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Genova. Terrore a Genova, dove in tarda mattinata è crollato il ponte Morandi sull'Autostrada A10. Si tratta del viadotto Morandi che attraversa il torrente Polcevera e che collega l'Autostrada A10 con il casello di Genova Ovest, da dove si raggiunge il porto commerciale e i terminal dei traghetti. La costruzione in cemento armato risale ai primi anni Sessanta. Secondo le prime dichiarazioni dei vigili del fuoco, in 200 sul posto, sarebbero almeno trenta-trentacinque e tre tir i mezzi coinvolti dal crollo, per il quale si ipotizza il cedimento strutturale. Quattro persone sono state estratte vive dalle macerie. Incredibile la testimonianza di un camionista, sbalzato fuori dal mezzo precipitato dal ponte: "Ho solo una slogatura e delle contusioni all'anca. Un miracolo". Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli scrive su Twitter: "Sto seguendo con la massima apprensione ciò che è accaduto a Genova e che si profila come immane tragedia. Siamo in stretto contatto con Autostrade e stiamo andando sul luogo con il viceministro Rixi. La mia totale vicinanza in queste ore alla città". In serata, alla prefettura, è previsto l'arrivo del premier Giuseppe Conte.

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Catania. Trent'anni di reclusione per Veronica Panarello, colpevole dell'uccisione e dell'occultamento del cadavere del figlio Loris, 8 anni, assassinato con delle fascette di plastica il 29 Novembre del 2014 nella loro casa di Santa Croce Camerina. È la sentenza pronunciata dalla Corte d'assise d'appello di Catania. I giudici, accogliendo la richiesta dell'Accusa, hanno confermato la decisione di primo grado emessa il 17 Ottobre del 2016 dal Gup di Ragusa, Andrea Reale, col rito abbreviato. "È colpa tua, ti ammazzo con le mie mani. Sei contento adesso?", così Veronica Panarello ha reagito urlando in aula rivolta al suocero alla lettura della sentenza. La donna ha sempre sostenuto che ad assassinare il bambino sarebbe stato Andrea Stival perché il bambino aveva scoperto una loro presunta relazione. La donna è stata accompagnata con forza fuori dall'aula dalla polizia penitenziaria. "La Corte d'assise d'appello di Catania ha confermato la sentenza di condanna di primo grado e sarà interessante leggere le motivazioni e in particolar modo per vedere perché non hanno concesso le circostanze attenuanti generiche, una sorte di semi infermità, di non dovere rifare la perizia psichiatrica e il confronto col suocero. Valuteremo il ricorso in Cassazione", ha affermato l'avvocato della donna commentando la condanna.

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Roma. Scoppia uno nuovo scandalo corruzione nella capitale. Soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti, assunzioni e consulenze: sono le tangenti mosse per costruire il nuovo stadio della Roma Calcio. Una "corruzione sistemica e pulviscolare" secondo la procura capitolina, che ieri ha chiesto e ordinato l'arresto di nove persone. Le misure ordinate dal gip sono state eseguite dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale: per 6 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 3 gli arresti domiciliari. Si tratta del vicepresidente del consiglio regionale, Adriano Palozzi (coordinatore Forza Italia nella provincia di Roma, finito ai domiciliari), l'imprenditore Luca Parnasi (in carcere), il presidente di Acea e consulente del M5s Luca Lanzalone (ai domiciliari), l'ex assessore regionale Michele Civita (del Pd, ai domiciliari). I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali, finanziamenti illeciti.
Il capo politico del M5s, Luigi Di Maio ha annunciato di aver allertato i probiviri del Movimento: "Chi sbaglia paga", ha detto. Tra questi anche e il capogruppo degli M5s in Campidoglio Paolo Ferrara - che si è autosospeso dal Movimento - il consigliere comunale di Forza Italia Davide Bordoni, il presidente dell'Ordine degli Avvocati romani Mauro Vaglio, candidato non eletto dai pentastellati alle politiche. Estranea, invece, la società calcistica, come ha spiegato il procuratore aggiunto Paolo Ielo. "L'As Roma non c'entra nulla con l'inchiesta", ha detto il magistrato che coordina l'indagine. "Non sappiamo ancora niente, abbiamo appreso questa mattina dalle agenzie", è il commento del direttore generale della Roma Mauro Baldisoni. Nata da una costola dell'indagine sull'immobiliarista Sergio Scarpellini - che aveva portato all'arresto di Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi - al centro dell'inchiesta c'è la modifica del primo progetto dello stadio con una riduzione delle cubature degli immobili extra impianto sportivo e la cancellazione delle due torri del grattacelo.
