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Roma. "Il vicecommissario di Polizia Roberto Mancini è stato un grande servitore dello Stato, un uomo valoroso che non ha avuto timore di sfidare l'arroganza delle ecomafie e il silenzio che le circondava. Le sue coraggiose inchieste sul traffico dei rifiuti, per le quali ha sacrificato la vita, seppero anticipare i tempi di una lotta agli affari criminali sul territorio che oggi siamo chiamati a rendere sempre più incisiva e aggressiva. Alla famiglia Mancini, che da troppo tempo attende il doveroso riconoscimento dello Stato, vanno i miei più sinceri sentimenti di partecipazione e cordoglio". Lo ha affermato in una nota il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

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Napoli. Come tradizione, sono tante le iniziative che vedranno impegnata domani la Cgil Salerno in occasione del Primo Maggio. Si inizia la mattina con la classica manifestazione a Nocera Inferiore. Il corteo partirà da Piazza Diaz, alle ore 9.30, e proseguirà per Via Dodecapoli Etrusca (cavalcavia), Via Pucci, Piazza Rendola, Via Solimena, Via Astuti, Via Nicola Bruni Grimaldi, Via Giordano, Via Libroia, Corso Vittorio Emanuele e Piazza Amendola per ritornare al punto di partenza. Prevista la presenza, tra gli altri, di Maria Di Serio, segretaria generale Cgil Salerno, e Franco Tavella, segretario generale Cgil Campania. Il comizio finale è alle ore 12.30. Nel pomeriggio, alle 17.30, altro tradizionale appuntamento: è quello di Penta, Piazza Vittorio Emanuele, dove terrà il comizio finale Anselmo Botte, della segreteria Cgil Salerno. In serata musica e concerti a San Giovanni a Piro con inizio alle ore 21.00 nell'area dell'ex Parco Giochi.

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Roma. Nell'edizione di quest'anno del Concertone di Piazza San Giovanni a Roma ci sarà anche una fetta di Cilentosona. La presenza di Massimo Bonelli, Manager della casa discografica Compagnia Nuove Indye e principale promotore di Cilentosona, è stata infatti ufficializzata ed egli sarà il Produttore Esecutivo del più grande evento di musica dal vivo in Italia. Bonelli ha ricevuto l'incarico diretto dalla Direzione del Concertone e si sta occupando di curare e coordinare i principali aspetti dell'organizzazione del Primo Maggio di Piazza San Giovanni che, quest'anno, sulla scia di una crisi economica che non fa sconti a nessuno, ha subito un' importante riduzione delle risorse economiche a disposizione. Proprio in quest'ottica, e ben conoscendo le capacità organizzative ed amministrative del Manager della CNI, gli storici Organizzatori del Concertone hanno richiesto e fortemente voluto la presenza di Bonelli nella gestione della fase realizzativa dell'evento. Massimo Bonelli, 39 anni, di origini ebolitane, è da diversi anni Manager della Compagnia Nuove Indye, storica casa discografica della world music nazionale e, appena un paio di mesi fa, ha acquisito l'incarico di dirigere e coordinare l'1MFestival, il contest del Primo Maggio dedicato agli artisti emergenti e co-organizzato proprio da Compagnia Nuove Indye, contest che tra l'altro ha registrato un ottimo successo e porterà sul palco del Concertone tre band emergenti tra le oltre 450 che si sono iscritte alle selezioni. Il Primo Maggio di quest'anno avrà come tema culturale portante "Le Nostre Storie" e vedrà coinvolti, oltre alla consueta carrellata di importanti esponenti della scena musicale nazionale, anche alcune tra le voci più autorevoli del panorama televisivo, giornalistico e culturale, tra le quali si segnalano quelle di Aldo Cazzullo, Giancarlo De Cataldo, Federica Sciarelli, Carlo Petrini, Max Paiella e Nino Frassica.

