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Roma. "Stiamo scrivendo la storia. Da oggi e per i prossimi cinque anni è responsabilità di tutti. Sarà dura, sappiamo come è Roma, ma abbiamo un programma pazzesco, lo abbiamo scritto con i cittadini. E adesso iniziamo. Coraggio". E' il primo commento del M5s per la vittoria di Virginia Raggi, nuovo sindaco di Roma e prima donna a governare la città dal 753 a.C. La Raggi fa parte del Movimento 5 stelle e ha vinto le elezioni al ballottaggio con il 67,15% dei voti, oltre 770 mila. Il suo sfidante, Roberto Giachetti del Partito Democratico, ne ha ottenuti meno della metà, il 32,85 per cento. Ma andiamo con ordine. La Raggi, che ha sempre detto di essere di sinistra, era consigliera comunale dal 2013 e da tempo la stampa la descriveva come l'esponente del Movimento 5 Stelle più popolare a Roma. Era stata candidata dal Movimento 5 Stelle lo scorso 23 Febbraio, dopo una votazione online nella quale l'avevano scelta 1.724 attivisti iscritti al partito. Il neo sindaco della Capitale ha 37 anni e ha iniziato a fare politica nel Movimento 5 Stelle nel 2011. Alle elezioni comunali del 2013 era stata eletta come consigliera con 1.525 preferenze. Nei tre anni all'Opposizione si è occupata soprattutto di questioni relative alla scuola e all'ambiente. Virginia Raggi è romana e vive nella borgata Ottavia, a nord ovest della città, dopo essere cresciuta nel quartiere di San Giovanni. Si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Roma Tre ed è specializzata in diritto d'autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie. Lavora come civilista nello studio legale Sammarco: tra i consulenti esterni dello studio c'è anche il penalista Alessandro Sammarco, che in passato ha difeso Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e Cesare Previti in importanti processi: una circostanza che aveva suscitato perplessità in molti simpatizzanti grillini, ma che era stata comunque ammorbidita tenendo conto che la Raggi aveva lavorato anche col mondo di Sel, con associazioni e gruppi d'acquisto equosolidali. Durante la campagna elettorale Raggi ha avuto qualche problema quando è emerso che sia lei che tutti gli altri candidati del Movimento 5 Stelle al Consiglio Comunale avevano firmato un contratto che li impegnava a pagare una penale molto alta e a dimettersi in caso avessero arrecato un danno di immagine al Movimento, e che inoltre sarebbe stata tenuta a sottoporre e ottenere parere favorevole dallo staff di Beppe Grillo per tutti gli atti amministrativi di una certa importanza. Ma in un'intervista Raggi ha spiegato che lo staff servirà "per esempio, a fare ricerche legali sulle persone da nominare. E' una garanzia ulteriore avere più occhi che controllano determinati atti come le nomine". Nella campagna elettorale tra primo e secondo turno uno degli elementi più importanti è stata la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024: Raggi si è sempre dichiarata contraria, ma secondo le sue ultime dichiarazioni sembra essere diventata possibilista. E poi l'ultimo caso che ha coinvolto Raggi e l'Asl di Civitavecchia, secondo cui la grillina non avrebbe dichiarato che stava lavorando per conto della Asl di Civitavecchia, nonostante fosse stata eletta consigliera comunale nel 2013 e, per legge, tenuta ogni anno a dare conto di tutti gli altri incarichi e dei pagamenti che riceveva, facendolo soltanto nel 2015. Raggi aveva ricevuto l'incarico di recupero crediti nel 2012, ma il caso, attualmente, rimane ancora piuttosto confuso.