Figura fondamentale della ricostruzione dell'accusa è il costruttore Parnasi: i carabinieri hanno perquisito fino a tarda sera i locali della sue società. Anche se la sindaca Virginia Raggi - che è totalmente estranea alle indagini - ha espresso speranza sul fatto che il progetto dello stadio possa andare avanti, l'inchiesta potrebbe portare allo stop della nuova opera. Proprio ieri era scaduto il termine per presentare le osservazioni al progetto e si era fissata la scadenza per le controdeduzioni per le quali è stato dato un tempo di 30 giorni. A metà luglio sarebbe prevista la delibera col progetto variato da inviare alla Regione Lazio per l'ok definitivo. "La Roma non fatto nulla di male, siamo stati trasparenti: non vedo perchè il progetto stadio si debba fermare, tutti lo vogliono e si deve andare avanti. Risolveremo tutto", ha detto il presidente della società calcistica James Pallotta. "Se ho sentito Parnasi? Non credo che in cella si possano usare i telefonini. Cosa succede se l'inchiesta fermerà il progetto stadio? Vorrà dire che verrete a trovarmi a Boston...".
Sono due, dunque, i procedimenti giudiziari che riguardano il nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere nell'area dell'ex ippodromo di Tor di Valle. Oltre all'indagine di oggi, un altro procedimento è già approdato al dibattimento. Si tratta dell'indagine sui terreni per bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell'Iva. Per questi reati sono stati rinviati a giudizio quattro ex amministratori della Sais, società della famiglia Papalia già proprietaria dell'area sul quale dovrebbe sorgere lo stadio, e della "Ippodromo di Tor di Valle", società che gestiva l'impianto. Secondo la procura, il contratto di affitto del terreno fu oggetto di una serie di distrazioni da parte della società locataria, in danno dei creditori delle due società, poi fallite. Sotto processo sono finiti gli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia, già presidente e componente del cda della Ippodromo Tor di Valle, costituita nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita nel giugno 2013, nonchè soci e detentori del capitale della Sais (fallita nel 2014); inoltre Umberto Ciccozzi, liquidatore della Ippodromo Tor di Valle, e Michele Saggese, ex amministratore unico della Sais.

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Salerno. La forte scossa sismica di oggi tra Macerata e Perugia ha raggiunto magnitudo 6.5. Non si registrava una scossa così forte in Italia dal 1980, anno in cui il terremoto dell'Irpinia seminò distruzione e morte con la sua magnitudo 6.9, colpendo la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. Un incubo ancora vivo nei ricordi di chi c'era quel 23 Novembre: un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi, provocando circa 3 mila morti, 9 mila feriti e 300 mila sfollati. In precedenza era toccato al Friuli il 6 Maggio 1976, scosso da un sisma di magnitudo 6.5. Successivamente, a distanza di quasi venti anni, il 26 Settembre 1997 un terremoto di magnitudo 5.8 colpì i comuni tra Umbria e Marche, in particolare Colfiorito, Verchiano, Nocera Umbra e Assisi, e da qui seguì una scia sismica che si sviluppò violentemente in poco meno di un mese. Proprio il terremoto di Colfiorito insegna come siano possibili più scosse in replica di magnitudo elevata anche a distanza di tempo. Furono tre, infatti, le scosse importanti: due quel 26 Settembre e una il 14 Ottobre. "I terremoti italiani - affermano dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) - si verificano spesso "a grappoli" piuttosto che isolati, ma quelli isolati come quello dell'irpinia del 1980 e di Messina del 1908 sono molto più distruttivi". Eppure in Italia si è persa facilmente la memoria. Il fatto che dal terremoto dell'Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997 non ci siano stati più terremoti relativamente forti (fortunatamente), ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l'economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti sbagliati nel campo dell'edilizia. Dal 1997 sono ripetuti con una maggior frequenza i terremoti di una certa intensità. Il 6 Aprile 2009 è toccato all'Aquila con una magnitudo 6.3, il 20 Maggio 2012 all'Emilia con 5.9. Fino ad arrivare ad oggi. Il centro Italia non ha pace dal 24 Agosto con la scossa di Amatrice e Arquata di magnitudo 6.0, a cui sono seguite quelle del 26 Ottobre di 5.4 e 5.9 al confine tra le province di Perugia e Macerata e, infine, quella di oggi di magnitudo 6.5 con epicentro a Norcia. "Non si può sapere - dicono dall'Ingv - quando e dove avverranno di preciso i prossimi terremoti, ma di sicuro saranno più forti di quello di oggi. Abbiamo la certezza che arriveranno ad avere una magnitudo di 7.0, ossia 30 volte più forte di quello di Amatrice, simile per intensità a quello dell'Irpinia nel 1980".