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Salerno. La Festa della Liberazione nel corso della trasmissione "Salerno Città Europea" di questa settimana, in cui il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ha così esordito: "In questa giornata dovrebbe esserci un maggior senso di condivisione e non bisognerebbe dimenticare che i valori ereditati dal passato vanno riconquistati e attualizzati altrimenti sono solo liturgie morte. Si tratta di attuare una lotta contro la violenza nell'ottica di una crescita di valori come la solidarietà, facendo soprattutto uno sforzo gigantesco per dare una mano alle tantissime famiglie che non ce la fanno più, pertanto non pensiamo solo alle cerimonie perché esse servono esclusivamente per mantenere viva la memoria". Vincenzo De Luca si è anche espresso in relazione alla campagna elettorale che si sta svolgendo in Italia: "Nel nostro Paese assistiamo soltanto a polemiche, propagandismo ed esagerazioni, questo mese di campagna elettorale sarà davvero pesante da reggere. Anche sui quotidiani il 90% dei titoli riguarda la politica e tutto ciò che gravita attorno ad essa, è davvero spaventoso". "Un'altra emergenza - ha proseguito il primo cittadino - è costituita dall'utilizzo dei fondi europei che spesso vengono gestiti molto male: quelli attuali scadranno alla fine del 2015 ma molti comuni, soprattutto della Campania, ne stanno facendo un utilizzo scellerato, il rischio è quello di spingere i comuni a fare le gare senza avere i decreti sui finanziamenti dei fondi europei. Si potrebbe giungere alle gare e ai contratti con le imprese senza avere i soldi". Il Sindaco ha poi spostato l'attenzione anche sulla metropolitana che, attualmente, è ancora chiusa: "Tutto tace ma non ci stupiamo perché le responsabilità della Regione Campania non si fermano qui, è incredibile la totale incuria verso i problemi dei cittadini: adesso la nostra metropolitana avrebbe le coperture finanziarie adeguate per rimettersi in moto grazie all'attuale contratto con Trenitalia ma nessuno se ne preoccupa, si può vivere in un Paese ed in una Regione che vengono governati in questo modo?". Al termine del suo intervento, il primo cittadino ha manifestato grande entusiasmo per il gemellaggio tra Pompei e Salerno che ha ceduto le sue Luci d'Artista: "Le nostre luci sono un patrimonio di esportazione ed ora, all'ombra della celebre basilica mariana, le nostre luminarie attireranno ancora più turisti. Abbiamo raccolto questo invito da parte del commissario di governo come un gesto di solidarietà in occasione del mese mariano e lo abbiamo fatto con grandissimo piacere. Stiamo valutando anche la possibilità di avviare una collaborazione tra il Teatro Verdi e gli scavi di Pompei perché, proprio all'interno dell'arena, vorremmo portare alcune delle opere liriche prodotte dal nostro teatro, sarebbe un'iniziativa grandiosa da realizzare nei mesi estivi, riproducendo in parte ciò che si verifica nella magnifica Arena di Verona: si tratterebbe di un evento di valore mondiale che speriamo che si possa concretizzare molto presto".

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Salerno. In occasione dell'ultimo appuntamento con "Salerno Città Europea" prima delle festività pasquali, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ha parlato delle difficoltà economiche delle famiglie italiane: "Il debito del nostro Paese diminuisce in proporzione al Prodotto Interno Lordo e proprio per questa ragione il Governo Renzi sta cercando di dare sollievo ai bilanci familiari. Invece, per avviare un processo di sviluppo che investa tutta l'Italia, occorrerà più tempo ma gli sforzi riscontrati finora sono apprezzabili. Due settori nei quali non è più possibile operare tagli sono quelli della sicurezza e della sanità - ha precisato il primo cittadino - abbiamo già ridotto al minimo le risorse, soprattutto per le fasce più deboli come gli anziani e i disabili, effettuando talvolta tagli eccessivi e selvaggi: piuttosto pensiamo a tagliare gli sprechi. Una revisione accurata, invece, andrebbe applicata per abolire l'evasione fiscale. Purtroppo si tratta di un vero cancro per l'Italia, se riuscissimo a dimezzare il livello di evasione otterremmo un gran risultato per tutti. Non è possibile - ha sottolineato De Luca - che alcune fasce di medio livello siano vessate eccessivamente dalle tasse mentre determinati ceti professionali e commerciali guadagnano miliardi ed hanno il coraggio di presentarsi dinanzi allo Stato come se fossero dei nullatenenti: questa è davvero una vergogna". Vincenzo De Luca ha poi affrontato il discorso relativo agli scontri della scorsa settimana verificatisi nella Capitale: "Ho visto che è stata gettata la croce sugli agenti di Polizia, come spesso accade. Sono dell'idea che chi commette atti illeciti debba essere sempre punito, anche se indossa una divisa, però non pensiamo che i poliziotti siano fatti di legno e debbano tollerare tutto. Alcuni manifestanti hanno indugiato in comportamenti molto discutibili e, pertanto, non è il caso che la passino liscia. Piuttosto - ha concluso il Sindaco - andrebbero cambiate le leggi che regolano le manifestazioni perché ne trarremmo tutti giovamento".

