce ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 applicabili sull'intero territorio nazionale. Il provvedimento, firmato il 22 Marzo 2020, indica quali attività produttive possono rimanere aperte. Le nuove misure sono valide - per ora - fino al 3 Aprile. Rimangono aperti in tutta italia ipermercati, supermercati, discount alimentari, i minimercati e gli altri esercizi non specializzati di alimentari e consentite le attività che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità. Continueranno a lavorare studi legali, attività finanziarie e assicurative, uffici postali, edicole, ingrosso di carta e agenzie di distribuzione di giornali, riviste e libri, gli alberghi. Stop alla fabbricazione di pneumatici e di corde, ma anche a macchinari per l'agricoltura e per l'industria alimentare. Via libera a imballaggi e ad agenzie interinali e servizi di sostegno alle imprese per consegne a domicilio. Nuovi limiti invece per i call center. Dall'intesa tra governo e sindacati arriva una nuova lista delle attività che potranno rimanere aperte per l'emergenza Coronavirus. In totale sono 80 le voci che appaiono nell'elenco delle attività ammesse. Ecco i settori con relativi codici Ateco aggiornata al 25 Marzo 2020 che potranno aprire lunedì i cancelli e continuare a produrre.
ELENCO DEFINITIVO AGGIORNATO AL 25 MARZO 2020 (CODICE ATECO e DESCRIZIONE)
1 - Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali
3 - Pesca e acquacoltura
5 - Estrazione di carbone
6 - Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale
9.1 - Attività dei servizi di supporto all'estrazione di petrolio e di gas naturale
10 - Industrie alimentari
11 - Industria delle bevande
13.96 - Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali
13.95 - Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)
14.12 - Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro
16.24 - Fabbricazione di imballaggi in legno (*)
17 - Fabbricazione di carta (ad esclusione dei codici: 17.23 e 17.24)
18 - Stampa e riproduzione di supporti registrati
19 - Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
20 - Fabbricazione di prodotti chimici (ad esclusione dei codici: 20.12 - 20.51.01 - 20.51.02 - 20.59.50 - 20.59.60)
21 - Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici
22.2 - Fabbricazione di articoli in materie plastiche (ad esclusione dei codici: 22.29.01 e 22.29.02)
23.13 - Fabbricazione di vetro cavo
23.19 - Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia
25.21 - Fabbricazione di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale
25.92 - Fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo
26.6 - Fabbricazione di apparecchi per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche
27.1 - Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici e di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità
27.2 - Fabbricazione di batterie di pile e di accumulatori elettrici
28.29 - Fabbricazione di macchine automatiche per la dosatura, la confezione e per l'imballaggio
28.95 - Fabbricazione di macchine per l'industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori)
28.96 - Fabbricazione di macchine per l'industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori)
32.5 - Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche
32.99 - Fabbricazione di attrezzature ed articoli di vestiario protettivi di sicurezza
32.99 - Fabbricazione di casse funebri
33 - Riparazione e manutenzione installazione di macchine e apparecchiature (ad esclusione dei seguenti codici: 33.11.01, 33.11.02, 33.11.03, 33.11.04, 33.11.05, 33.11.07, 33.11.09, 33.12.92, 33.16, 33.17)
35 - Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
36 - Raccolta, trattamento e fornitura di acqua
37 - Gestione delle reti fognarie
38 - Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali
39 - Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti
42 - Ingegneria civile (ad esclusione dei seguenti codici: 42.91, 42.99.09 e 42.99.10)
43.2 - Installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni
45.2 - Manutenzione e riparazione di autoveicoli
45.3 - Commercio di parti e accessori di autoveicoli
45.4 - Per la sola attività di manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori
46.2 - Commercio all'ingrosso di materie prime agricole e animali vivi
46.3 - Commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, bevande e prodotti del tabacco
46.46 - Commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici
46.49 - Commercio all'ingrosso di libri riviste e giornali
46.61 - Commercio all'ingrosso di macchinari, attrezzature, macchine, accessori, forniture agricole e utensili agricoli, inclusi i trattori
46.69 - Commercio all'ingrosso di strumenti e attrezzature ad uso scientifico
46.69 - Commercio all'ingrosso di articoli antincendio e infortunistici
46.71 - Commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti per autotrazione, di combustibili per riscaldamento
49 - Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte
50 - Trasporto marittimo e per vie d'acqua
51 - Trasporto aereo
52 - Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti
53 - Servizi postali e attività di corriere
55.1 - Alberghi e strutture simili
j (da 58 a 63) - Servizi di informazione e comunicazione
k (da 64 a 66) - Attività finanziarie e assicurative
69 - Attività legali e contabili
70 - Attività di direzione aziendali e di consulenza gestionale
71 - Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche
72 . Ricerca scientifica e sviluppo
74 - Attività professionali, scientifiche e tecniche
75 - Servizi veterinari
78.2 - Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (interinale) (*)
80.1 - Servizi di vigilanza privata
80.2 - Servizi connessi ai sistemi di vigilanza
81.2 - Attività di pulizia e disinfestazione
82.2 - Attività dei cali center²
82.92 - Attività di imballaggio e confezionamento conto terzi
82.99 - Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste
82.99 - Altri servizi di sostegno alle imprese (*)
84 - Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
85 - Istruzione
86 - Assistenza sanitaria
87 - Servizi di assistenza sociale residenziale
88 - Assistenza sociale non residenziale
94 - Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali
95.11 - Riparazione e manutenzione di computer e periferiche
95.12 - Riparazione e manutenzione di telefoni fissi, cordless e cellulari
95.12 - Riparazione e manutenzione di altre apparecchiature per le comunicazioni
95.22 - Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa
97 - Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico
(*) Limitazioni:
16.24.20 - Esclusivamente in relazione alle attività di cui agli allegati 1 e 2 del dpcm del 11 marzo 2020.