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Perugia. Continua ancora a tremare la terra in centro Italia. Una violentissima scossa di terremoto si è verificata alle ore 7.41 di oggi 30 Ottobre 2016 tra Marche ed Umbria. Secondo i primi dati dei sismografi, la scossa ha raggiunto i 6.5 gradi Richter di magnitudo, più intensa della sequenza sismica iniziata alle 3.36 del 24 Agosto, quando il terremoto che distrusse Amatrice e Accumuli ebbe una magnitudo di 6.0. L'epicentro è stato localizzato nella zona tra Perugia e Macerata, precisamente tra i comuni di Norcia e Perci. Panico e terrore nelle strade, il capo della Protezione civile: "Nessuna vittima, ma ci sono decine di feriti". A Norcia, dove è crollata la Cattedrale di San Benedetto (nella foto il prima e il dopo), i collegamenti sono difficili e i feriti sono stati trasferiti in ospedale con l'elicottero. A Roma è stato sospeso il servizio metro. La forte scossa è la più forte registrata in Italia dal 1980, più forte di quella all'Aquila. E' stata sentita a Firenze, persino a Bolzano, a Roma e anche a Napoli e Salerno. In particolare, numerose sono state le segnalazioni provenienti dalla città di Salerno e dall'Agro Nocerino Sarnese.

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Macerata. Forti scosse di terremoto hanno fatto tremare l'Italia centrale alle 19.10 e alle 21:20 di oggi 26 Ottobre 2016 tra Marche ed Umbria. Secondo i primi dati dei sismografi, le due scosse hanno raggiunto prima i 5.4 gradi Richter di magnitudo e in un secondo momento i 5.9 gradi. La seconda scossa è stata più violenta e lunga. L'epicentro è stato localizzato tra Terni e Perugia a Castelsantangelo sul Nera sui Monti Sibillini. Panico e terrore nelle strade. "Segnalati crolli ma al momento non ci sono feriti gravi", lo riferisce il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Squadre di soccorso sono dirette verso le zone isolate. Due persone ferite a Visso dal crollo di controsoffitti. Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera ha riferito che l'intero paese è rimasto senza corrente. "Sicuramente ci sono stati dei crolli ma non riusciamo a renderci conto di nulla - ha riferito il primo cittadino raggiunto telefonicamente da Skytg 24 - in più sulle zone colpite dal sisma è in corso violento temporale. Siamo in attesa dei soccorsi". Sulle zone terremotate pioggia battente e grandine. A Castelsantangelo sul Nera un anziano manca all'appello. Isolate le frazioni di Frontignano e Ussita. "Non sembrano esserci danni di rilievo a persone o cose", ha affermato il sindaco di Gualdo Tadino Presciutti. Gualdo Tadino dista oltre 50 chilometri da Castelsantangelo sul Nera. Le violente scosse si sono avvertite anche nel napoletano e nel salernitano. In particolare, numerose sono state le segnalazioni provenienti dalla città di Salerno e dall'Agro Nocerino Sarnese.

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Rieti. Il Centro Italia continua a tremare senza sosta, con scosse sensibilmente forti. Solo dalla mezzanotte se ne sono registrate oltre 60 di magnitudo 2 o superiore: la piu' forte è stata una di 4.5 alle ore 5.15, con epicentro tra Accumoli e Arquata. La scossa, per fortuna di breve durata, è stata avvertita distintamente anche a Roma. Le attività dei soccorritori sono proseguite per tutta la notte senza sosta ma purtroppo in molte aree si riducono le possibilità di trovare sopravvissuti. Di ora in ora il bilancio delle vittime diventa sempre più tragico. Secondo i dati forniti dalle prefetture e aggiornati a questa mattina, le vittime accertate sono 247, di cui 190 in provincia di Rieti e i restanti 57 in Provincia di Ascoli Piceno, soprattutto nel comune di Arquata del Tronto. Ma tantissime sono le persone che, vive o morte, potrebbero essere ancora sotto le macerie, anche perché in questo periodo dell'anno vi è un aumento della popolazione nei comuni colpiti. Anche sugli ospiti, circa 80, dell'Hotel Roma, il capo della Protezione civile ha detto di non avere dati "su quante persone siano uscite da lì". Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha detto che 6-7 corpi sono stati estratti dalle macerie dell'hotel e "altri ospiti sono ricoverati". I dispersi sarebbero ancora un centinaio nell'area del comune.
A Pescara Tronto è stata estratta ancora viva la bimba di circa 10 anni rimasta intrappolata sotto le macerie per circa 15 ore, mentre la sorella della piccola non ce l'ha fatta. Nel comune vi sarebbero stati non meno di 30 morti secondo fonti della Protezione civile locale. "Il numero di persone assistite presso il Pronto soccorso di Ascoli Piceno e quello di San Benedetto del Tronto si attesta sul centinaio, di cui una metà con codice verde e la restante parte ripartita tra codici rossi e gialli", si legge nella nota diffusa dalla direzione dell'Area Vasta n. 5 delle Marche. Sono 1.500 le persone rimaste senza casa, perché distrutta o inagibile, nelle zone delle Marche devastate dal terremoto. Lo rende noto la Protezione civile regionale. La maggior parte dei senzatetto si concentra nel comune di Arquata del Tronto e della frazione di Pescara del Tronto, rasa al suolo. Il governo dichiarerà in consiglio dei ministri lo stato di emergenza per le zone colpite dal terremoto. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Rieti. Crollato l'Hotel Roma ad Amatrice Ad Amatrice è crollato anche lo storico Hotel Roma, nel centro storico della cittadina reatina. Diverse le persone che sarebbero sepolte sotto le macerie, lo conferma a Lapresse Lorenzo Botti, istruttore nazionale del nucleo cinofilo dei Vigili del Fuoco. Il Roma è un luogo celebre anche come ristorante per la amatriciana, il piatto che prende il nome dalla città.