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Salerno. In questi giorni si sta attuando la manovra economica fortemente voluta dall'attuale Governo, indubbiamente si tratta di giorni di attesa per gli italiani ed il Sindaco De Luca, nel corso della trasmissione "Salerno Città Europea", ha esordito proprio parlando di questo argomento: "Siamo davanti ad un'iniziativa positiva che permetterà di integrare il reddito di molte famiglie in difficoltà; gli 80 euro costituiranno una misura permanente, e ciò è positivo, ma obiettivo principale deve essere la creazione del lavoro. Entro la fine di questo mese si invierà all'Unione Europea una bozza per l'accordo di partenariato che consentirà di utilizzare i Fondi Europei del ciclo 2014-2020 e tutto questo deve essere sempre nell'ottica di una semplificazione e di una dinamizzazione di tutto il sistema Paese. Si tratta di iniziative encomiabili - ha sottolineato De Luca - e ciò è benefico ma bisognerà attendere un po' di tempo per ottenere risultati concreti". Si è poi parlato della normativa che investirà i lavoratori over 40, categoria che non vive di certo un periodo facile: "I lavoratori che hanno oltrepassato i 40 anni saranno i protagonisti di alcuni provvedimenti di cui si occuperà il Ministro Poletti però mi preoccupa il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici per i prossimi due o tre anni. Ultimamente ho anche notato che il Pd ha scelto solo donne come capolista in tutte le circoscrizioni per le prossime elezioni europee: si tratta di un segnale di grande attenzione per il genere femminile che mi vede d'accordo ma è importante ricordare che la presenza delle donne deve sempre essere legata ad una qualità specifica; non è solo la caratterizzazione del sesso a determinare il valore di una persona". Di questi giorni è la sentenza che affida Silvio Berlusconi ai servizi sociali, ecco come si è espresso il primo cittadino in merito: "Non bisogna dare un segnale di persecuzione al Paese, questo è bene chiarirlo. La Procura di Milano ha accettato l'ipotesi dei servizi sociali e penso si tratti di un forte segnale di equilibrio; non va dimenticato che il Cavaliere è un leader politico, ovvero un punto di riferimento per milioni e milioni di cittadini, che è stato condannato; naturalmente questa dicotomia di Berlusconi non è un problema da scaricare sulla magistratura ma essa deve tener conto di entrambi gli aspetti". Infine il Sindaco ha parlato delle grandi difficoltà che la Regione Campania continua ad attraversare: "La nostra regione è l'ultima per reddito pro capite, ce la giochiamo con la Calabria; bisogna dire che eccelliamo sempre nei primati negativi, basti pensare che il nostro utilizzo dei Fondi Europei si arresta al 33% mentre siamo bloccati al 50% per il Fondo Sociale Europeo. Un'altra mancanza di serietà la stiamo riscontrando per quanto riguarda la nostra metropolitana. Abbiamo raccolto in pochissimi giorni ben 8000 firme e le abbiamo inviate alla Regione Campania: stiamo ancora attendendo una risposta dall'assessore Vetrella ma, evidentemente, è troppo impegnato ad arrampicarsi sugli specchi per darci retta".

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Roma. Con una sentenza resa pubblica nella giornata odierna, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della norma contenuta nella legge 40/2004 che sancisce il divieto della fecondazione eterologa, ossia il ricorso ad un donatore esterno di spermatozoi e/o ovuli nell'ipotesi di infertilità assoluta. Non è la prima volta in cui la Consulta è chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del provvedimento in esame: già nel 2009, infatti, i giudici costituzionali sancirono il parziale contrasto con la Carta Fondamentale dei commi che prevedevano un limite di produzione di embrioni e l'obbligo di un unico impianto. Nel 2012, inoltre, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo statuì che la legge in esame violava la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, in particolare l'articolo 8 che sancisce il pieno diritto di ciascun individuo al rispetto della vita privata e familiare. La legge 40 era già stata oggetto, inoltre, di ben quattro proposte referendarie.