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- Giovanni Apadula By
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Roma. Primo turno elettorale interlocutorio in tutte le città metropolitane chiamate alle urne. Almeno dal punto di vista sostanziale, anche perché le indicazioni emerse dai seggi offrono più di qualche spunto. A Roma, infatti, il Movimento Cinque Stelle diventa il partito più eletto, con oltre il 35% delle preferenze. La candidata alla massima poltrona del Campidoglio, Virginia Raggi, batte Roberto Giachetti del Pd (24,7%) in 13 municipi su 15, travolgendo la concorrenza soprattutto nelle periferie (Tiburtino, Tor Bella Monaca) e sul litorale ostiense. Giachetti riesce ad avere la meglio solo nel cuore di Roma, il centro storico, e nella circoscrizione pariolina. La Capitale, dunque, sarà chiamata nuovamente alle urne per il ballottaggio, dove la Raggi potrà contare su uno scarto di voti per nulla indifferente. "Un risultato storico", hanno commentato dal M5s. Solo tre anni fa, alle ultime elezioni comunali, il partito di Beppe Grillo racimolava il 12,82% delle preferenze. All'ascesa prepotente dei pentastellati fa da contraltare la parabola del Partito Democratico, che solo in punta di fioretto riesce a superare Giorgia Meloni nella corsa al ballottaggio. Crollo verticale per Forza Italia, che sosteneva il candidato Alfio Marchini (10,9%): un misero 4,2% che segna il punto più basso della storia recente per il movimento di centrodestra. Testa a testa e sfida apertissima anche a Milano, dove al secondo turno sarà sfida tra il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala (41,6%) e quello di centrodestra Stefano Parisi (41%). Exploit del M5s anche a Torino: la candidata Chiara Appendino sfiora infatti il 31% dei voti, impedendo a Piero Fassino del Pd (41,8%) di aggiudicarsi la corsa già al primo turno, come era invece successo nell'ultima maratona elettorale. Un risultato lusinghiero per i pentastellati, che portano il capoluogo sabaudo al ballottaggio dopo 15 anni. Note dolenti per il Pd anche da Bologna, dove il sindaco uscente Virgilio Merola si ferma al 39,6%, contro il 22,2% della leghista Lucia Borgonzoni, sostenuta in blocco da tutto il centrodestra. Decisivo l'apporto della Lega, che da sola racimola oltre il 10% dei voti, mentre Forza Italia galleggia intorno al 6,2%. Per il Pd, invece, si tratta del punto più basso della storia elettorale in una delle sue roccaforti simbolo: appena il 35,5% delle preferenze. A Napoli va invece in scena un fil già visto: il vis-à-vis tra il candidato arancione e sindaco uscente Luigi De Magistris e l'uomo del centrodestra Gianni Lettieri. L'ex magistrato si aggiudica il primo rush con il 42,5%, con l'avversario fermo al 24,1%. Deludono il Pd, crollato al 20% con Valeria Valente e fuori dal ballottaggio, ed anche il M5s, che non approfitta del vuoto lasciato dai partiti tradizionali: Matteo Brambilla resta sotto quota 10%. AFFLUENZA. Milano e Torino fanno registrare picchi bassissimi di affluenze. Nel capoluogo meneghino, infatti, alle urne si è recato solo il 54,6% degli aventi diritto, con una disaffezione piuttosto pronunciato nel cuore storico della città, dove di poco si è superato il 50%. Anche Torino perde oltre 9 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni comunali: l'affluenza infatti si ferma al 57,19%. Male anche Napoli con il 54,14% registrato alle 23 di ieri, mentre Roma si ferma, come Torino, al 57,19%. A Bologna ha invece votato il 59,72%, ma nessuna città metropolitana raggiunge la soglia del 60%, a fronte di una media nazionale del 62,14%, inferiore alle precedenti elezioni amministrative di oltre 5 punti.

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"Truffa culturale": questa è l'espressione utilizzata dal Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini lo scorso 16 Settembre ai microfoni di "Radio 24" e che ora riecheggia furiosamente nei corridoi di tutte le scuole italiane. A creare scompiglio in un momenti così delicato per la Scuola italiana - ricordiamo che siamo nelle prime fasi di attuazione della Riforma "La Buona Scuola" - ci si mette una sorta di grandissimo guazzabuglio mediatico denominato "Teoria del gender". Contro questo temuto mostro si sono schierati in molti: da Papa Francesco in persona - che l'ha bollata come "un passo indietro per l'umanità" - al Sindaco di Venezia Brugnaro, passando per l'Associazione ultracattolica di destra "Le Manif pour tous" e le immancabili Sentinelle in piedi. La psicosi, diffusasi tra i genitori e amplificatasi a suon di messaggi su whatsapp e social network, ha finito per generare cattiva informazione. Proviamo, pertanto, a fare chiarezza, affrontando l'argomento con un esperto del settore, il Dottor Luigi Ferraro, psicologo che si occupa di problematiche adolescenziali. "Dottor Ferraro, quando si parla di teoria del gender, a cosa ci si riferisce nello specifico?". "Parlare di teoria o di ideologia in riferimento al gender è già il primo errore - spiega Ferraro. Non esiste ancora una teoria che riguardi le identità di genere, ma soltanto un corpus di studi, i cosiddetti "gender studies". Tali studi si occupano di far luce su alcuni aspetti dell'identità sessuale finora ignorati, perché inghiottiti dalla dicotomia totalizzante "uomo-donna": rientrano in questa casistica i transessuali, gli