78.2 - Con l'esclusione delle attività in uscita (outbound) e dei servizi telefonici a carattere ricreativo. i call center in entrata (inbound) possono operare in relazione a contratti stipulati con soggetti che svolgono attività economiche di cui agli allegati 1 e 2 del dpcm di data 11 marzo 2020 e del presente allegato 1.
82.99 - Esclusivamente per le consegne a domicilio.
ELENCO DEFINITIVO AGGIORNATO AL 25 MARZO 2020 (CODICE ATECO e DESCRIZIONE)
1 - Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali
3 - Pesca e acquacoltura
5 - Estrazione di carbone
6 - Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale
9.1 - Attività dei servizi di supporto all'estrazione di petrolio e di gas naturale
10 - Industrie alimentari
11 - Industria delle bevande
13.96 - Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali
13.95 - Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)
14.12 - Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro
16.24 - Fabbricazione di imballaggi in legno (*)
17 - Fabbricazione di carta (ad esclusione dei codici: 17.23 e 17.24)
18 - Stampa e riproduzione di supporti registrati
19 - Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
20 - Fabbricazione di prodotti chimici (ad esclusione dei codici: 20.12 - 20.51.01 - 20.51.02 - 20.59.50 - 20.59.60)
21 - Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici
22.2 - Fabbricazione di articoli in materie plastiche (ad esclusione dei codici: 22.29.01 e 22.29.02)
23.13 - Fabbricazione di vetro cavo
23.19 - Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia
25.21 - Fabbricazione di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale
25.92 - Fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo
26.6 - Fabbricazione di apparecchi per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche
27.1 - Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici e di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità
27.2 - Fabbricazione di batterie di pile e di accumulatori elettrici
28.29 - Fabbricazione di macchine automatiche per la dosatura, la confezione e per l'imballaggio
28.95 - Fabbricazione di macchine per l'industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori)
28.96 - Fabbricazione di macchine per l'industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori)
32.5 - Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche
32.99 - Fabbricazione di attrezzature ed articoli di vestiario protettivi di sicurezza
32.99 - Fabbricazione di casse funebri
33 - Riparazione e manutenzione installazione di macchine e apparecchiature (ad esclusione dei seguenti codici: 33.11.01, 33.11.02, 33.11.03, 33.11.04, 33.11.05, 33.11.07, 33.11.09, 33.12.92, 33.16, 33.17)
35 - Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
36 - Raccolta, trattamento e fornitura di acqua
37 - Gestione delle reti fognarie
38 - Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali
39 - Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti
42 - Ingegneria civile (ad esclusione dei seguenti codici: 42.91, 42.99.09 e 42.99.10)
43.2 - Installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni
45.2 - Manutenzione e riparazione di autoveicoli
45.3 - Commercio di parti e accessori di autoveicoli
45.4 - Per la sola attività di manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori
46.2 - Commercio all'ingrosso di materie prime agricole e animali vivi
46.3 - Commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, bevande e prodotti del tabacco
46.46 - Commercio all'ingrosso di prodotti farmaceutici
46.49 - Commercio all'ingrosso di libri riviste e giornali
46.61 - Commercio all'ingrosso di macchinari, attrezzature, macchine, accessori, forniture agricole e utensili agricoli, inclusi i trattori
46.69 - Commercio all'ingrosso di strumenti e attrezzature ad uso scientifico
46.69 - Commercio all'ingrosso di articoli antincendio e infortunistici
46.71 - Commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti per autotrazione, di combustibili per riscaldamento
49 - Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte
50 - Trasporto marittimo e per vie d'acqua
51 - Trasporto aereo
52 - Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti
53 - Servizi postali e attività di corriere
55.1 - Alberghi e strutture simili
j (da 58 a 63) - Servizi di informazione e comunicazione
k (da 64 a 66) - Attività finanziarie e assicurative
69 - Attività legali e contabili
70 - Attività di direzione aziendali e di consulenza gestionale
71 - Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche
72 . Ricerca scientifica e sviluppo
74 - Attività professionali, scientifiche e tecniche
75 - Servizi veterinari
78.2 - Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (interinale) (*)
80.1 - Servizi di vigilanza privata
80.2 - Servizi connessi ai sistemi di vigilanza
81.2 - Attività di pulizia e disinfestazione
82.2 - Attività dei cali center²
82.92 - Attività di imballaggio e confezionamento conto terzi
82.99 - Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste
82.99 - Altri servizi di sostegno alle imprese (*)
84 - Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
85 - Istruzione
86 - Assistenza sanitaria
87 - Servizi di assistenza sociale residenziale
88 - Assistenza sociale non residenziale
94 - Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali
95.11 - Riparazione e manutenzione di computer e periferiche
95.12 - Riparazione e manutenzione di telefoni fissi, cordless e cellulari
95.12 - Riparazione e manutenzione di altre apparecchiature per le comunicazioni
95.22 - Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa
97 - Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico
(*) Limitazioni:
16.24.20 - Esclusivamente in relazione alle attività di cui agli allegati 1 e 2 del dpcm del 11 marzo 2020.
78.2 - Con l'esclusione delle attività in uscita (outbound) e dei servizi telefonici a carattere ricreativo. i call center in entrata (inbound) possono operare in relazione a contratti stipulati con soggetti che svolgono attività economiche di cui agli allegati 1 e 2 del dpcm di data 11 marzo 2020 e del presente allegato 1.
82.99 - Esclusivamente per le consegne a domicilio.