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Salerno. L'intervento del Sindaco De Luca nella trasmissione "Salerno Città Europea" si è aperto parlando della grave situazione lavorativa in Italia: "Nel nostro Paese abbiamo il 13% dei disoccupati e quasi la metà dei pensionati italiani vive con meno di 1000 euro al mese; l'Italia vive una condizione di sofferenza ma questa realtà, soprattutto in Campania, raggiunge livelli drammatici. Devo riconoscere che il governo Renzi ha messo in campo iniziative che stanno avendo risvolti positivi ma si tratta comunque di provvedimenti piuttosto marginali. Se vogliamo attuare una vera rivoluzione - ha proseguito il primo cittadino - è opportuno rilanciare gli investimenti per creare lavoro, fornendo normative più flessibili anche per gli imprenditori. Il settore dell'industria in Italia è in profonda crisi e siamo consapevoli che tale problema non si può risolvere nell'arco di pochi mesi bensì è un argomento a cui dedicare grande attenzione". Il Sindaco si è poi soffermato sul tema dell'abolizione delle Province di cui si sta parlando negli ultimi tempi: "Si è avviato un processo di abolizione sia del Senato che delle Province ma si tratta di un grande equivoco: non si eliminerà nulla, piuttosto cambierà la forma ed il nome, è bene chiarirlo. Io sono a favore di una reale cancellazione di queste istituzioni ma con assennatezza per non rischiare di ottenere solo complicazioni, suggerirei però di pensare anche a ridurre il numero dei parlamentari". Altro argomento delicato su cui il primo cittadino si è soffermato è quello della sicurezza delle città italiane: "L'immigrazione clandestina costituisce una piaga difficile da guarire ma non possiamo continuare ad ignorare il problema; sono favorevole all'abolizione della legge Bossi - Fini perché occorre una posizione di umanità e apertura nei confronti di chi fugge da guerre e torture, ma il problema va affrontato con coscienza perché non si può continuare ad essere un punto di approdo per gli immigrati provenienti dal Nord Africa. I paesi dell'Unione Europea dovrebbero adoperarsi tutti insieme per garantire un'accoglienza degna e civile. La sicurezza nelle nostre città è basilare, non possiamo restare indifferenti di fronte ai rischi corsi dai nostri territori: va bene l'umanità verso il prossimo però senza dimenticare la tutela dei cittadini".

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"L'unità del tempo di lavoro nell'Occidente medievale è la giornata: agli inizi, giornata del lavoro rurale, che si ritrova nella terminologia metrologica - la "giornata" di terra - e, a sua immagine, giornata del lavoro urbano, definita mediante il riferimento mutevole al tempo naturale, dal sorgere al tramonto del sole, e sottolineata approssimativamente dal tempo religioso, quello delle horae canonicae, derivato dall'antichità romana (...). A partire dalla fine del secolo XIII, questo tempo del lavoro è messo in discussione, entra in crisi. Offensiva del lavoro notturno, asprezza soprattutto nella definizione, nella misura, nella pratica della giornata di lavoro, conflitti sociali, infine, intorno alla durata del lavoro: così si manifesta in questo campo la crisi generale del secolo XIV, un progresso d'insieme attraverso gravi difficoltà di adattamento. Come il resto, il tempo di lavoro si trasforma, si precisa, si fa più efficace, non senza fatica. Curiosamente, prima si vedono gli operai stessi chiedere l'allungamento della giornata di lavoro. E' di fatto il mezzo per aumentare i salari, è - diremmo oggi - la rivendicazione di ore straordinarie. Ben lo mostra un'ordinanza di Arras del gennaio 1315, in cui una commissione mista di delegati dei maestri drappieri e dei garzoni dei follatori accoglie favorevolmente la richiesta di questi ultimi, che desideravano "des journées plus longues et des salaires plus élevés". (...) D'altronde questo tempo nuovo diviene ben preso la posta di aspri conflitti sociali. Tumulti ed agitazioni operaie mirano ormai a far tacere la Werglocke (...). Ora il progresso decisivo verso le "ore certe" è evidentemente l'invenzione e la diffusione dell'orologio meccanico, del sistema a scappamento, che promuove infine l'ora in senso matematico, come la 24esima parte della giornata. Il principio dell'invenzione è acquisito alla fine del secolo XIII, il secondo quarto del secolo successivo ne vede l'applicazione in quegli orologi urbani, la cui area geografica è appunto quella delle grandi zone urbane: Italia del Nord, Catalogna, Francia, settentrionale, Inghilterra meridionale, Fiandre, Germania".