Timori per il patrimonio culturale nelle zone più colpite. Piccole crepe si sono aperte nella struttura esterna del Duomo di Urbino, che è stato transennato. Crolli nel monastero di Santa Chiara a Camerino e, ad Amatrice, nella basilica di San Francesco e la chiesa di Sant'Agostino. Danni riscontrati anche alla Basilica di San Benedetto a Norcia, ma anche alle mura storiche della città. Lo conferma Antonella Pasqua Recchia, segretario generale del ministero di beni culturali e turismo. Il ministero dei beni culturali ha allertato le sue unità di crisi, in azione la task force italiana dei Caschi Blu della Cultura. A Roma è stato sottoposto a verifiche il Colosseo, ma nessun danno. Sono oltre 350 i militari dell'Esercito e dell'Aeronautica militare impegnati con mezzi speciali nei soccorsi alle popolazioni colpite dal sisma verificatosi questa notte tra le province di Rieti ed Ascoli Piceno. Al lavoro 880 Vigili del Fuoco provenienti da tutta Italia, sono impiegati 9 elicotteri, 200 mezzi di soccorso, 50 mezzi movimento terra e 30 unità cinofile del Corpo dei Vigili. Nei luoghi colpiti dall'evento sismico, sono operativi inoltre 570 operatori della sicurezza, di cui 320 nei Comuni di Amatrice e Accumoli e 250 nel Comune di Arquata del Tronto. L'ipocentro del sisma che si è verificato nella notte scorsa è stato fissato a una profondità tra i 5 e i 7 chilometri sottoterra e il piano di faglia ha avuto una estensione di 25-30 chilometri. Si è trattato di un evento localizzato in una zona dove l'attività sismica è sempre presente e simile ai terremoti tipici degli Appennini.

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Rieti. Un forte terremoto alle 3.36 di questa notte ha sconvolto il centro Italia provocando vittime danni ingenti e feriti. Paesi interamente rasi al suolo, i primi morti accertati (più di 10 al momento, tra cui alcuni bambini, ma la conta sembra destinata a salire di molto), decine tra feriti e dispersi ancora bloccati sotto le macerie. L'epicentro della scossa nei pressi di Accumoli, in provincia di Rieti, con profondità di 4 chilometri (diverse le repliche, le più forti delle quali, magnitudo 5.4 e 5.1, nella zona di Perugia, alle 4,33). Il sisma, avvertito nitidamente a Roma ma anche a Napoli e Rimini, è "paragonabile" - riferisce il capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - al terremoto registrato sette anni fa a l'Aquila (erano le 3,32 del 6 aprile 2009, magnitudo 6,3). Il sindaco di Amatrice: "Mezzo paese non c'è più, ci sono decine di morti" Secondo il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi i morti sarebbero decine. "Decine di vittime, tanti sotto le macerie, stiamo allestendo un luogo per le salme" Alla sala operativa dei vigili del fuoco sono arrivate decine di segnalazioni: le aree piu' colpite sarebbero, oltre a quelle di Amatrice, quelle di Accumoli e di Posta. Squadre dei vigili sono dirette nella zona anche da Abruzzo e Marche.

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Milano. E' morto il boss Bernardo Provenzano. Ottantatre anni, malato da tempo, indicato come il capo di Cosa Nostra, venne arrestato dopo una latitanza di 43 anni l'11 aprile del 2006 in una masseria di Corleone, a poca distanza dall'abitazione dei suoi familiari. Il capomafia era detenuto al regime di 41 bis nell'Ospedale San Paolo di Milano. Tutti i processi in cui era ancora imputato, tra cui quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, erano stati sospesi perché il boss, sottoposto a più perizie mediche, era stato ritenuto incapace di partecipare. Grave stato di decadimento cognitivo, lunghi periodi di sonno, rare parole di senso compiuto, eloquio assolutamente incomprensibile, quadro neurologico in progressivo, anche se lento, peggioramento: è l'ultima diagnosi che i medici dell'ospedale hanno depositato. Da anni l'avvocato del boss, Rosalba Di Gregorio, aveva chiesto senza successo, la revoca del regime carcerario duro e la sospensione dell'esecuzione della pena per il suo assistito, proprio in virtù delle sue condizioni di salute. "Provenzano per me è morto quattro anni fa, dopo la caduta nel carcere di Parma e l'intervento che ha subito. Da allora il 41 bis è stato applicato ai parenti e non a lui, visto che non era più in grado di intendere e volere e di parlare da tempo", ha detto l'avvocato Di Gregorio che negli ultimi anni ha presentato due istanze di revoca del carcere duro e tre di sospensione dell' esecuzione della pena. Tutte sono state respinte. "Vieteremo i funerali pubblici di Bernardo Provenzano", ha detto il questore di Palermo, Guido Longo, a margine della messa in municipi per la santa patrona della città. Rincara la dose il sindaco di Corleone, Leoluchina Savona: "Per Corleone la morte di Bernardo Provenzano è una liberazione. Per la nostra comunità - dice - la sua morte è come la liberazione da un cancro, da una malapianta che affliggeva i cittadini".