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Roma. Il Decreto Cura Italia rischia di lasciare senza alcun sostegno 60 mila lavoratori della vendita diretta a domicilio. L'interpretazione letterale degli articoli 27 e 28 del decreto, infatti, escluderebbe dal bonus concesso a liberi professionisti e lavoratori autonomi due particolari categorie, e cioè gli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva (41.600 persone) e gli agenti di commercio (20.800), già duramente provati dal fermo delle loro attività che si protrae dal 12 marzo. A svelarlo è Univendita, la maggiore associazione di categoria del settore di vendita diretta e a domicilio, che richiede con forza che gli articoli in questione siano emendati nel corso dell'esame del ddl di conversione del decreto. "La vendita diretta a domicilio - sottolinea Ciro Sinatra, presidente di Univendita - è pesantemente danneggiata dalla chiusura delle attività commerciali prevista dal Docm dell'11 marzo scorso: dal giorno successivo i venditori a domicilio, come moltissime altre categorie, non hanno più potuto lavorare, con la conseguente perdita della fonte di sostentamento propria e delle loro famiglie". Il Decreto Cura Italia, che con gli articoli 27 e 28 concede un beneficio di 600 euro ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi, consentirebbe di sostenere due specifiche categorie di addetti alla vendita, cioè gli agenti di commercio (professionisti iscritti alla Gestione commercianti Inps e all'Enasarco) e gli incaricati alla vendita a domicilio abituali (con Partita Iva e iscrizione alla Gestione separata Inps), che costituiscono il 12% del totale degli addetti alla vendita a domicilio in Italia. "Tuttavia -fa notare Sinatra - manca ogni chiarimento da parte dell'Inps e, nonostante le rassicurazioni giunte attraverso i profili Facebook dai sottosegretari all'Economia Cecilia Guerra e Alessio Villarosa, osserviamo che l'interpretazione letterale dei due articoli potrebbe generare la mancata applicazione del beneficio ai lavoratori del nostro settore, con conseguenze pesantissime per chi è già duramente provato dall'emergenza. Per questo chiediamo con urgenza un intervento del Legislatore, affinché provveda ad emendare il disegno di legge di conversione ed estenda esplicitamente le misure di sostegno anche agli incaricati alla vendita a domicilio abituali e agli agenti di commercio, categorie di lavoratori che certamente non possono contare su riserve economiche e che, quindi, in assenza di un beneficio ed essendo impossibilitati a lavorare, non hanno modo di reperire altri mezzi di sostentamento".

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Roma. Dieci miliardi per aiutare famiglie e lavoratori attraverso misure come la sospensione delle rata del mutuo sulla prima casa per chi non riceve lo stipendio in questi giorni. Il Presidente Conte e i Ministri Catalfo e Gualtieri hanno illustrato le nuove misure del maxi decreto "Cura Italia" a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese per contrastare gli effetti dell'emergenza Coronavirus sull'economia. Tre miliardi e mezzo a Sanità e Protezione Civile. Tre miliardi e trecento milioni per la cassa integrazione in deroga per tutti, anche a chi ha solo un dipendente. Più di 10 miliardi a sostegno dei lavoratori con ammortizzatori sociali estesi a tutti, coprendo anche gli autonomi: per loro un assegno di 600 euro per il mese di marzo e slittamento delle scadenze fiscali di Iva e Irpef. In campo subito 25 miliardi di euro per famiglie e imprese, a tutela soprattutto del lavoro, si aggiunge un'attivazione di flussi per complessivi 350 miliardi in finanziamenti a sostegno dell'economia reale. "Questo decreto non basta ancora per aiutare tutti, ma nessuno deve sentirsi abbandonato. Le misure di sostegno e spinta che sono state inserite nel decreto - sottolinea Conte - sono la concreta testimonianza" dell'impegno del governo, «una nostra risposta sul terreno economico. Un modello italiano", ha aggiunto, «non solo sulla strategia di contrasto al contagio ma anche per la strategia di politica economica. Vogliamo che l'Europa ci segua". E questo è solo il decreto di Marzo, ad Aprile arriveranno misure di impatto doppio rispetto all'ultima finanziaria.
FAMIGLIE. Stanziati 1.2 miliardi per i congedi parentali straordinari pari al 50% della retribuzione e, in alternativa, voucher baby sitter per i genitori lavoratori, dipendenti o autonomi, con figli minorenni a casa da scuola per l'emergenza. Queste misure non hanno limitazioni di età nel caso di famiglie con un disabile. Bonus baby-sitter speciale per il personale medico. Inoltre, all'interno del decreto, ci sono congedi speciali per i malati oncologici e più in generale per le figure più fragili.
AZIENDE E ALL'ALITALIA. Sospesi i contributi per le imprese sotto ai 2 milioni di euro di fatturato. Stop alle cartelle esattoriali, ai controlli fiscali, ai contributi fino a giugno 2020 almeno. Nove settimane di integrazione salariale per chi sta perdendo il lavoro. Seicento milioni di euro vanno invece al settore aereo per far fronte ai danni subiti dall'emergenza, mentre si procede alla nazionalizzazione di Alitalia, autorizzando «la costituzione di una nuova società interamente controllata dal ministero dell'Economia e delle Finanze".
POTENZIAMENTO DI MEDICI E VETERINARI. Arruolamento temporaneo ed eccezionale di un anno di 120 medici e 200 infermieri militarti che andranno così ad aggiungersi al personale militare sanitario già in servizio. Per rafforzare i controlli anti-virus in porti e aeroporti, invece, arriva più personale al Ministero della Salute. Uno stanziamento ad hoc consente al ministero di assumere 40 medici, 18 veterinari e 29 tecnici per «potenziare le attività di vigilanza, di controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti e aeroporti". Per il personale medico previsto un pagamento maggiorato dello straordinario.
ENTI LOCALI. Liberati 600 milioni di euro di risorse per gli enti locali, con molte misure a partire dalla possibilità, limitata al 2020, di utilizzare gli avanzi di bilancio per finanziare spese correnti connesse all'epidemia. Si potranno usare integralmente, si legge nel decreto, anche i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni. Per le Regioni, poi, è prevista la sospensione dei mutui per il 2020 e la possibilità di utilizzare i risparmi per il rilancio dell'economia e per il sostegno alle aziende. Sospesi anche i pagamenti delle quote capitale in scadenza quest'anno per i Comuni, che potranno usare le risorse, circa 276 milioni, per fronteggiare l'emergenza. Previsto anche un fondo di 80 milioni per la sanificazione e la disinfezione degli uffici, degli ambienti e dei mezzi pubblici per Comuni, Province e città metropolitane, che potranno anche pagare gli straordinari alla polizia municipale senza tetti di spesa.