Jacques Le Goff, da "Tempo della Chiesa e tempo del mercante", Einaudi, Torino 1977

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GIORNALISMI. Era il 24 Marzo, il giorno successivo al Clasìco di Spagna, la partitissima che vedeva opposte le grandi duellanti di Spagna, il Madrid ed il Barça, divise dentro e fuori dal campo da una rivalità storica e politica. Buttai il solito sguardo perlustrativo alla rassegna stampa mattutina, e decisi di intrattenermi per un po' anche su quella sportiva. Mi colpii in particolare il titolo di un quotidiano sportivo a tiratura nazionale, noto per le sue campagne di sciacallaggio ai danni di quel poco che resta della classe arbitrale italiana, caduta a pezzi sotto il fardello ingombrante di un caso giudiziario che si trascina da anni, capace di mietere più vittime che non carnefici, presunti o reali che fossero. Il giornale in questione, riferendosi al derby iberico, titolava testualmente "Lezione di calcio", con una chiara allusione allo spettacolo sovente offerto dal campionato nostrano. Quella sera stessa a Catania era andata in scena una caccia all'uomo ai danni dei calciatori juventini, rimasta parzialmente impunita in un clima più simile ad un teatro di guerra che non ad un evento sportivo. Confesso che alla lettura del titolo in questione per poco non mi partì un embolo. Madrid-Barça fu sì una bella partita, come del resto dovrebbe essere con una dozzina tra i top 30 calciatori del globo, due difese reduci dalla Festa delle Cantine, con un Martino che sembra bravo a far giocar male anche 11 Maradona ed un Ancelotti sempre sul pezzo nel momento dell'harakiri in campionati per tre quarti già vinti; ma, a onor del vero, lo fu soltanto per una cinquantina di minuti scarsi, e con un secondo tempo trascinatosi tra molte pause ed invereconde sceneggiate contro l'arbitro, che di lì a poco non ne avrebbe imbroccata una. Come del resto è spesso successo tra le contendenti in questi ultimi anni. A conti fatti furono assegnati nella ripresa ben 3 rigori, 2 dei quali davvero ai limiti, tra cui uno ai blaugrana quantomeno dubbio, con relativa discutibile espulsione di Sergio Ramos per interruzione di chiara occasione da rete. Il "terzo tempo" del match lasciò spazio ad accuse di ogni genere sulla regolarità del campionato e sulla buona sorte del club barcelonista con le tute nere, tanto che non uno qualsiasi, il Pallone d'Oro Ronaldo, quello che aveva ricevuto un rigore per fallo fuori area, si lasciò andare a pesanti dichiarazioni che gli sarebbero poi valse il deferimento. Durante il mio travaso di bile ho provato soltanto minimamente ad immaginare una partita del genere teletrasportata in Italia, con tanto di polemiche in partita e caroselli infuocati ai microfoni dei reporter del dopogara. Ho provato a raffigurarmi la prima dello stesso quotidiano nelle stesse condizioni per una gara di cartello del campionato italiano; e ne ho dedotto che la paraculaggine ed il tasso d'incompetenza maligna di chi scrive di calcio in questo paese è forse pari soltanto alla loro ipocrisia. E, sostanzialmente, a quella di una architettura baroccamente fittizia come quella del Clasìco, messa beffardamente in piedi davanti al simulacro sgonfio del Financial Fair Play con lo strozzinaggio Bankia e Caxia ai danni della classe operaia iberica, quei lavoratori andalusi e quei minatori asturiani comunque pronti al sacro rito dei novanta minuti, durante i quali inviare preghiere agli usurpatori in terra del ruolo degli dei, come fosse un qualsiasi lancio a tempo scaduto dalla difesa merengue.