intersessuali e via dicendo". "La nostra società, quindi, tende a categorizzare il comportamento in due distinti orientamenti sessuali lasciando fuori - discriminando - chi non si sente di appartenere a nessuno di questi". "Quando si parla di identità di genere - commenta il Dottor Ferraro - occorre fare un passo indietro e una triplice distinzione: quella tra il sesso, quello biologico, il genere, in cui ci si identifica, e il ruolo, la costruzione sociale inculcata dalla famiglia e dalla società su come si esprime l'identità di appartenenza. Gli studi sul gender approfondiscono questo sottobosco di generi sessuali che svicolano dalla distinzione classica". "Potrebbe farci un esempio più concreto?". "Un esempio di gender variant è la nota cantante Conchita Wurst: sesso biologico maschile che ama sfoggiare look femminili, conservando però un tratto tipicamente mascolino - la barba - che fonde così entrambi gli aspetti. Le sue performance sono sicuramente enfatizzate per dar loro una caratura artistica, ma può rendere il concetto". "Così dicendo diventa meno chiaro il nesso tra questa teoria e il Ddl "La Buona Scuola"". "In effetti gli studi sul gender in sé non hanno grande attinenza con quanto proposto dalla Riforma del sistema scolastico . Chi ha diffuso la notizia ha mescolato impropriamente quanto finora emerso da questi studi alle nozioni di educazione all'affettività che l'Oms ha invitato ad inserire nelle programmazioni scolastiche di tutto il mondo". "Il passaggio del Ddl che ha creato confusione, infatti, parla dell'ingresso di Associazioni e movimenti all'interno delle scuole che promuovono l'inclusione sociale e la parità di genere. Per qualcuno è sembrato un tentativo di indottrinamento". "Non ci saranno lezioni sulla sessualità in tenera età come qualcuno ha ipotizzato - sottolinea Ferraro - ma un percorso di educazione alla scoperta del proprio corpo e delle sensazioni ad esso correlate, che è ben altra cosa. L'educazione alla sessualità andrebbe garantita, a mio avviso, ai cicli scolastici superiori". "Perché si è sentita l'esigenza, secondo lei, di intraprendere un percorso educativo del genere?". "La società veicola spesso l'idea del corpo come di uno strumento da esibire in maniera sfacciatamente erotica, dimenticando l'aspetto di affettività che dovrebbe accompagnare l'armonico sviluppo di una persona. Basti pensare al fenomeno delle baby-squillo, che da giovanissime svendono il loro corpo per ottenere cellulari e oggetti all'ultimo grido. Al progetto dell'Oms si collega intimamente anche il concetto di bullismo: chi è considerato diverso diventa oggetto di derisione e di violenza fisica e psicologica. Educare fin dall'infanzia alla conoscenza e alla consapevolezza di tutto ciò, contribuirà a formare degli adulti più equilibrati e tolleranti". "Esistono delle realtà dove questo tipo di percorso educativo è già avviato?". "Nei paesi scandinavi esistono cataloghi di giochi per bambini senza etichette di genere, in modo che essi possano liberamente scegliere il giocattolo che desiderano. A Napoli, addirittura, la Federico II e il Centro di Ateneo "Sinapsi" stanno portando avanti un progetto educativo nelle Scuole sulla comprensione ed accettazione delle identità di genere. In Spagna, dove le coppie omossessuali sono una realtà consolidata, il dibattito dell'opinione pubblica è virato naturalmente verso l'educazione dei più giovani, ma lo ha fatto con un tenore culturale più elevato di quello italiano". "Come mai si è creato questo allarmismo ingiustificato?". "A mio avviso le cause sono principalmente tre - dice il Dottor Ferraro. La prima, di carattere atavico, riguarda il fatto che il sesso è una dimensione ancora così intima che discuterne, anche in maniera oggettiva, è considerato da sempre un tabù. In secondo luogo, la Chiesa Cattolica e qualche partito politico in cerca di facili consensi, ha approfittato dell'occasione per creare una campagna di marketing a favore del tradizionale concetto di famiglia, concetto che non uscirebbe peraltro sconvolto da un "allargamento" di vedute, ma soltanto rafforzato, visto il suo crescente declino. In terzo luogo la cattiva informazione ha completato l'opera: spesso sui social network i fake e la buona e meno buona comunicazione si mescolano, dando luogo a "bufale". Nella foga di avere a disposizione quante più informazioni è possibile, non si bada alle "fonti" e si contribuisce a creare circoli viziosi". "Vogliamo dire qualcosa ai genitori preoccupati che ai loro figli venga insegnato a scuola ad essere omosessuali?". "Assolutamente si. Intanto l'omosessualità non è qualcosa che è possibile insegnare. Inoltre, già da diversi anni, non è considerata come facente parte di una categoria diagnostica, pertanto non è possibile etichettarla come una malattia. Diverso discorso potrebbe essere fatto per l'omofobia, che paradossalmente significa "paura del simile": sebbene anch'essa non rientri in casi diagnostici, può portare con sé risvolti violenti. Ultimamente si tende ad utilizzare il termine omo-negatività, che riguarda aspetti più interni e sottolinea la difficoltà di entrare in sintonia con un altro-da-sé, il quale diviene oggetto di stigma e pregiudizio. Questi ultimi non sono che l'anticamera della violenza. E questo, miei cari genitori, è un'attitudine che si può trasmettere ed insegnare".