FAMIGLIE. Stanziati 1.2 miliardi per i congedi parentali straordinari pari al 50% della retribuzione e, in alternativa, voucher baby sitter per i genitori lavoratori, dipendenti o autonomi, con figli minorenni a casa da scuola per l'emergenza. Queste misure non hanno limitazioni di età nel caso di famiglie con un disabile. Bonus baby-sitter speciale per il personale medico. Inoltre, all'interno del decreto, ci sono congedi speciali per i malati oncologici e più in generale per le figure più fragili.
AZIENDE E ALL'ALITALIA. Sospesi i contributi per le imprese sotto ai 2 milioni di euro di fatturato. Stop alle cartelle esattoriali, ai controlli fiscali, ai contributi fino a giugno 2020 almeno. Nove settimane di integrazione salariale per chi sta perdendo il lavoro. Seicento milioni di euro vanno invece al settore aereo per far fronte ai danni subiti dall'emergenza, mentre si procede alla nazionalizzazione di Alitalia, autorizzando «la costituzione di una nuova società interamente controllata dal ministero dell'Economia e delle Finanze".
POTENZIAMENTO DI MEDICI E VETERINARI. Arruolamento temporaneo ed eccezionale di un anno di 120 medici e 200 infermieri militarti che andranno così ad aggiungersi al personale militare sanitario già in servizio. Per rafforzare i controlli anti-virus in porti e aeroporti, invece, arriva più personale al Ministero della Salute. Uno stanziamento ad hoc consente al ministero di assumere 40 medici, 18 veterinari e 29 tecnici per «potenziare le attività di vigilanza, di controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti e aeroporti". Per il personale medico previsto un pagamento maggiorato dello straordinario.
ENTI LOCALI. Liberati 600 milioni di euro di risorse per gli enti locali, con molte misure a partire dalla possibilità, limitata al 2020, di utilizzare gli avanzi di bilancio per finanziare spese correnti connesse all'epidemia. Si potranno usare integralmente, si legge nel decreto, anche i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni. Per le Regioni, poi, è prevista la sospensione dei mutui per il 2020 e la possibilità di utilizzare i risparmi per il rilancio dell'economia e per il sostegno alle aziende. Sospesi anche i pagamenti delle quote capitale in scadenza quest'anno per i Comuni, che potranno usare le risorse, circa 276 milioni, per fronteggiare l'emergenza. Previsto anche un fondo di 80 milioni per la sanificazione e la disinfezione degli uffici, degli ambienti e dei mezzi pubblici per Comuni, Province e città metropolitane, che potranno anche pagare gli straordinari alla polizia municipale senza tetti di spesa.

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Roma. E' allarme lavoro al Sud. Lo rivela il rapporto Svimez, secondo cui gli emigrati dal Sud tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre 2 milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Di questi ultimi, si legge, "66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33% laureati)". Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, "è negativo per 852 mila unità - prosegue Svimez - Nel 2017 sono andati via 132 mila meridionali, con un saldo negativo di circa 70 mila unità". La ripresa dei flussi migratori è "la vera emergenza meridionale, che negli ultimi anni si è via via allargata anche al resto del Paese". Secondo i dati, sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. Se l'Italia oggi è ferma e, salvo sorprese, chiuderà l'anno con una crescita modesta (+0,1%), il Mezzogiorno d'Italia invece finirà dritto in recessione. La Svimez, la Società per lo sviluppo dell'industria del Mezzogiorno , anticipa i dati più rilevanti del suo rapporto 2019. Dopo un triennio, quello che va dal 2015 al 2017, di (pur debole) ripresa del Mezzogiorno, la forbice con il Centro-Nord torna infatti ad allargarsi. In sintesi tengono solo gli investimenti in costruzioni mentre crollano quelli in macchinari e attrezzature e poi prosegue il declino dei consumi della Pubblica amministrazione e degli investimenti pubblici. Al Mezzogiorno - rileva lo studio - mancano quasi 3 milioni di posti di lavoro per colmare il gap occupazionale col Centro-Nord. Il dramma maggiore è l'emigrazione verso il Centro-Nord e l'estero (oltre 132mila le persone che nel 2017 hanno lasciato il Mezzogiorno). Non tutti i dati sono però drammatici: analizzando infatti in dettaglio regione per regione si nota una forte disomogeneità tra le diverse aree, con Abruzzo, Puglia e Sardegna registrano il più alto tasso di sviluppo. Per il 2019 la Svimez prevede un pil sottozero al Sud. "La modesta crescita osservata nei primi sei mesi, che proseguiva il trend espansivo avviatosi ad inizio 2014, ha infatti lasciato il posto ad un sempre più marcato rallentamento dell'attività produttiva". Il risultato è che nel quadro di un progressivo rallentamento dell'economia italiana "si è riaperta la frattura territoriale che arriverà a segnare un andamento opposto tra le aree, facendo ripiombare il Sud nella recessione da cui troppo lentamente era uscito". In base alle previsioni della Svimez l'Italia quest'anno farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del Pil del +0,1%. Il Pil del Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel Mezzogiorno, invece, l'andamento previsto è negativo, con una dinamica recessiva: -0,3% il Pil. Nel 2020 la ricchezza prodotta riprenderà a salire segnando però soltanto un +0,4% (anche l'occupazione tornerà a crescere, se pur di poco, con un +0,3%) mentre il Centro-Nord andrà a +0,9. In questa situazione è inevitabile che il Sud paghi un conto salato anche sul piano del lavoro. La dinamica dell'occupazione meridionale, infatti, "presenta dalla metà del 2018 una marcata inversione di tendenza, con una divaricazione negli andamenti tra Mezzogiorno e Centro-Nord: sulla base dei dati territoriali disponibili, gli occupati al Sud negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 sono calati complessivamente di 107 mila unità (-1,7%); nel Centro-Nord, invece, nello stesso periodo, sono cresciuti di 48 mila unità (+0,3%)". Nello stesso arco temporale, aumenta la precarietà al Sud e si riduce nel CentroNord: i contratti a tempo indeterminato nel Mezzogiorno sono stati 84 mila in meno (2,3%), mentre nelle regioni centro-settentrionali sono aumentati di 54 mila (+0,5%), con un saldo italiano negativo di 30 mila unità, pari a -0,2%. Per converso, i dipendenti a tempo determinato sono cresciuti di 21 mila unità nel Mezzogiorno (+2,1%), mentre sono calati al Centro-Nord di 22 mila (-1,1%). E poi resta ancora troppo basso il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno, nel 2018 appena il 35,4%, contro il 62,7% del Centro-Nord, il 67,4% dell'Europa a 28 e il 75,8% della Germania. La Svimez ha stimato che il gap occupazionale del Sud rispetto al Centro-Nord (calcolato moltiplicando la differenza tra i tassi di occupazione specifici delle due ripartizioni per la popolazione meridionale) nel 2018 è stato pari a 2 milione 918 mila persone, al netto delle forze armate. È interessante notare che la metà di questi riguardano lavoratori altamente qualificati e con capacità cognitive elevate. I settori nei quali vi sono i maggiori gap sono i servizi (1 milione e 822 mila unità, -13,5%), l'industria in senso stretto (1 milione e 209 mila lavoratori, -8,9%) e sanità, servizi alle famiglie e altri servizi (che complessivamente presentano un gap di circa mezzo milione di unità).