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GIORNALISMI E QUALITA' MEDIA. Non so quando, ecco, sia cominciata la smodata passione del giornalismo sportivo nazionale verso un presunto calcio "di qualità", quasi come fosse diventata essa stessa uno sport, una caccia infinitesimale al pelo nell'uovo nella prestazione di questa o quella squadra, con canoni e variabili a dir poco arbitrarie, se non bizzarre. Poco tempo fa un puntuale cronista sportivo come Simon Kuper avanzava sulle pagine del Financial Times la necessità di una iniziazione al giornalismo sportivo di qualità. L'articolo passa intelligentemente in rassegna grandi scrittori che in un modo o in un altro hanno intercettato la dimensione del mondo sportivo nei loro lavori, da Hemingway a Nick Hornby, passando per Don DeLillo, nel conclamato anelito ad una cronaca sportiva che sia ontologicamente peritale, qualitativa, ed al tempo stesso non elitaria, alta ma destinata al consumo di massa. Kuper traccia una serie di coordinate che inevitabilmente non toccano, e non solo geograficamente, l'Italia. E questo accade non perché in Italia manchi chi sappia scrivere bene "sul" calcio (Mario Sconcerti, ad esempio, è un colto e raffinato cantore di cose sportive). Ma perché manca chi sappia scrivere "di" calcio, o comunque di sport in senso lato. Molto spesso l'analisi si riduce al racconto meccanicistico della partita, alle prodezze di questo o quell'atleta, ai fuori di testa di personaggi ormai carne da gossip ed ai rumors di mercato. Sezioni di approfondimento sino al limite parossistico dell'ossessione sono dedicate alla moviola sugli episodi dubbi, la vera arte di eccellenza degli addetti ai lavori. I tabellini dei match rappresentano, comunque, un profilo per certi versi marginale se solo si provano a spulciare le analisi dei sedicenti esperti. Il tracollo vero e proprio, infatti, si verifica quando chi scrive o ne discute in salotti televisivi sempre più grigi e tristi prova a contestualizzare un incontro nelle dinamiche del gioco che lo hanno contraddistinto. Qui l'imperizia ed il luogocomunismo raggiungono vette probabilmente impronosticate (basti pensare alla famosa locuzione di schieramento "a specchio" per le squadre che sovente affrontano la Juventus; o al non meglio specificato "modulo europeo", leitmotiv di un personaggio come Maurizio Pistocchi, ai più noti per essere stato lo zimbello preferito di Raimondo Vianello). Le ricette proposte nei principali quotidiani sportivi italiani rasentano molto spesso un'imperizia imbarazzante, non di rado condita da un livore pregiudiziale verso questa o quella squadra, e preferenze molto spesso dettate da logiche geografiche direttamente collegate al bacino d'utenza di riferimento. Non è un caso dunque, ed è un fenomeno progressivamente verificatosi anche con riguardo al giornalismo tout court, e quindi alla cronaca in senso stretto, che gli spunti di maggiore qualità siano arrivati da blog e portali online, molto spesso frequentati da autori formatisi direttamente sul campo o comunque a stretto contatto con lo sport per lavoro, passione o stupenda passione professionale. Uno di questi è sicuramente l'Ultimo Uomo, diretto dall'ottimo Daniele Manusia, già su Vice, e che spesso ospita gli illuminanti interventi di Valentino Tola e di un allenatore sul campo come Fabio Barcellona.