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Reggio Calabria. E' stato arrestato nelle prime ore di questa mattina, Ernesto Fazzalari, 46 anni, una condanna all'ergastolo per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, porto e detenzione illegale di armi ed altro. L'uomo era il secondo ricercato per importanza e pericolosità dopo Matteo Messina Denaro. Fazzalari, latitante da 20 anni, é stato bloccato a Taurianova all'interno di un'abitazione in un complesso di caseggiati a ridosso di un'impervia area aspromontana. Ad individuarlo sono stati i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, con la collaborazione del Gruppo Intervento Speciale (Gis) e dello Squadrone Cacciatori Calabria. L'arresto é stato fatto a conclusione di articolata attività d'indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Fazzalari è stato sorpreso nel sonno dai militari nell'abitazione che utilizzava come covo nella zona di Taurianova. L'uomo non ha opposto resistenza e subito dopo l'irruzione dei militari del Gis ha fornito le proprie generalità lasciandosi ammanettare. Nel corso della successiva perquisizione i carabinieri hanno trovato una pistola, con relativo munizionamento, che il latitante non ha avuto il tempo di utilizzare. "E' stata un'operazione da manuale, corale - ha detto il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette - dell'Arma territoriale, dalla Stazione alla Compagnia, dal Comando provinciale sino a quello regionale, insieme ai carabinieri del Gruppo intervento speciale (Gis) e dei Cacciatori di Calabria. L'arresto di Fazzalari è il coronamento di un'intensa e articolata attività di indagine efficacemente diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria". Nella casa, insieme al latitante, era presente anche una donna di 41 anni che è stata arrestata con l'accusa di procurata inosservanza di pena e concorso in detenzione di arma comune da sparo e ricettazione. Nella casa è stato trovato anche altro materiale ritenuto d'interesse e che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi.

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Milano. "Silvio Berlusconi ha rischiato di morire: è arrivato in ospedale in condizioni severe, preoccupanti e ne era consapevole. Lui se ne rendeva conto, e il suo cuore, il ventricolo sinistro, era in una crisi acuta". Sono le parole del medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, direttore dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale dell'ospedale San Raffaele di Milano, nel corso della conferenza stampa all'Ospedale San Raffaele di Milano, ha disegnato il quadro clinico del presidente rossonero ricoverato da domenica. Ora Berlusconi sarà sottoposto a un intervento per la sostituzione della valvola aortica. Nel corso della conferenza stampa, Zangrillo ha sottolineato: "Silvio Berlusconi è una persona che vuole arrivare a 130 anni. All'inizio l'ha presa non volendoci credere, come un incidente di percorso abbastanza sgradevole. Poi l'ha presa con grande coraggio e determinazione. E' un uomo che, esaurita la fase che è assolutamente necessaria di metabolizzazione del problema, non ha avuto il minimo dubbio e si è affidato in modo pieno alla nostra responsabilità". La sostituzione della valvola aortica è un intervento di cardiochirurgia convenzionale. L'intervento verrà eseguito dal professor Ottavio Alfieri e della sua équipe e durerà circa 4 ore. "Il rischio dell'intervento è del 2-3% - ha aggiunto Zangrillo -. Seguirà una fase di riabilitazione che stimiamo nel giro di un mese, se non subentrano complicazioni". Il medico dell'ex Cav, poi, alla domanda se Berlusconi tornerà a fare il leader risponde: "Io lo sconsiglio ma lui tra un mese può fare quello che vuole quindi nella riabilitazione deve rioccuparsi di rimettere in equilibrio le funzioni vitali".

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Come un'incrinatura su un piano ben levigato, una lunga e abbacinante distesa, il Limburgo si erge tra le province dei Paesi Bassi con le sue colline piuttosto fuori fuoco in un paesaggio che, in molti punti, scende sotto il livello del mare. Da sempre regione di confine, il Limburgo rappresenta l'epicentro di una melting pot tutta in salsa Benelux, in forza di una posizione che la pone in prossimità di tutte e tre le frontiere, con una strizzatina d'occhio alla vicina Germania. Lungo le sue strade, e soprattutto lungo i suoi berg, si correrà domenica la prima, grande corsa della settimana consacrata al Trittico delle Ardenne: l'Amstel Gold Race.