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- Rosanna Auriemma By
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Milano. Due sono i ragazzi, giovani e intraprendenti, che hanno deciso di rivoluzionare il loro modo di lavorare. I 27enni Marco Riccardi e Simone Izzo dalla città di Milano hanno fatto partire un progetto che si spinge oltre i canoni del Network Marketing. Il loro obiettivo risuona con estrema chiarezza: "Make the difference". Un motto, un monito, uno sprone, oltre che il nome scelto per l'ambizioso piano. Bisogna fare la differenza, distinguendosi da una massa omologata e standardizzata. Serve uscire fuori dagli schemi, ma ciò non è sinonimo di esagerazione o sproposito in contrasto con la convenienza o la ragionevolezza. "Make the difference" significa guardare ciò che ci circonda da un'altra prospettiva, con gli occhi di chi non si accontenta e con l'ambizione che è propria di chi vuole raggiungere la vetta più alta, dove mai nessuno si era spinto prima. Formalmente è una community, ma a detta dei fondatori può considerarsi un vero e proprio movimento. Non si tratta di un semplice gruppo di persone che discutono e si scambiano informazioni attraverso la rete. Si ha a che fare con un comportamento condiviso che si fonda sulla comune adesione a principi e idee per il raggiungimento di un obiettivo, la crescita personale e collettiva. È un ambiente lavorativo nato da giovani e destinato a coinvolgere ragazzi capaci di ottimizzare le grandi potenzialità offerte dal web. Tra di essi spiccheranno i leader, coloro che saranno in grado di performare al meglio, portando valore all'interno della community. La loro forte personalità farà da guida a tutti gli altri, garantendo la loro crescita e il raggiungimento dei loro obiettivi. Questo modus operandi consentirà di intraprendere una carriera vera e propria, un percorso per diventare totalmente indipendenti. "Make the difference" è propriamente una comunità d'acquisto, basata su un metodo di distribuzione di prodotti e servizi che consente a chiunque ne faccia parte di diventare imprenditore grazie ad una rete di distributori ad esso legata. È un sistema basato su uno strumento accessibile e scalabile, emergente da un più vasto piano di Network Marketing, il cui motto è "lavorare insieme per un bene comune". La crescita del singolo rappresenta il successo di tutta l'azienda. Nessuno primeggia sull'altro, ognuno è predisposto a far crescere l'altro per migliorare se stesso. Chiunque abbia voglia di cimentarsi in questo percorso imprenditoriale, potrà farlo connettendosi in direct con @make_thedifference per non perdere la loro attività anche su Instagram. "È un vero e proprio inno a fare la differenza, in un mondo dove la mediocrità ne fa da padrona. Siamo molto più di una semplice struttura di una grande azienda di Network Marketing, siamo un movimento di giovani imprenditori che vogliono conquistare i loro obiettivi e realizzare i propri sogni" - questo il commento dei due giovani, pronti ad affrontare la nuova sfida. La voglia di realizzare una community nasce come forma di reazione ad un sistema lavorativo non sempre pronto a soddisfare desideri e aspettative. Dopo anni di studi, di stage e tirocini, spesso ci si ritrova ad affrontare una realtà ben diversa da quella immaginata. Tanti sono quelli che si adattano a qualsiasi mansione, molti di più quelli che decidono di raggiungere il proprio sogno all'estero. Scappare non serve e tenere i sogni chiusi in un cassetto rappresenta una grande sconfitta. È da qui che prende forma l'idea di Marco e Simone. I due concretizzano quello che 17 anni fa Seth Godin aveva definito come "mucca viola", l'unica in grado di suscitare interesse per la sua straordinarietà rispetto ad una qualsiasi altra mucca dal mantello marrone. "Make the difference" incarna alla perfezione questo ideale. È un nuovo modo di fare marketing, attraverso una comunità d'acquisto necessaria per costruire il proprio business. Rappresenta una nuova opportunità che si allontana da quei canoni lavorativi normalizzati e omologati. Siamo nel bel mezzo del cambiamento. Si va verso un mondo del lavoro totalmente incentrato sulle persone in un momento in cui le macchine e l'automazione stanno prendendo il sopravvento. Siamo immersi in una nuova era, quella della "sharing economy", un modello economico basato su condivisione, contatto, pratiche di scambio di servizi e beni materiali. In quest'ottica si inserisce il Network Marketing, che altro non è che una delle possibilità offerte da questo nuovo sistema economico. Ciò che conta oggi è essere in grado di reinventarsi, di mettersi in gioco, sviluppando quell'elasticità necessaria per lavori di gruppo, problem solving e più in generale per la comunicazione. La vera sfida di oggi è relazionarsi con le macchine, distinguendosi da esse grazie ad abilità esclusive dell'essere umano. I due giovani imprenditori, sull'onda di questo grande progresso che ha ormai inglobato la moderna società, descrivono in modo chiaro e diretto la loro value: "Make the difference vuol dire essere coscienti di avere potenzialità illimitate. Vuol dire voglia di dimostrare al mondo il proprio valore. Vuol dire essere disposti a lavorare su se stessi, pensando al prossimo". Bisogna avere coraggio, fiducia e autodeterminazione per spingersi oltre, alla conquista del proprio destino. Uno dei più noti imprenditori americani, Reid Hoffman, a tal proposito sostiene che "in un mondo che cambia, essere prudente è la cosa più rischiosa che puoi fare".