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Mantova. Nella giornata di ieri, martedì 27 ottobre, al termine dei lavori della Giuria di selezione, il presidente Marco Cammelli ha comunicato al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, Mantova capitale italiana della cultura 2016. La città virgiliana ha battuto la concorrenza di Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Mantova riceverà anche un milione di euro per realizzare il progetto presentato e potrà giovare dell'esclusione delle risorse investite dal vincolo del patto di stabilità.

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Roma. La Legge Severino in materia di candidabilità dei condannati risponde ai requisiti di costituzionalità. A deciderlo, nella serata di ieri, è stata la Corte Costituzionale, che ha così rigettato il ricorso presentato dai legali del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ravvisando l'infondatezza della questione sollevata sulla base della norma che ne prevede la sospensione. Già nello scorso mese di Maggio le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avevano statuito la competenza del giudice ordinario, e non di quello amministrativo, a decidere circa i ricorsi presentati ex Legge Severino. La disfida romana, dunque, si è chiusa con un insuccesso per De Magistris, il quale ha fatto sapere di voler comunque attendere la pubblicazione della sentenza, sperando in una pronuncia di rigetto che abbia, cioè, deciso solo in merito a questioni formali. La pronuncia, invece, non riguarda direttamente il governatore della Campania, Vincenzoi De Luca, anch'egli sospeso dal vecchio ufficio di sindaco di Salerno. De Luca ha però sollevato altre questioni di costituzionalità, quali la disparità di trattamento tra amministratori pubblici e parlamentari. E' quindi ancora presto per sapere se il percorso tracciato dalla Consulta sia in grado di intaccare anche la sua posizione.

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Critiche, proteste e manifestazioni di ogni tipo hanno accompagnato la calda estate degli insegnanti italiani, i quali dallo scorso Luglio sono alle prese con la difficile interpretazione della riforma "La Buona Scuola" approvata dal Governo Renzi. Ad oggi, con l'inizio dell'anno scolastico in tutte le Regioni del Bel Paese, la situazione risulta ancora in divenire ed, in molti casi, di difficile interpretazione. Cerchiamo, quindi, di comprendere meglio quale è la reale situazione in cui versa la Scuola italiana e se quanto auspicato dal Governo è applicabile. Approvata con 277 voti a favore, 173 contrari - alcuni provenienti proprio dai banchi del Pd - e 4 astenuti, la Riforma del Sistema scolastico italiano, ha un programma piuttosto ambizioso che è stato riassunto e presentato sia da Matteo Renzi che dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini, in 12 punti. I primi due punti riguardano la stabilizzazione degli oltre 150mila insegnanti precari - come sollecitato anche dalla Corte Europea, che ha condannato l'Italia per le modalità illecite con cui negli anni passati, ha gestito assunzioni e precarizzazioni del corpo docente - tra cui figurano addirittura i vincitori di concorsi risalenti al 1990, 1999 e 2012 e una porzione di insegnanti inseriti nelle Gae (Graduatorie ad esaurimento) che dal 2016 non esisteranno più, perché verranno sostituite da concorsi con immissione diretta in ruolo. Nella sostanza, il Governo ha articolato un piano di assunzioni suddiviso in 4 fasi (0,a,b,c,) di cui la prima ha semplicemente previsto un turn-over con i docenti che andavano in pensione. Le cattedre rimanenti dalla fase 0, sono state assegnate nella fase a ai docenti non vincitori di concorso, ma precari cosiddetti "Storici". La fase b, ha consegnato il contratto di ruolo secondo un meccanismo di "convocazione": l'insegnante dichiara di rinunciare al punteggio finora accumulato e si affida ad un algoritmo che gli assegna una destinazione in una qualsiasi delle Province italiane. Secondo il Premier ad aver accettato questo compromesso, il 97% dei docenti , mentre, secondo le stime dei Sindacati, 7 precari su 10 che rientravano nella fase b hanno "congelato" per un anno, grazie alla