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MISTIFICAZIONI (IN)VOLONTARIE: APPLICAZIONI PRATICHE. La weltanshauung deviata dei commentatori sportivi si nutre molto spesso di un immaginario filtrato, e che gli stessi non sono in grado di depurare. Una delle cantilene degli ultimi due anni ripeteva a menadito il ritornello per cui la Fiorentina giocasse il miglior calcio nel campionato italiano (e QUI viene impeccabilmente spiegato in lungo ed in largo perché la canzoncina è in realtà una grossa panzana). Altri ancora si affrettano a descrivere la Juventus come una squadra aggressiva, "cattiva", che corre "con ferocia", non molla mai ed ha il carattere del suo allenatore. Insomma, come se bastasse Charles Bronson per vincere due campionati (e tre quarti) di fila. Non è un caso che il primo allenatore avversario a sintetizzare per bene il modus operandi dei bianconeri sia stato un campione di smisurata cultura sportiva come Clarence Seedorf: giocate codificate, velocità di esecuzione, memoria collettiva e fraseggio non solo esteticamente fine a se stesso (sebbene leggermente calato per i molteplici impegni e la rosa risicata). Lo zenit dell'insipienza mediatica viene tuttavia raggiunto quando si parla del Napoli di Rafa Benitez, un personaggio che con la sua aria fintamente e furbescamente bonaria ha saputo crearsi un fitto stuolo di lacché entusiasti. Rafa Benitez è senza dubbio un ottimo allenatore, nella misura in cui riesce ad imprimere alle sue squadre una precisa identità, quella richiesta dai suoi desiderata. E lo è, mi spiego, alla stessa stregua di un Mazzarri tecnico di un Napoli di qualità nettamente inferiore. Nella sua biografia uscita di recente, un mostro sacro come Alex Ferguson ha duramente apostrofato il tecnico madrileno, suo avversario negli anni passati in EPL. Al di là delle questioni meramente personali, Ferguson ha saputo dire di Benitezzzzzzzz (e si, così era noto ai tempi del Liverpool per il suo "calcio champagne") quello che nessuno in Italia ha mai avuto il coraggio di bisbigliare: che è un catenacciaro. Nel senso più evoluto della tecnica nata in Svizzera e portata in Italia da Rocco: mira più alla pars destruens che non a creare gioco. E pensare che in moltissime gare di campionato ne ha dato dimostrazione lampante (non solo a Torino con la Juve o con qualche buona provinciale, ma persino con un frastornato Milan e in casa contro l'improponibile Inter mazzarriana). La squadra di Benitez in genere pecca di geometrie, non ha dimestichezza ad occupare ed aprire spazi per bucare le difese avversarie, faticando ad essere corta e lasciando praterie alle spalle della linea mediana. Viceversa riesce ad esprimersi al meglio con chi ne asseconda il balletto non esasperato, uscendo alla distanza in virtù di un maggiore bagaglio tecnico e del progressivo logorio mentale dell'avversario. Contro le squadre in grado di imporre i ritmi della contesa, invece, non riesce ad esprimersi in continuità. La giocata offensiva, il cavallo di battaglia degli apologeti dell'iberico, è in realtà molto spesso legata al colpo di genio di uno dei fantasisti o alla giocata del vero fuoriclasse, Gonzalo Higuain, spesso chiamato anche al lavoro di rifinitura a causa della consistenza scialba del duo di centrocampo. Stupisce la mediocrità delle transizioni negative, solo in parte legata alla poca qualità dei singoli interpreti, per un allenatore sempre molto attento alla fase difensiva, e forse soffocato dal peso delle aspettative che lui stesso ha contribuito a creare. Il colpo di genio del castigliano è stato quello di aver pensato, e a ragione viste le reazioni, di essere giunto nel terzo mondo pallonaro, popolato da amebe a cui impartire lezioni dall'alto della sua cattedra di Castelvolturno. Convinto fermamente, qui, di poter trovare facili proseliti in chiunque avesse bisogno di rassicurazioni da un facile profeta pronto a mettere la "s" alla fine di ogni singola parola del suo Vangelo. Tempo fa Toni Negri, tifoso del Milan, sosteneva che il catenaccio era l'unica arma possibile per i deboli di fronte ai padroni, quasi una simulazione in campo della lotta di classe. In fondo a Benitez non costerebbe tanto ammettere la condizione proletaria delle sue squadre, anche se forse ingiustificata economicamente per le cifre notoriamente sborsate dai suoi club. Ma almeno non farebbe la figura del piccolo-borghese che anela a diventare più cattivo dei veri padroni. Così come molti giornalisti, sempre avvezzi a lodi sperticate di qualsiasi ciuffo d'erba provenga da un campo che non sia il proprio.