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Milano. Amazon ha annunciato 1700 posti di lavoro a tempo indeterminato in Italia entro la fine dell'anno, permettendole di superare i 5.200 dipendenti, dai 3.500 di fine 2017. Queste nuove opportunità di lavoro sono destinate a persone con ogni tipo di esperienza, istruzione e livelli di competenza, dagli ingegneri e sviluppatori di software agli operatori di magazzino. Molti dei ruoli sono disponibili nei nuovi centri di distribuzione che sono stati aperti nell'autunno 2017 a Passo Corese (RI) e a Vercelli così come nel centro di distribuzione Amazon già esistente a Castel San Giovanni (PC), nel Customer Service di Cagliari, nel Centro di Sviluppo di Torino e nella nuova sede direzionale a Milano. Dal 2010 Amazon ha investito oltre 1,6 miliardi di euro per sviluppare le sue attività in Italia. Mariangela Marseglia, Country Manager Amazon.it e Amazon.es, ha dichiarato: "Siamo impegnati a investire in Italia per migliorare continuamente i servizi che offriamo ai nostri clienti e per portare innovazione, in tutta Europa e in Italia, attraverso la ricerca e lo sviluppo in particolare negli ambiti del Machine Learning e della Robotica. Nel 2018 - conclude Marseglia - 1.700 nuovi dipendenti rafforzeranno i nostri team italiani per assicurare ai nostri clienti consegne più veloci, una selezione più ampia e maggiore convenienza".
Recentemente Amazon si è trasferita nella nuova sede di Milano che ospiterà oltre 600 dipendenti a tempo indeterminato entro la fine dell'anno. Il nuovo edificio, composto da due strutture - di 9 e 6 piani per un totale di 17.500 mq nel cuore del distretto di Porta Nuova - offre un ambiente ideale per attrarre e trattenere i migliori talenti e supportare la crescita. Amazon è alla ricerca di un'ampia molteplicità di posizioni corporate e Amazon Web Services, dagli account manager retail, agli specialisti del cloud, fino agli account manager che aiutano le piccole e medie imprese (PMI) ad aumentare le loro vendite su Amazon; così come ingegneri, solution architect, tech evangelist e molti altri. Amazon continua, inoltre, ad assumere per il suo Centro di Sviluppo a Torino focalizzato sulla ricerca sul riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale che supporterà la tecnologia già utilizzata per l'assistente vocale Alexa per servizi e prodotti come Amazon Echo, Echo Dot, Amazon Fire TV e i tablet Amazon Fire. Dopo l'apertura di due nuovi centri di distribuzione a Passo Corese e Vercelli e di cinque depositi di smistamento in tutta Italia nel 2017, Amazon ha aperto quest'anno tre nuovi depositi di smistamento - a Buccinasco (Milano), Burago (Monza e Brianza) e Roma - e aprirà un nuovo centro di smistamento a Casirate (Bergamo). Oltre all'assunzione di responsabili operativi, ingegneri, specialisti nelle risorse umane, specialisti IT e di operatori che prelevano, imballano e spediscono gli ordini dei clienti, l'azienda sta assumendo anche ruoli altamente qualificati per il Tech Center di Vercelli focalizzati sul l'implementazione di processi tecnologici dei nostri centri di distribuzione. Fred Pattje, Amazon Operations Director per l'Italia e la Spagna, ha dichiarato: "La continua creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato nei nostri centri di distribuzione e il nuovo Tech Hub a Vercelli sono una dimostrazione dell'impegno di Amazon in Italia. Questa espansione ci consentirà di migliorare ulteriormente il nostro servizio ai clienti e alle piccole imprese italiane che utilizzano il nostro sito web per far crescere i loro ricavi in Europa. Allo stesso tempo, Amazon si impegna a garantire un ambiente di lavoro ottimale per i dipendenti, con opportunità di sviluppo professionale, retribuzioni competitive e benefit".