Il percorso. Sponsorizzata dalla nota azienda birraria olandese, l'Amstel Gold Race raggiunge quest'anno le 51 edizioni. La rivoluzione del tracciato operata all'inizio degli anni 2000 ha spostato il traguardo da Maastricht, che resta il punto di partenza della kermesse, a Valkenburg, il cui circuito è stato nel 2012 sede del Mondiale. Non c'è - forse - il fascino delle grandi Classiche Monumento e il richiamo della loro epopea romantica, non c'è più il leggendario pavé delle Fiandre, sostituito dai "berg",eppure la classica del Limburgo non manca mai di emozionare, grazie ad alcune asperità emblematiche ed a finali spesso avvincenti. Sono 34 i berg previsti dall'edizione 2016, dopo il via di Maastricht, per un totale di 248 km. Come ogni anno, la corsa si deciderà sul Cauberg, l'icona, il "muro" più rappresentativo dell'Amstel con i suoi 1200 metri, una pendenza media del 6% ma punte che arrivano al 12%. Per ben 4 volte la carovana sarà chiamata a scalare il Cauberg: la prima volta dopo cinque berg, l'ultima, quella decisiva, alla penultima asperità, quella che avvicina al traguardo, lì dove tutto può capitare. Quindi l'Amstel è solo il Cauberg? E' soprattutto ciò, ma non esclusivamente; perché i 20 km finali regalano altri due snodi potenzialmente cruciali: prima i 1000 metri col 6% di pendenza del Geulhemmerberg, poi la più dolce asperità del Bemelerberg (5% di pendenza per una lunghezza di 900 metri). Tra ville bifamiliari e pub che sembrano tentare i palati con la freschezza di una bella birra schiumosa si deciderà la gara apripista delle Ardenne.
I favoriti. Proprio per le caratteristiche del suo percorso, l'Amstel Gold Race è corsa che poco si confà ai grandissimi specialisti del pavé. Un occhio di riguardo - nonostante i numerosi dubbi sulle sue effettive condizioni fisiche - lo meriterà senz'altro Philippe Gilbert, il belga del BMC Racing Team che sul traguardo di Valkenburg ha già trionfato per ben tre volte, l'ultima delle quali nel 2014, e che proprio qui ha trionfato nel Mondiale in linea del 2012. Campione uscente ed altro favorito d'obbligo è invece MichaÅ‚ Kwiatkowski, chiamato a mordere le caviglie del favorito Gilbert insieme ad altri potenziali candidati come gli australiani Simon Gerrans e Michael Mattews, entrambi dell'Orica-GreenEDGE, e Alejandro Valverde, che qui ha centrato solo due secondi posti. L'Olanda, tuttavia, si è confermata anche nei difficili tempi recenti terra fortunata per gli italiani: a Valkenburg, infatti, trionfarono prima Damiano Cunego nel 2008, poi Enrico Gasparotto nel 2012. Su quest'ultimo si appuntano le maggiori speranze tricolori.

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Distesa ai confini del Belgio, alle estreme propaggini settentrionali della Francia, Roubaix scandisce da oltre un secolo il ritmo della passione di migliaia di appassionati delle due ruote, incollati al display fino all'ultimo centimetro di quel velodromo ormai entrato nella storia del ciclismo. L'area del Benelux, qualche passo a nord; poco più a ovest, il canale della Manica sovrasta placidamente l'Eurotunnel e sembra volersi godere uno spettacolo ormai diventato abituale, laddove terra, fango e sangue hanno fatto la storia. Quasi cento anni fa, sotto il cielo di Piccardia e del Nord-Pas-de-Calais il Barone Rosso ascoltava gli ultimi vagiti del suo triplano Fokker Dr.I, forse pensando - chissà - alla storia che zia Frieda aveva ormai da tempo con David Herbert Lawrence. Oggi, sotto quelle stesse stelle, si intrecciano storie di fughe disperate e di più assoluta povertà, con Calais e le baracche dei migranti assurte a paradigma della più totale e lucida follia umana. Poco più a est, nel velodromo di Roubaix, si concluderà la corsa di un solo vincitore e di chi - per un solo giorno, almeno - non ce l'avrà fatta.