legge 107, la cattedra accettando una supplenza o mettendosi in aspettativa, vanificando il progetto di diminuire il numero dei supplenti (secondo quanto dichiarato nel punto 3 del progetto "La Buona scuola"). La stessa Agnese Landini, moglie di Renzi, ha dichiarato di aver accettato un incarico part-time al Liceo Balducci di Pontassieve per restare vicina ai suoi figli. Secondo le stime de "Il Fatto Quotidiano", queste prime tre fasi hanno dato luogo a circa 38mila contratti a tempo indeterminato. Ancora non è iniziata, tuttavia, la fase più delicata del processo di assunzione dei docenti: la c, dove la figura del Dirigente scolastico sarà fondamentale per l'assegnazione di altri 55mila posti circa. Infatti, grazie al principio di rafforzamento dell'autonomia scolastica, gli Istituti scolastici riceveranno a breve fondi di funzionamento (punto 12 della riforma) grazie ai quali i Presidi potranno ampliare l'offerta scolastica ad esempio dilatando il tempo di permanenza in aula e aggiungendo materie di insegnamento anche non tradizionali all'elenco delle materie. Il Miur fa sapere di aver stanziato circa 233 milioni di euro, aumentando di circa 10mila euro a Scuola la cifra stanziata nel precedente anno scolastico. Tale innovazione comporta da una parte la possibilità di creare una scuola più competitiva, tarata sulle esigenza territoriali e di dare lavoro ad un gran numero di precari e dall'altra la creazione di meccanismi ancora poco chiari di cooptazione da parte del Dirigente, che si troverebbe inoltre ad avere a disposizione un corpo docente poco avvezzo a tecniche di insegnamento non convenzionali, oltre a favorire l'ingresso a scuola anche di realtà associative o addirittura private. Problema non trascurabile inoltre è la carenza storica di Presidi ed insegnanti di sostegno: l'anno scolastico inizia infatti con circa 1.700 Istituti privi della figura guida e circa 3mila posti di sostegno vacanti. Secondo il punto numero 4 della riforma, in seno ad ogni Istituto verrà creato un Comitato di valutazione dei docenti composto dal Preside, 3 docenti, rappresentanti di genitori e studenti ed un membro esterno, i quali potranno decidere un aumento stipendiale per quegli insegnanti che si distingueranno per meriti particolari. Scimmiottando un po' la riforma Brunetta sul pubblico impiego, anche questa novità ha fatto storcere il naso ad insegnanti e Sindacati i quali, ritenendo la valutazione del docente un modo per "rovinare" il clima tra colleghi all'interno degli Istituti, hanno invitato tutti a boicottare questo punto del programma. Il punto 5 della Riforma invece prevede lo stanziamento di un bonus di 500 euro circa ad insegnante da utilizzare nell'acquisto di materiale didattico, ingresso a musei e accessi a corsi di formazione che possano migliorare la sua preparazione personale. Insieme al precedente, i punti della riforma 6 (Obbligo di mettere online dati, profili e docenti di ogni scuola), 7 (Abolizione delle 100 procedure burocratiche più complesse per la gestione della scuola), 8 (Co-investimenti per portare wi-fi e banda larga in tutti gli Istituti), 9 (Incrementare Musica, Sport e Storia dell'Arte tra le materie d'insegnamento) e 10 (Potenziamento dell'insegnamento delle lingue straniere e del "pensiero digitale" a partire dalle elementari ed introduzione dei princìpi di economia nelle secondarie) non hanno destato particolari perplessità al contrario del punto 11 che prevede l'aumento delle ore di Alternanza Scuola-Lavoro nei Licei (200 ore) e negli Istituti Professionali (400 ore) perché al momento non esistono procedure rapide e sicure di attivazione di tirocini e una lista di aziende partner. Insomma al trillo della prima campanella la situazione per 8mila insegnanti e 8 milioni di studenti non è ancora particolarmente chiara: tuttavia passi verso il riordino di una jungla complicata come quella del sistema scolastico italiano ne sono stati fatti molti. Non resta che attendere il prossimo 31 Ottobre, data in cui gli Istituti dovranno presentare al Ministero il loro Piano di offerta formativa triennale, da cui dipenderà, come precedentemente accennato, l'assunzione di ulteriori leve nel corpo docente di ogni Istituto.