Tutti i dipendenti Amazon che lavorano nei centri di distribuzione, nel customer service o negli uffici corporate ricevono una retribuzione competitiva e un pacchetto completo di benefit, compresa l'assicurazione medica privata dal primo giorno di lavoro, assicurazione sulla vita, uno sconto per acquisti su Amazon e un piano pensionistico aziendale. Amazon offre inoltre ai dipendenti dei centri di distribuzione un programma innovativo chiamato Career Choice che copre per quattro anni fino al 95% dei costi della retta e dei libri per corsi di formazione scelti dal personale, fino ad un massimo di 8.000 euro. Quest'anno Amazon è stata indicata da Universum come uno dei "Datori di lavoro più attrattivi" in Italia. La classifica è stata stilata in base alle risposte di oltre 38.000 studenti in 44 diverse università italiane, e Amazon ha ottenuto il 4° posto tra tutte le aziende italiane secondo gli studenti del settore business, salendo di 6 posizioni rispetto allo scorso anno, e il 7° posto per gli studenti di ingegneria. Accanto ai nuovi ruoli che l'azienda sta creando, Amazon continua a sostenere imprenditori e individui che desiderano avviare la propria attività, digitalizzarne una esistente o aumentare le proprie entrate attraverso programmi come Vendi su Amazon e Logistica di Amazon. Oltre 10.000 lavori sono creati da attività commerciali terze per sostenere le loro attività di vendita su Amazon. Venditori indipendenti offrono su Amazon una varietà di prodotti nuovi, usati, rinnovati e da collezione. Gli artigiani possono vendere le proprie creazioni originali alle centinaia di milioni di clienti Amazon in tutto il mondo, utilizzando il negozio Handmade. Il negozio Made in Italy apre le porte dei laboratori artigiani in Toscana, Sardegna, Calabria, Campania, Piemonte, Sicilia e nelle province di Bergamo e Vicenza ai clienti di Amazon.it, Amazon.fr, Amazon.es, Amazon. de, Amazon.co.uk, Anmazon.com e Amazon.jp.

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Roma. Un'amatriciana per sostenere la ricostruzione. Anche i ristoratori si impegnano nella solidarietà. La Confesercenti che raccoglie le adesioni di oltre 350 mila imprese in Italia, propone insieme all'associazione "Città del Vino" una iniziativa per la raccolta di fondi a sostegno mirato del commercio e delle attività commerciali colpite dal sisma dei giorni scorsi. Un'"Amatriciana per Amatrice", evento al quale possono aderire tutti i ristoratori senza alcuna distinzione, avrà luogo dal 12 al 16 Settembre 2016; durante questi giorni, i ristoranti aderenti l'iniziativa, potranno presentare il famoso piatto, ormai simbolo della cucina laziale, devolvendone i proventi della vendita alla ricostruzione ed al sostegno del commercio nelle aree colpite dal sisma. La presenza di una locandina nel ristorante, sarà garanzia di serietà e di sicurezza nella destinazione delle somme incassate. Per aderire sarà sufficiente registrarsi online su www.unamatricianaperamatrice.it per ottenere le locandine ed il materiale informativo relativo alla procedura da adottare, in italiano e presto anche inglese. "Il sisma ha colpito oltre 500 imprese tra ristoranti, attività commerciali e ricettive. Spesso piccole e medie imprese storiche, di assoluta rilevanza culturale: la pasta all'amatriciana non è solo il simbolo di Amatrice, ma uno dei piatti più popolari al mondo, che è nato proprio dal saper fare secolare di questo territorio", spiega Massimo Vivoli, Presidente di Confesercenti Nazionale. "Per questo, insieme a Città del Vino, abbiamo ritenuto che ben rappresentasse lo spirito del progetto, che vuole affiancarsi alle tante iniziative di solidarietà arrivate da tutto il mondo, dando un contributo mirato al sostegno degli imprenditori dei comuni colpiti e alla tutela delle tradizioni di cui sono interpreti". "Siamo vicini agli abitanti di Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite dal sisma - commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Insieme a Confesercenti stiamo organizzando questa iniziativa di raccolta fondi attraverso una ricetta simbolo del made in Italy: l'Amatriciana, un piatto famoso in tutto il mondo, fortemente identitario, capace di esprimere la cultura di un territorio con la stessa forza evocativa di un vino. L'obiettivo è di sviluppare un progetto nel campo della ristorazione e della gastronomia per ricreare occupazione e dare speranza alla popolazione dei territori colpiti, partendo dall'esperienza positiva del polo agroalimentare del Parco del Gran Sasso, che aveva sede proprio ad Amatrice".

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Non ritorna il sereno sulla Scuola Pubblica italiana dopo gli scioperi con scontri e feriti dello scorso 14 Novembre. Ulteriori tegole si abbattono sul già congestionato sistema scolastico. A pochi giorni dalla partenza della cosiddetta "Fase C" - grazie alla quale 48.794 docenti, sui 55.258 previsti, hanno ricevuto una proposta di assunzione a tempo indeterminato - ancora non sono stati resi noti gli aggiornamenti sulle graduatorie di Istituto e sulle graduatorie ad esaurimento di terza fascia. In parole povere i supplenti docenti chiamati a lavorare in attesa dell'"avente diritto", rimangono sospesi in una sorta di limbo: proseguono ad insegnare ma potrebbero andare via ad anno scolastico già avviato, da un momento all'altro. Inizialmente tali graduatorie, secondo il Miur, avevano il 20 Ottobre come data ufficiale di pubblicazione, ma ancora oggi non si sa nulla. Le uniche ad essere state rese note, in concomitanza con le assunzioni della fase C, sono quelle di seconda fascia, aggiornate con i nominativi dei docenti che hanno conseguito l'abilitazione durante il II ciclo del Tfa (Tirocinio Formativo Attivo: uno dei percorsi abilitanti all'insegnamento). I docenti supplenti, a cui si aggiunge il personale Ata, supplente a sua volta, si trova ad affrontare un sacrificio economico non indifferente fatto di affitti, spese di spostamento per raggiungere la sede di lavoro, di precarietà snervante a cui si aggiunge la mancata corresponsione degli stipendi dal mese di Settembre. Sì, perché ad effettuare la retribuzione dei docenti e del personale Ata supplente non è direttamente il