Il percorso. Fu proprio la realizzazione del velodromo di Roubaix, nel 1895, a fornire - in particolare a Louis Minart, capo redattore del foglio Le Velo - l'occasione di indire una gara in bicicletta che partisse dalla capitale francese e terminasse proprio su quella pista. Sostanzialmente ricalcata sull'edizione 2015, che vide trionfare il tedesco John Degenkolb, la Parigi-Roubaix numero 114 si snoderà lungo 257,5 km e 27 settori di pavé. Dopo i 2300 metri del Vertain, al km 120, ritorna nell'Inferno del Nord la salita di Hameau du Buat (settore 22), assente da ormai un triennio. Il primo ostacolo per la comitiva sarà al solito il settore 25, 3700 metri da Quiévy a Saint-Python, 4 stelle di difficoltà per il direttore della kermesse, Thierry Gouvenou. Le porte dell'Ade per i filibustieri su due ruote si apriranno tuttavia a poco più di 95 km dal
traguardo: il settore 18 prevede infatti l'attraversamento della Foresta di Arenberg, 2400 metri per un livello di difficoltà massimo (5 stelle), tratto di selciato sconnesso e assai impegnativo, lo zenit del delitto perfetto, della Gotterdammerung. Qui, infatti, il tre volte vincitore Johan Museeuw cadde, durante l'edizione del 1998, lesionandosi il ginocchio. Dopo circa 47 km con settori intermedi (Hornaing - Wandignies-Hamage e Tilloy - Sars-et-Rosiéres i più impegnativi), Mons-en-Pévèle porgerà ai corridori il secondo momento-chiave di giornata, a 48,5 km dall'arrivo. 5 stelle di difficoltà, il settore presenta un andamento piuttosto irregolare con diverse curve e saliscendi, lungo circa 3000 metri. Il settore 5, Camphin-en-Pévèle, farà da apristrada al terribile Pavé de Luchin, meglio conosciuto come Carrefour de l'Arbre, situato a 17 km dalla linea del traguardo. Lungo poco più di 2000 metri, è il terzo settore con difficoltà massima, costituito da un falsopiano in salita, l'ultimo e forse decisivo passaggio per la volata finale. L'ultimo settore, quello di Hem, porterà poi la classica al velodromo di Roubaix, la stanza della resa dei conti.
I pronostici. L'edizione numero 100 del Giro delle Fiandre ha definitivamente consacrato la stella di Peter Sagan, come - forse - nemmeno il Mondiale vinto a Richmond nello scorso Settembre era riuscito a fare. E' lo sloveno della Tinkoff, al di là di ogni facile previsione o scaramanzia, il favorito per la vittoria finale. Per lo strappo a 6 km dal traguardo di Oudenaarde, per quella pedalata agile ed elegante, per un momento di forma semplicemente strepitosa. Non sarà da solo, tuttavia: addetti e bookmakers puntano ancora una volta su Fabian Cancellara, l'unico che alla Ronde ha provato a resistere all'attacco del finisseur sloveno sul Paterberg. Proprio con Sagan l'elvetico fu protagonista, nel 2013, di un fantastico arrivo in volata al velodromo di Roubaix che gli permise di centrare la vittoria numero 3 nella "classica di Pasqua". Non è uno dei favoriti della vigilia: eppure Tom Boonen, l'unico con Roger De Vlaeminck a detenere il record di vittorie della "Roubaix" (4) non può essere aprioristicamente escluso dal ventaglio dei potenziali trionfatori. Perché per vincere questa classica "servono le palle" - come lui stesso ha dichiarato in settimana - e perché, al di là degli anni e della fatica che gli fanno intravedere un glorioso crepuscolo, Tornado Tom continua a correre "soltanto per lei". Riflettori anche su Sep Vanmarcke, in buona forma al Fiandre, e ZdenÄ›k Å tybar, che su questi pavé si è più volte fatto valere, analogamente a Niki Terpstra. Possibili sorprese: Lars Boom, olandese della Astana, ed Edvald Boasson Hagen, il norvegese della Dimension Data atteso al primo grande acuto in una classicissima. Più defilati nelle attese gli uomini Sky Ian Stannard e Geraint Thomas, mentre tra gli italiani gli unici con qualche chance residuale appaiono il solito Matteo Trentin e Daniel Oss.

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"Ragazzi, forse è questo l'inferno: dover passare l'eternità in questa cazzo di Bruges!". Al giovane sicario Ray/Colin Farrell non piace l'impianto medievale impregnato di fiabesco della città, lo stesso che cattura e affascina il collega Ken/Brendan Gleeson, mentre i due attendono le istruzioni del capocosca Harry/Ralph Fiennes. La pellicola di Martin McDonagh fotografa uno dei cuori pulsanti delle Fiandre in un'atmosfera che più sospesa non si può, con la messa a fuoco delle escursioni emotive evidenti tra una città tranquilla, assopita nell'inverno inoltrato, e le coscienze smosse degli assassini. Il Belgio degli anni '10 si è risvegliato col frastuono delle bombe esplose all'aeroporto di Zaventem ed alla stazione metro di Maalbeek, che hanno ridestato dal torpore cinematografico un paese nel quale hanno sede le istituzioni principali di un'Europa che sembra aver fallito il suo progetto di integrazione comunitaria. Proprio nelle Fiandre, circa 700 anni fa, esplose il Medioevo, allorquando le truppe francesi si impadronirono, dopo l'Artois, del territorio fiammingo, sottraendo così agli inglesi il monopolio sul commercio e la lavorazione della lana, innescando una delle micce che avrebbero fatto divampare la Guerra dei Cent'anni. In quelle campagne dove, sin dal 1337, Francia ed Inghilterra si combatterono per circa un secolo ponendo le basi per la nascita dei primi Stati Nazionali, transiterà domenica l'edizione numero 100 del Giro delle Fiandre.