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Salerno. A pochi giorni dalla visita italiana del presidente Barack Obama, alcune indiscrezioni lascerebbero presagire un suo nuovo soggiorno nel Belpaese. Sembra infatti che soprattutto la first lady Michelle sia stata particolarmente colpita dalla fama delle bellezze paesaggistiche della Costiera Amalfitana e, pertanto, il presidente avrebbe deciso di esaudire quanto prima il desiderio della moglie di visitare questi luoghi. Si parla di un soggiorno imminente a partire dal mese di Giugno e pare che un itinerario piuttosto dettagliato sia già pronto: tra le mete prescelte dalla coppia statunitense figurerebbero Amalfi, Ravello, Positano e Sorrento. Ciò che ha lasciato maggiormente sbalorditi è stata la chiara volontà di Obama di visitare anche Salerno. Ma c'è di più: l'eco della città e la rivoluzione apportata negli anni dal Sindaco De Luca pare siano giunte fino alla Casa Bianca, stimolando la curiosità della coppia presidenziale. Al momento non vi sono notizie certe ma, negli ultimi giorni, si è avvertito un notevole fermento in città e nelle istituzioni che lascia presagire che le voci di corridoio abbiano un certo fondamento. Ti è piaciuta questa notizia? Peccato sia uno scherzo. Buon Pesce d'Aprile dalla Redazione di Irno.it!

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Roma. "Ho presentato un'interrogazione ai ministri della Difesa, della Salute e dell'Economia e Finanze, per sapere quali provvedimenti ritengano opportuno adottare per scongiurare il rischio di smilitarizzazione del Corpo militare della Croce Rossa Italiana, che è una risorsa per la Nazione, a scapito di personale altamente qualificato e motivato che nel tempo ha dato prestigio e lustro all'Italia, e se si ha intenzione di prendere iniziative atte a far rientrare il personale del Corpo militare della Croce rossa italiana nel comparto sicurezza, difesa, vigili del fuoco e soccorso pubblico in modo da estendervi il trattamento previdenziale riservato al comparto. Il Governo tuteli e non mortifichi i dipendenti, vittime di una privatizzazione che trasformerà la Croce rossa da ente pubblico non economico ad un'associazione di assistenza sociale". E' quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. "La Croce Rossa Italiana - spiega - è oggi interessata da un provvedimento di privatizzazione selvaggia; in particolare, il Governo Monti, con il decreto legislativo n. 178 del 28 settembre 2012, ad avviso dell'interrogante, tradendo lo spirito della delega (che risultava già scaduta nei termini) non si è limitato ad una riorganizzazione funzionale, ma ha disposto un vero e proprio stravolgimento della natura giuridica dell'Associazione italiana della Croce Rossa (CRI). Il decreto - sottolinea Cirielli - ha previsto, infatti, la riorganizzazione della CRI e la sua completa privatizzazione; con un colpo di spugna si cancellano storia e tradizioni di uomini e donne che si sono sempre distinti per abnegazione, generosità e professionalità nel soccorrere i più deboli e più bisognosi, nel corso di gravi emergenze o pubbliche calamità, in Italia e all'estero, riscuotendo consensi, plausi e onorificenze nazionali ed internazionali. L'attuazione del decreto - aggiunge - comporterà gravi riflessi soprattutto occupazionali poiché in esso è prevista anche la smilitarizzazione del personale militare del Corpo militare della Croce rossa italiana, che conta circa milleduecento tra effettivi e temporanei, coadiuvati da oltre 20mila riservisti militari volontari che operano gratuitamente; il decreto legislativo n. 178 del 2012 ha determinato, di fatto, una smobilitazione del Corpo militare Croce Rossa Italiana, con il conseguente trasferimento del suo personale in servizio attivo in un ruolo ad esaurimento nell'ambito del personale civile della croce rossa italiana; si profila, quindi, una tragedia sociale che non riguarda solo i dipendenti della Croce rossa italiana che sono investiti da una riforma ingiusta e vessatoria nei confronti dei dipendenti, ma soprattutto nei confronti dei cittadini che specialmente in questo difficilissimo periodo di crisi economica si trovano ad essere privati di una serie di servizi essenziali che la società privata non potrà e non sarà in grado di erogare; per istituzioni meritorie come il Corpo militare della Croce rossa non dovrebbe esserci né lo scioglimento, né lo svilimento dei livelli occupazionali; le logiche di contenimento dei costi e di riduzione della spesa pubblica, seppur condivisibili in momenti come questi, non si ottengono con la soppressione dell'attuale croce rossa italiana e l'istituzione di una associazione privata che comunque sarà finanziata con fondi pubblici e sottratta agli attuali controlli ministeriali. E' necessario - conclude Cirielli - fermare la svendita di pezzi dello Stato che, nel nome di una necessaria «spending review », favorisce manovre scellerate, privando i cittadini di molti servizi indispensabili".