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Roma. Il Pd perde ancora consensi nell'elettorato attivo, in aumento le preferenze per il M5S di Grillo. E' la fotografia scattata dall'Istituto Piepoli per l'Ansa, su un campione di 500 casi. Il calo del Partito Democratico - rivela il sondaggio - è ormai progressivo e dura da settimane: perso circa il 3%, rosicchiato quasi per intero dal Movimento 5 Stelle. Stabili Forza Italia, Sel e Lega

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Roma. "La corruzione è ormai un fenomeno sistemico, che alberga in specie negli appalti pubblici ma da cui non sono liberi altri settori dell'amministrazione, come certificate dalle indagini svolte nell'ultimo periodo dalla magistratura". Lo ha dichiarato il Presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso della Relazione annuale alla Camera. "La corruzione - ha proseguito - è cambiata nella sua struttura: è sempre più raramente caratterizzata dal rapporto bilaterale fra chi dà e chi riceve. Oggi fa capo e promana da organizzazioni, in qualche caso di tipo mafioso, nel cui ambito si ritrovano, con interessi comuni, pubblici funzionari, imprenditori e faccendieri". Sui piani triennali per la prevenzione della corruzione Cantone ha snocciolato virtù e vizi: "Sono stati adottati dal 90% delle pubbliche amministrazioni - ha detto - e, tra queste, più del 50% ha aggiornato il documento nell'ultima annualità. Il piano, tuttavia, è avvertito come un adempimento burocratico; la qualità dei documenti, infatti, in termini di metodo, sostenibilità ed efficacia è, in molti casi, insufficiente". Un bilancio è stato fatto anche sulla Legge Severino, a tre anni dalla sua promulgazione: "Sono tuttora ricorrenti problematiche e dubbi applicativi", ha detto Cantone, "nonché criticità nella normativa che richiedono necessariamente interventi legislativi per consentire alle disposizioni una loro reale efficacia ed utilità".

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Napoli. Luigi De Magistris resta sindaco di Napoli. Il tribunale partenopeo ha infatti accolto il ricorso presentato dall'ex magistrato contro la sospensione dal massimo ufficio municipale, disposta in base alla legge Severino. A darne notizia, secondo fonti Ansa, lo stesso presidente del Tribunale di Napoli, Ettore Ferrara. Si tratta di una decisione di notevole importanza, che può rappresentare un precedenti di valore anche per ciò che concerne l'amministrazione regionale. Il neo governatore eletto, Vincenzo De Luca, potrebbe a breve essere sospeso proprio in virtù dell'applicazione della Legge Severino.