Il percorso. Dalla Bruges di Ray e Ken prenderà le mosse la Ronde van Vlaanderen, ancora scossa dagli eventi del 22 Marzo e dalle tragiche morti su strada di Antonine Demoitié e Daan Myngher. Fino a pochi anni fa il simbolo del Fiandre è stato il Grammont, uno degli storici muri della Ronde, a 15 km dall'arrivo e per questo spesso decisivo per la selezione finale e gli esiti della gara. Dal 2011, tuttavia, gli organizzatori hanno optato per lo spostamento del traguardo finale da Meerbeke ad Oudenaarde, bypassando così il Van Geraardsbergen. La gara si snoderà per 255 km fino all'arrivo, con ben 18 muri, 11 dei quali tutti in pavé. Apre le danze il Vecchio Kwaremont, dopo un centinaio di km dalla partenza, lungo oltre due km con una pendenza massima dell'11%. A circa 120 km dall'arrivo i ciottoli del Molenberg accoglieranno il torpedone, accompagnandolo per circa mezzo km. Leberg e Valkenberg, muri in asfalto, faranno da apripista al doppiaggio dell'Oude Kwaremont, a poco più di 50 km dal traguardo, subito prima di scalare il Paterberg (pendenza media del 12,5%, picchi del 20%) e il Koppenberg (22% di pendenza massima, media poco sopra l'11%), chiavi di volta delle prime selezioni a poco più di 40 dalla fine. Il pavé caratterizzerà le ultime salite del paesaggio fiammingo: Steenbeekdries, Taaienberg e Kruisberg fino agli ultimi 15 km, scanditi dal terzo assalto al Vecchio Kwaremont e di nuovo Paterberg, trampolini finali per un arrivo tutto pianeggiante.
La vigilia e i pronostici. Peter Sagan ha voluto ribadire alla E3 di Harelbeke, antipasto in piccolo del Fiandre, l'abituale tendenza a vedersi piazzato, spesso, senza occupare il gradino più alto. Lo sloveno campione del mondo, ai 400 metri dall'arrivo, si è fatto infilare dall'agile, terribile MichaÅ‚ Kwiatkowski, primo corridore polacco ad aggiudicarsi il Gp fiammingo. Sagan si è poi rifatto nella Gand-Wevelgem, la miniclassica per velocisti, anch'essa in pavé, che lo ha visto trionfare davanti al belga Vanmarcke. Il warm-up che tradizionalmente fa da anticamera alla Ronde è invece la Tre Giorni di La Panne, dove il detentore dell'ultimo Fiandre, il norvegese Alexander Kristoff, ha ottenuto la piazza d'onore dietro uno scatenato Lieuwe Westra, uno degli habitué del circuito. Al di là del cammino che ha scandito l'arrivo dei protagonisti a Bruges, l'edizione 2016 sarà tramandata ai posteri non solo come quella del Centenario. Il Fiandre 2016 sarà l'ultimo per Fabian Cancellara, giunto alla passerella finale della sua lucente carriera agonistica. Spartacus è primatista per vittorie alla Ronde, in compagnia di Buysse, Magni, Museeuw, Leman e soprattutto Tom Boonen, che domenica si troverà di fronte alla partenza. Il belga della Etixx-Quick Step non appare tuttavia nel miglior momento della sua carriera: alla Harelbeke, infatti, sebbene fosse nel gruppone che inseguiva i fuggitivi Sagan e Kwiatkowski, si è messo a disposizione del compagno Matteo Trentin in vista di un eventuale arrivo in volata. L'atteso duello tra Cancellara e Tornado Tom, dunque, sembra al momento un'ipotesi tanto romantica quanto remota. Subito dopo lo svizzero, dunque, il favorito appare proprio Peter Sagan: entrambi furono protagonisti di uno splendido finale durante la Parigi-Roubaix del 2014. In formissima appare il polacco del Team Sky, campione del mondo in linea del 2014 a Ponferrada. Alexander Kristoff, il norvegese della Katusha, non sembra intenzionato a cedere lo scettro di campione iridato, sebbene sia apparso piuttosto appesantito nella De Panne. Vanmarcke e Van Avermaet proveranno a tenere in patria il titolo dal loro cantuccio di outsider, azzannando le gomme dei grandi favoriti; più defilati, almeno nei pronostici di vigilia, appaiono altri due corridori della Etixx, il ceco ZdenÄ›k Å tybar e l'olandese Niki Terpstra.