Miur, come accade per il personale di ruolo, ma il Mef - Ministero dell'Economia e delle Finanze - che ogni anno lamenta di problemi tecnici e lungaggini burocratiche che fanno slittare la pubblicazione dei sudati cedolini di pagamento anche di tre o quattro mesi. Lo scorso 10 Novembre il Ministero dell'Istruzione aveva reso noto che entro lunedì 16 Novembre sarebbero state predisposte delle Emissioni speciali che avrebbero garantito entro la fine del mese ai lavoratori precari della Scuola la retribuzione di Settembre ed Ottobre scorsi, ma ad oggi nessun cedolino online è comparso sul portale NoiPa. I Sindacati sono tutti sul piede di guerra poiché - come già sottolineato - è una situazione recidiva e in particolar modo l'Anief ha predisposto un modulo da compilare per la diffida e messa in mora dei pagamenti spettanti. "Ero partita il 15 Ottobre scorso da un piccolo paesino della Provincia di Potenza alla volta di Belluno per un sostegno fino ad avente diritto, convinta che entro massimo fine mese avrei saputo se si trattava di un incarico annuale o di una supplenza breve - spiega Caterina, docente di terza fascia laureata in Lingue - e adesso mi ritrovo qui con casa in affitto senza sapere se da un giorno all'altro andrò via e per giunta senza ricevere stipendio. Per questa supplenza ho rinunciato al mio sussidio di disoccupazione che paradossalmente mi viene erogato puntualmente. A questo punto non accettare il lavoro sarebbe stato per me più agevole e redditizio". Purtroppo le segreterie degli Istituti e i vari Istituti scolastici provinciali non sanno fornire adeguate delucidazioni in merito: voci parlano di una presunta modifica delle modalità di erogazione dei pagamenti, ma all'atto pratico tutto sembra invariato. "Anche in passato, mi è successo di ricevere con gran ritardo il mio stipendio da supplente - spiega Valentina, collaboratrice scolastica supplente con contratto a tempo determinato - e vivendo soli fuori casa diventa problematico far fronte alle spese ma è anche umiliante dal punto di vista psicologico. Oltre ad avere i giorni contati, i nostri contratti sembrano perdere ulteriormente il loro valore perché non ci consentono di vivere dignitosamente nonostante l'impegno lavorativo profuso. Penso inoltre anche alle condizioni degli studenti: non solo si trovano ad affrontare un cambio di docente ad inizio anno scolastico, ma rischiano di affrontarne uno ulteriore ad anno scolastico inoltrato. Non solo dovranno adattarsi ad un nuovo stile educativo, ma anche umanamente ad un'altra presenza: tutto ciò a mio avviso si ripercuote sulla qualità dello studio e dell'apprendimento della classe". Tutti gli scontenti e i precari della scuola vanno ad ingrossare le fila del prossimo sciopero generale del comparto scolastico e del pubblico impiego previsto per venerdì 20 Novembre e organizzato dall'Usb. I manifestanti scenderanno in Piazza in tre grandi città italiane: Roma, Napoli e Milano. Le motivazioni della contestazione non riguarderanno soltanto le criticità del sistema scolastico ma anche la legge di stabilità - in questi giorni al varo delle Camere - e la proposta di rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Nonostante le difficoltà prevedibili per l'applicazione di un piano scolastico ambizioso e radicale come quello proposto dalla "Buona Scuola", il quale propone addirittura un nuovo percorso di abilitazione triennale per i docenti che verranno assunti nelle scuole solo tramite concorso, troppi ancora risultano i disagi che la classe lavoratrice del settore deve affrontare per poter inserirsi a pieno titolo. Non si tratta soltanto di iper-professionalizzazione della categoria, ma anche - come abbiamo visto - di svilimento della dignità di uno dei lavori che dovrebbe essere alla base della formazione dell'uomo e del cittadino.

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Roma. Per il diritto al contratto di lavoro e per le assunzioni, Usb scende in piazza. "La misura - recita una nota ufficiale del sindacato - è colma da tempo e non si può accettare che i diritti di tutti i lavoratori possano essere ancora calpestati da una politica che, "serva dell'Europa", da tempo ci impone una serie di restrizioni che ogni giorno pesano sempre di più sul nostro futuro. La nostra categoria è, come tutto il mercato del lavoro, sotto una morsa depressiva che basandosi su una "finta produttività" distrugge di fatto il welfare del paese. L'imposizione dell'azzeramento del bilancio pubblico taglia la possibilità di investimento dello stato verso le aziende e crea uno scontro fratricida tra i lavoratori pubblici e privati. La nuova "carta del mercato" crea un clima pesante dove la vera parte produttiva del paese, i lavoratori, sono costretti a cedere sempre più consistenti diritti a "favore" della permanenza nei luoghi di lavoro. Siamo ormai alla macelleria sociale, al tutti contro tutti, dove solo USB rappresenta il sindacato vero. La grande multinazionale Cgil-Cisl-Uil ha troppi interessi diretti di mercato per poter ricordare la sua "antica" natura di sindacato. Questa multinazionale dei servizi è affianco del governo reggendogli il gioco. Lo vediamo, palesemente, dal fatto che hanno abbandonato la lotta... la piazza ormai per loro non esiste! Dobbiamo dire basta e rovesciare il tavolo dove la politica banchetta e noi lavoratori paghiamo il conto, dopo che li abbiamo anche serviti. Dobbiamo pretendere quello che ci spetta di diritto perché sono i lavoratori la spina dorsale del paese. Basta con riforme pensionistiche che servono solo per non rigenerare i posti di lavoro... è tempo di assunzioni. E' tempo di investimenti consistenti, perché i nostri servizi sono la risorsa sociale del Paese. Dobbiamo tutti difendere il patrimonio collettivo che è la nostra unica ancora di salvezza. Basta con una politica che distrugge l'istruzione, la salute e la salvaguardia. Dobbiamo unirci tutti noi lavoratori e dire basta con forza ed unione di classe. Riprendiamoci quello che è nostro... il futuro! Il 16 ottobre - si chiude il comunicato - USB davanti al ministero della "spending review" griderà, attraverso la voce dei lavoratori, il proprio NO a questa politica. Chiedendo contratti e assunzioni!"