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Salerno. Il Sindaco De Luca torna a parlare della questione lavoro, non risparmiando critiche nei confronti della sinistra italiana: "In un Paese che conta milioni di disoccupati, di precari e di lavoratori che non vengono tutelati adeguatamente mi sembra indifendibile la tesi di coloro che non vogliono toccare l'articolo 18. Una parte della sinistra non coglie questo problema - ha sottolineato De Luca - e resiste su posizioni puramente ideologiche. C'è ancora chi crede che, eliminando l'articolo 18, si darà potere agli imprenditori di ridurre i dipendenti in condizioni di schiavitù. Forse costoro dimenticano che, negli ultimi tempi, molti imprenditori del Nord-Est sono ricorsi al suicidio perché le proprie aziende sono fallite. Manca la consapevolezza che nessun imprenditore è interessato a penalizzare i propri dipendenti; certo - ha continuato il primo cittadino - i farabutti esistono ma non si può ragionare soltanto sulle eccezioni. Piuttosto, bisognerebbe intervenire abolendo il licenziamento discriminatorio: ragionerei sul reintegro ma esso dovrebbe avvenire entro le prime due setitmane". Non sono mancati, come sempre, i commenti dei tanti utenti Facebook che hanno voluto dare il proprio contributo. Alessandro ha risposto: "Caro sindaco, in realtà l'articolo 18 fornisce quel minimo di tutela che spetta ad ogni lavoratore e, abolendolo, si eliminerebbe la minima tutela di un lavoratore presso un privato". Antonio, invece, ha detto: "Non colgo il senso delle sue affermazioni, in realtà gli imprenditori si suicidano perché vittime delle tasse e non perché vi sia un legame tra l'articolo 18 e le aziende che sono costrette a chiudere". Annie ha sostenuto: "Il vero problema è costituito dai tanti che ancora accettano di lavorare in nero perché solo attraverso una sana educazione alla legalità sarà possibile abolire lo sfruttamento di molti impiegati". Ancora, Rosario ha risposto: "Non ho ancora capito perché quelli che non hanno mai lavorato si ostinano a dare ricette miracolose", Massimiliano, addirittura, ha affermato che: "La riforma dell'articolo 18 è semplicemente una bufala, riguarda pochissimi lavoratori in tutta Italia e non si applica agli artigiani e alle piccole aziende. Inoltre, dopo la riforma Fornero, il tasso dei disoccupati è aumentato e gli investimenti stranieri sono diminuiti. L'Italia continua ad essere vittima dell'ottusa e inutile burocrazia e non capisce che per ripartire c'è solo bisogno di investimenti mirati. L'articolo 18 - ha concluso Massimiliano - è stata una conquista dei nostri padri e chi afferma il contrario non ha capito nulla". Insomma il dibattito, come sempre, è aperto.

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Roma. "Il Decreto Legge 91/2014 detto anche "competitività" porta guai e tumori alla Campania". Lo dichiara il Gruppo del M5S al Senato con una nota ufficiale. "Il Governo Renzi, oggi, ha stabilito, come fece già il Governo Berlusconi con un decreto-legge apposito, il tristemente famoso DL 90/2008, la costruzione di un nuovo Inceneritore nella provincia di Salerno, ed il deposito e lo stoccaggio delle eco-balle, con i commi 3 e 4 all'articolo 14 del DL 91/2014 Nonostante gli emendamenti soppressivi presentati dal M5S in commissione al Senato e poi alla Camera, la maggioranza PD è riuscita a peggiorarlo nel testo, ponendo poi per ben tre volte il voto di fiducia su questo provvedimento. Infatti, la nomina di un nuovo "commissario con super poteri" di appalto, direzione dei lavori, contratti e affidamento delle definitive autorizzazioni per la costruzione dell'Inceneritore, rappresenta una grave deroga a tutti i principi normativi, che accentreranno molteplici poteri in un uomo solo, in territorio di Camorra. Vale la pena ricordare gli ultimi scandali in materia di opere pubbliche come Expo e Mose che hanno ricordato al paese come la corruzione e la criminalità siano all'ordine del giorno e vicinissime a questo tipo di opere. Inoltre con la soppressione dei commi 5,6,7 la maggioranza Renziana ha eliminato il limite di tempo imposto dal disegno di legge presentato dal Governo ed ha inserito ulteriori oneri a carico delle finanze pubbliche con la soppressione del comma 7 che recitava "Al Commissario straordinario non spetta alcun compenso per l'opera prestata in tale qualità, fermo restando il compenso per l'eventuale direzione dei lavori che grava sulle risorse stanziate per la realizzazione dell'opera". Infine la decisione di stoccare ancora eco-balle in Campania, che si andrebbero ad aggiungere ai 6 Milioni stoccati a Giugliano (Taverna del Re) rappresenteranno vere bombe ad olrlogeria pronte ad esplodere in ogni momento, basti ricordare i recenti incendi dei siti di stoccaggio di Benevento a Settembre 2013 dove bruciarono 60,000 eco-balle e quello del Marzo 2012 dove ad Acerra ci fu il rogo più grande di eco-balle della storia della Campania, nonostante il sito fosse dichiarato zona di interesse strategico nazionale e sorvegliato dall'Esercito Italiano, precisamente dal famoso battaglione San Marco. Con questo provvedimento si apre una nuova stagione di lotta atroce, tra i cittadini e le istituzioni, che ancora una volta con il Governo Renzi sono riuscite a rappresentare benissimo tutto l'interesse delle lobby e la volontà di continuare a fare della Regione Campania terra di tumori e predatori d'affari sulla salute dei cittadini".

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Salerno. Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca parteciperà questo pomeriggio, alle ore 15.15, ad un'audizione presso la I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Nel corso dell'audizione il Sindaco De Luca ribadirà le ragioni del no alla chiusura della sezione distaccata del Tar Salerno, già espresso qualche settimana orsono al Ministro Orlando. "Chiederò una valutazione oggettiva e di merito - ha annunciato De Luca - sull'attività della sezione distaccata del Tar Salerno. Siamo i primi ad esser convinti dell'esigenza di razionalizzare le sedi e ridurre le spese ma proprio per la mole di lavoro svolta dal Tar di Salerno la sua soppressione vanificherebbe gli intenti stessi del provvedimento. Una serena ed oggettiva valutazione del lavoro del Tar della nostra città permetterà di comprendere immediatamente l'importanza strategica ed operativa di questa sezione al servizio degli operatori, dei cittadini, delle imprese, degli enti locali. Le iniziative per scongiurare la soppressione continuano a tutti i livelli istituzionali".

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Roma. "Bisogna fare una scelta definitiva: sciogliere le attuali Regioni". Lo ha affermato il governatore della Campania Stefano Caldoro in un'intervista al quotidiano "La Stampa" in merito alla riforma del Titolo V della Costituzione e alle materie concorrenti tra Stato e Regioni. "Bisogna superare il bicameralismo - ha spiegato il Governatore - e risolvere il grande problema italiano: la definizione dei poteri. Per farlo serve lo scioglimento delle attuali Regioni che oggi sono dei mini-Stati senza che si sia sciolto lo Stato. Si raddoppiano i tempi e le funzioni e non si semplifica". "Queste - ha detto Caldoro - sono dei mini-stati senza che si sia sciolto lo Stato, raddoppiando i tempi e le funzioni". E spiega la sua proposta: "Una modifica dell'articolo 131 della Costituzione per istituire regioni che comprendano da 6 a 10 milioni di abitanti. Poche macroregioni che diventino grandi enti di programmazione e pianificazione territoriale, che si occupino di leggi territoriali e facciano da regolatori dei diritti territoriali, con bilanci leggerissimi". Con questa proposta, aggiunge il governatore, la sanità "dovrebbe essere sempre più nazionale sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, garantendo uniformità di trattamento ai cittadini". La sua proposta, afferma il presidente della Campania, sarebbe vista favorevolmente anche dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ma nel panorama dei governatori di Regione "non c'è unanimità di vedute". "Esistono resistenze - ha concluso Caldoro - da parte di chi non vuole cambiare. Per pigrizia, perché il percorso è complicato".

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Mercato San Severino. "Apprendiamo con estrema preoccupazione la notizia della soppressione della sezione staccata di Salerno del Tar Campania. Si tratta di una forte penalizzazione per il territorio della Provincia di Salerno, per i cittadini, per le Amministrazioni locali e per tutti coloro che hanno necessità di rivolgersi al Giudice Amministrativo". Così l'appello del Sindaco Giovanni Romano al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, affinchè vogliano rimeditare la decisione assunta, prima della promulgazione del Decreto legge sulla semplificazione. "L'accorpamento al Tar di Napoli - ha scritto il Sindaco - sarebbe disastroso perché una grande fascia del territorio campano ne uscirebbe penalizzata, considerato che la sezione staccata di Salerno ha competenza territoriale anche per la provincia di Avellino. Sono prevedibili il sovraccarico ingestibile dei ricorsi e le difficoltà in termini di raggiungibilità e di mobilità urbana ed extraurbana per raggiungere Napoli". Il primo cittadino, nel raccogliere le motivazioni contro la soppressione dell'organo giudiziario ha evidenziato che: "Il Tar di Salerno è tra i primissimi in Italia e, come si evince dalle tabelle ufficiali divulgate in occasione dell'anno giudiziario della G.A., è anche tra quelli più efficienti e produttivi, garantendo risposte in tempi celeri alle domande dei cittadini e, consentendo di conseguenza alle amministrazioni di conoscere tempestivamente il quadro delle regole entro cui muoversi riducendo la paralisi dei procedimenti amministrativi impugnati". Giovanni Romano ha chiuso la sua lettera a Renzi rinnovando l'invito "ad un ripensamento della scelta operata che possa consentire l'accesso al "servizio giustizia" con l'attuale articolazione territoriale, nel rispetto anche della previsione di cui all'art.125 secondo periodo della Costituzione".